– di Ursula Franco*
Carlo Domenico La Duca, 38 anni, agricoltore di Termini Imerese scomparso da 3 anni nel gennaio del 2019, è stato ucciso. La sua ex moglie Luana Cammalleri e il suo migliore amico Piero Ferrara sono stati arrestati ieri dai carabinieri.
Analisi di un breve stralcio di una conversazione telefonica tra l’amico di Carlo, Piero Ferrara, e la giornalista di “Chi l’ha visto?”, andato in onda il 6 marzo 2019:
Piero Ferrara: Mi ha detto che aveva un altro appuntamento con un’altra persona: “Ho un appuntamento con un amico mio”, però non è che io vado a chiedere chi è questo amico tuo, come si chiama, dove ti devi incontrare?
Si noti la frase “Mi ha detto che aveva un altro appuntamento con un’altra persona”, in “Mi ha detto che aveva un altro appuntamento” è sottinteso che l’appuntamento fosse con un’altra persona ma Piero sente il bisogno di rimarcarlo aggiungendo “con un’altra persona” e riferendo anche una frase che attribuisce a Carlo “Ho un appuntamento con un amico mio”, lo fa per allontanare i sospetti da sé?
Si noti che nel solito stralcio “un’altra persona” diventa un “amico”.
Piero infine cerca di spiegare alla giornalista il motivo per il quale non sa chi sia questa persona/amico con cui si sarebbe dovuto incontrare Carlo e lo fa dipingendosi come una persona non curiosa, come uno che si fa i fatti propri “però non è che io vado a chiedere chi è questo amico tuo, come si chiama, dove ti devi incontrare?”.
Piero Ferrara: Gli avevano parlato anche di fare una piantagione di mandorle, in questo momento c’era un corso della regione, del comune, che ci sono dei contributi a fondo perduto per chi fa questo tipo di coltivazione e lui mi diceva, dice: “Ne abbiamo già parlato… ia… ora mi devono dire semplicemente quale documentazione dell’azienda devo preparare e io così forse sarà la svolta della mia vita perché finalmente trovo una cosa che io posso coltivare e posso andare avanti”.
Si noti che Piero, almeno in questo stralcio, non mette in relazione la persona/amico, che a suo dire, Carlo avrebbe dovuto incontrare, con la coltivazione di mandorle, anzi parla al plurale, pertanto “Gli avevano parlato anche di fare una piantagione di mandorle” sembra più un pourparler.
Si noti la parola “anche” attraverso la quale Piero introduce questa storia, per attribuire a questa parola il giusto peso è necessario ascoltare l’intera telefonata. La presenza della parola “anche” potrebbe indicare che:
- 1) Piero nasconde altre informazioni;
- 2) potrebbe averla usata semplicemente per introdurre un topic di cui non è molto convinto.
Analisi di uno stralcio di un’intervista rilasciata dall’amico di Carlo, Piero Ferrara, alla giornalista di Chi l’ha visto?, andato in onda il 13 marzo 2019:
Giornalista: Piero, quando Carlo veniva qui, dove si sedeva?
Piero Ferrara: In questo posto qui.
Giornalista: E tu?
Piero Ferrara: Qua, sempre accanto (piange).
Piero sente il bisogno di aggiungere “sempre accanto”, perché? Ha forse bisogno di sottolineare quanto fosse affezionato all’amico Carlo?
Giornalista: Tanto amici siete con Carlo?
Piero Ferrara: Sì (piange).
Giornalista: Da quant’è che vi conoscete?
Piero Ferrara: Eh, ormai sono passati dodici, tredici anni.
Si noti che Piero non dice “Ci conosciamo da dodici, tredici anni” come ci saremmo aspettati, sarebbe stato infatti più facile ripetere le parole della giornalista, perché?
Giornalista: E’ un fratello per te?
La giornalista non chiede ma suggerisce, un errore.
Piero Ferrara: Sì, è il fratello che io non ho mai avuto… e altrettanto io ero per lui.
