SANTA MARIA CAPUA VETERE, AVETA ACCENDE I RIFLETTORI SUL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO

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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Preservare e valorizzare i ritrovamenti archeologici a Santa Maria Capua Vetere. Raffaele Aveta, capogruppo di “Alleanza per la città – M5S – Verdi”, torna ad accendere i riflettori sul patrimonio storico della città e sulla sua tutela anche in termini di potenzialità turistiche. «È ormai una prassi purtroppo consolidata – spiega il consigliere di opposizione – che i ritrovamenti archeologici, emersi durante scavi per attività edilizie o anche durante scavi mirati della sovrintendenza, vengano messi in sicurezza e ricoperti. Si tratta di una procedura censurabile sul piano dell’opportunità. In alcuni casi, è una scelta dovuta solo alla mancanza di fondi sufficienti a preservare il bene ritrovato, valorizzandolo e rendendolo fruibile senza metterne a rischio la conservazione. Andrebbero forse immaginati una progettualità di base e una ricerca di fondi, anche da parte dell’amministrazione comunale, per salvaguardare quanto più possibile i ritrovamenti. Si tratta, certo, di una progettualità di lungo termine. Ma proviamo a pensare se riuscissimo a salvare tanti (anche piccoli) reperti antichi: in un futuro non troppo lontano, potremmo avere una città molto più ricca di beni archeologici, disseminata di siti che la renderebbero più bella e più piacevole da visitare. Avremmo una città che non si è limitata a guardare all’oggi, ma ha investito sul suo futuro e su quello delle nuove generazioni».

È notizia di queste settimane il ritrovamento, ad esempio, di tratti di strada di epoca romana nei pressi dell’ex carcere di piazza San Francesco e dell’arco di Adriano.

«A prescindere dal fatto se siano o non siano tratti dell’antica via Appia – continua Aveta – sarebbe stato opportuno riuscire a renderli fruibili, mettendoli in sicurezza senza coprirli e inserendoli in un contesto di valorizzazione che avrebbe arricchito tutta l’area, che oltre tutto è adiacente a quella della ex caserma Pica, altra grande risorsa lasciata nell’oblio, come lo stesso ex carcere. In tutto il mondo, se si trova una qualsiasi pietra, la si inserisce in un circuito turistico attrattivo. Noi, invece, la copriamo, la ignoriamo, quasi cancellando la nostra storia per non intralciare un futuro fatto solo di nuove costruzioni, di centri commerciali e di bruttezza. E non voglio soffermarmi, stavolta, sui nostri beni archeologici inglobati in edifici privati e fruibili solo occasionalmente, senza preoccuparsi di regolarne una volta per tutte le modalità di accesso. Per non parlare del “fungo di cemento” sorto a due passi dal Comune all’interno di un giardino storico: era opportuno rilasciare quella concessione edilizia? È così che pensiamo di fare turismo a Santa Maria Capua Vetere? È così che pensiamo di proporci alle fiere internazionali per attrarre i tour operator?».

«Il problema – conclude il leader dell’opposizione – è la ormai nota mancanza di progettualità di questa amministrazione, la mancanza di una “idea” della Santa Maria Capua Vetere del futuro che sia in grado di porsi come centro di cultura, di storia, di arte, di archeologia, e non solo come oasi del cemento e della grande distribuzione commerciale».