– di Francesca Nardi –
La sfumatura nefasta dell’informazione a misura di bersaglio, quella parte forse indistruttibile, del male volontario che si arreca ad una persona, ad un gruppo, ad un partito, non consiste nel danno in sé, che verrà gestito secondo gli strumenti che la parte oggetto, avrà a disposizione, ma bensì la fredda indifferenza o meglio, criminale levità, con cui si procede alla “creazione” di un proiettile virtuale e con la rustica abilità del franco tiratore, si colpisce il bersaglio. Poiché la perfezione perseguita dal “male”, per il raggiungimento dell’obiettivo, esclude emozioni istintive e guizzi illuminati, propri dell’intelligenza pura, che ha facoltà di canalizzarli e tradurli in crescita armoniosa ed infallibile, ogni azione, perversamente studiata ed altrettanto perversamente applicata, rischia di diventare, sulle lunghe distanze, non soltanto un fallimento ma, ahinoi, anzi “ahiloro”, qualcosa che somiglia pericolosamente al ridicolo…ed il ridicolo è qualcosa che difficilmente te lo scrolli di dosso, n’est pas? Il danno potrà compiersi secondo un disegno perverso, è vero, ma nella storia degli uomini, ridicolizzati i presunti vincitori, rimarrà come pietra miliare della decadenza del pensiero, la strategia perversa di chi lo ha provocato senza una giusta causa ma soltanto in nome del potere che devasta esclusivamente in nome del potere. Alla fine di un percorso assai poco edificante e nel calcolo usuale dei danni collaterali o degli inconvenienti è assai probabile che nessuno calcoli l’incognita…e soprattutto quella incognita che si chiama “intelligenza pura” , semplicemente perché come abbiamo detto, è loro estranea e, quando quella splendida affascinante e misteriosa tendenza ad inseguire i propri calcoli si incontra e poi si scontra, con chi vive e si alimenta assaporando i vapori di quell’intelligenza che è propria della sua natura, il pezzo più grande della dignità presunta di un volgare bugiardo finisce sotto al punto più nascosto e polveroso di un vecchio mobile. Il preambolo era doveroso per entrare nel mondo diventato fantastico, grazie ad una fantastica informazione internazionale, di Simona Mangiante Papadoupulos, bionda, bellissima e casertana. Vittima predestinata e necessaria ai disegni di qualcuno che veleggia ancora nel mistero e nel dubbio, Simona qualche anno fa è diventata all’improvviso, una spia russa, ed attorno alla sua bellissima figura le spire del Russiagate si sono avviluppate nel tentativo di stritolarla…Un capro espiatorio così coreografico è sempre utile, n’est pas? Ma come dicevamo, l’incognita autentica. difficilmente viene ipotizzata e se l’incognita è rappresentata dall’intelligenza è assai difficile che un servo della gleba, possa riconoscerla e Simona è intelligente e preparata, arguta, sensibile, brillante e consapevole di sé e del mondo che la circonda e dinanzi ad un macigno di orrende menzogne che avrebbe seppellito un gigante, urlando in un orgoglioso silenzio il suo tremendo dolore, lo ha spostato con la forza d’animo che la contraddistingue ed ha cominciato a camminare leggera e bellissima come la sua anima. Ed è a creature così che l’Italia si aggrappa, per ricominciare ad esserci