La risposta è contaminata, quando Piero dice “è il fratello” fa suo il suggerimento della giornalista “E’ un fratello per te?”, suggerimento al presente = risposta al presente ma poi, dopo una pausa, nella seconda parte della risposta Piero non dice “e altrettanto io lo sono per lui”, come ci saremmo aspettati, ma parla di Carlo al passato “io ero per lui” lasciando intendere di ritenere che Carlo sia morto.
Piero Ferrara: Tra questa situazione lavorativa, tra i problemi con la mamma per portarla dal dottore, portarla lì, poi fare la spesa e tutto il resto, tra la co… la nuova compagna, che, ovviamente è normale, occupa un certo tipo di spazio, lui si sentiva… tipo… soffocare.
Piero vuol lasciar passare il messaggio che Carlo possa essersi allontanato volontariamente, proprio per questo motivo i suoi pianti e il fatto che parli dell’amico al passato sono incongruenti e quindi sospetti.
Chi parla usa termini che sono presenti nei suoi pensieri, pertanto non possiamo non notare la frase “lui si sentiva tipo… soffocare”. Carlo è scomparso, forse è stato ucciso, “soffocare” è forse Leakage?
Giornalista: Può c’entrare secondo te una donna, una femmina, qualche cosa di… magari?
La giornalista non chiede ma suggerisce, peraltro usando una forma grammaticalmente scorretta come “Può c’entrare”.
Piero Ferrara: Allora, credimi… la mano sul fuoco non la posso mettere, che lui avesse altre cose per la mente è sicuro, sicuro come la morte, che fossero problemi di donne, problemi di altro tipo non te lo so… non ti posso dire: Sì, è così, e nemmeno ti posso dire: No, non è così.
“credimi” segnala un bisogno di persuadere.
“la mano sul fuoco non la posso mettere” contraddice “che lui avesse altre cose per la mente è sicuro, sicuro come la morte”.
Non possiamo non notare la frase “sicuro come la morte” in specie perché l’argomento della conversazione è uno scomparso e l’ha pronunciata proprio l’ultimo soggetto ad averlo visto. Generalmente chi spera che un proprio caro sia in vita non fa riferimento alla morte proprio per esorcizzare questa possibilità.
Giornalista: Sei l’ultima persona ad averlo visto.
Piero Ferrara: Purtroppo sì.
Una risposta inaspettata che ci conferma che Piero è stato l’ultima persona ad aver visto Carlo.
Giornalista: Perché t’è dispiaciuto che potessero aver pensato: E’ l’ultimo che l’ha visto, magari è successo qualcosa tra di loro?
La giornalista suggerisce una spiegazione, imbocca Piero, un errore grossolano.
Piero Ferrara: Sì.
La risposta di Piero ci conferma che la risposta precedente “Purtroppo sì” non poteva che apparirci inaspettata perché, se Carlo fosse stato ucciso, ad ucciderlo non potrebbe essere stata che l’ultima persona ad averlo visto.
Piero Ferrara: Ci siamo sentiti… credo la sera prima, il pomeriggio del giorno prima, e mi ha chiesto: “Compa’ dove sei?”, “Io domani mattina sono in campagna”, “Vabbè, allora se ho tempo, quando scendo, ti vengo a trovare”, “Va bene”.
“credo” è inaspettato, l’amico Carlo è scomparso, è difficile credere che Piero non possa riferire l’orario esatto dell’ultima telefonata intercorsa tra loro, così come invece ha fatto la compagna del La Duca.
La domanda “Compa’ dove sei?”, che, a detta di Piero, Carlo gli avrebbe posto al telefono nel pomeriggio del 30 gennaio, non può essere la domanda che ha preceduto la risposta “Io domani mattina sono in campagna”.
Giornalista: E siete stati un po’ a chiacchierare?
La giornalista non chiede che cosa sia successo, ma suggerisce che lui e Carlo siano stati un po’ a chiacchierare, un altro errore.
