CASERTA – È partita questa mattina la missione pro Ucraina di AIR Campania. All’alba i due bus hanno lasciato la sede di Caserta (Firema) per portare nelle zone di guerra gli aiuti umanitari.
Nella giornata di domani raggiungeranno il confine polacco. Una delle zone più “calde”, in cui arrivano la maggior parte dei profughi in fuga dalle bombe e dall’orrore del conflitto.
«Abbiamo voluto dimostrare la nostra solidarietà in questo modo. Facciamo la nostra piccola parte, con la speranza che questa guerra finisca presto e che l’Ucraina possa recuperare la sua libertà». Così Anthony Acconcia, Amministratore Unico del gruppo Air, prima di salire a bordo dei bus e partire per la Polonia.
Con lui, al seguito della missione umanitaria, due membri dello staff del management, Mario Bruno e Rafaelina De Vito, due accompagnatori di nazionalità ucraina che assisteranno da interpreti per le operazioni programmate in Polonia e 6 degli ottanta autisti che su base volontaria nei giorni scorsi avevano chiesto all’Azienda regionale di TPL di partecipare al viaggio: Vincenzo Veneruso, Francesco Casale, Achille Petrillo, Massimiliano Testa, Giuseppe Caruso e Michele Della Polla.
In questi giorni è stata enorme la solidarietà dimostrata dal personale Air, ma anche dai cittadini, che hanno consegnato i pacchi nei due centri di raccolta allestiti nei depositi di Avellino e Caserta e presso le Parrocchie e la sede della Caritas di Caserta.
Oltre 500 scatole con aiuti umanitari contenenti farmaci, kit di primo soccorso, garze, mascherine, coperte, lenzuola, indumenti, alimenti e prodotti per l’igiene personale. Sopra gli scatoloni anche diversi messaggi di solidarietà, pace e speranza inviati dai bambini.
Raggiunto il confine i due mezzi di AIR Campania, dopo aver consegnato le donazioni umanitarie, rientreranno in Italia con oltre 100 profughi. Il ritorno a Caserta è previsto per il 25 marzo. I pullman raggiungeranno la Caserma Brigata Bersaglieri Garibaldi e la sede dell’Aeronautica. Qui saranno effettuate le operazioni di accoglienza, l’identificazione dei profughi, screening sanitari e tamponi Covid da parte della Questura e Asl.