Piero Ferrara: Circa un’oretta, un’oretta e un quarto, un’oretta e mezza, credo che… mmm… tra le dieci, le dieci e mezza, lui se n’è andato… to… dicendomi che aveva appuntamento con un amico suo e poi, inoltre, questa persona, ipotetica persona, gli ha parlato di… eventualmente potere fare… una coltivazione di mandorle, perché in questo periodo, diceva lui, che… mmm… non ho capito bene, non ricordo bene se era il comune o la regione dava dei contribuiti a fondo perduto chi intraprendesse questo tipo di coltivazione.
Si noti “lui se n’è andato”, una frase che potrebbe riferirsi al momento della morte di Carlo.
Si noti che, nella stessa risposta, “amico suo”, singolare maschile, diventa “persona”, singolare neutro, e infine “ipotetica persona”. Già in uno stralcio di una conversazione telefonica tra la giornalista e Piero, l’uomo aveva parlato di un altro appuntamento con “un’altra persona” che era poi diventato un “amico”. Se non vi sono giustificazioni ad una variazione del linguaggio, come in questo caso, una variazione è indice del fatto che il soggetto che parla non pesca nel proprio vissuto e proprio per questo dimentica le parole usate in precedenza.
Si noti “inoltre”, ancora una volta Piero introduce la storia della coltivazione di mandorle in modo poco convinto, in precedenza ha usato la parola “anche”.
Giornalista: Ti sembrava felice, tipo?
Ancora un suggerimento che viene dalla giornalista.
Piero Ferrara: Di questa cosa sì, di questa cosa sì.
Con questa risposta Piero lascia intendere che Carlo avesse altri motivi per non essere felice.
Giornalista: E cosa ti ha detto: Sarà un cambiamento?
Un altro suggerimento della giornalista.
Piero Ferrara: Secondo il suo punto di vista, perché lui era eclatante nel modo di parlare, di esprimersi, era il… il momento che la sua vita poteva avere uno sbocco molto positivo e quindi la svolta della sua vita.
Si noti che Piero non solo parla al passato di Carlo “lui era eclatante nel modo di parlare, di esprimersi” ma le sue parole rappresentano anche una inaspettata velata critica (blaming the victim).
Peraltro Piero prende le distanze dall’entusiasmo di Carlo tenendo a precisare “Secondo il suo punto di vista”.
Giornalista: Esiste, secondo te, questa persona, realmente, che doveva incontrare?
Piero Ferrara: Io oggi, dopo un mese e giorni e confrontandomi con altri amici comuni, mi viene il dubbio.
Quando Piero dice “mi viene il dubbio” non possiamo che credergli, peraltro, già in una risposta precedente aveva messo in dubbio l’esistenza di questa “persona” definendola “ipotetica persona”.
Piero Ferrara: Lui mi dice: “Mi devo sbrigare, mi devo sbrigare, mi devo sbrigare”, “Okay”… io… ci siamo salutati, come tante milioni di altre volte che ci siamo incontrati, e se n’è andato.
Quando Piero dice “Lui mi dice” parla al presente e non al passato come parlano coloro che pescano nella propria memoria esperenziale. Sta falsificando?
È anche vero che “dice” è un intercalare usato al presente anche dalla madre di Carlo e da Luana e che l’intervista non è stata trasmessa in modo integrale. Il fatto che però Piero ripeta tre volte “Mi devo sbrigare” è di un certo interesse e necessita di approfondimenti.
“come tante milioni di altre volte che ci siamo incontrati” è una frase superflua che serve a Piero per normalizzare l’ultimo incontro avuto con Carlo, evidentemente perché normale non è stato.
Ancora una volta si noti “e se n’è andato”, una frase che potrebbe riferirsi al momento della morte di Carlo.
Piero Ferrara: Se riesci… a sentirmi… (piange) scusate… (piange) se riesci a sentirmi o a vedere questo video, sappi che come ci sono stato sempre, ci sarò anche questa volta.
Piero, nell’appello, nonostante abbia ipotizzato un allontanamento volontario, non dice “Ascoltami”, “Se tu mi stai ascoltando”, come Concetta, o “Io spero che Carlo in questo momento mi sta… mi sta ascoltando”, “Spero che mi senti”, come Luana, ma “Se riesci a sentirmi” lasciando intendere che, secondo lui, Carlo potrebbe non essere in condizioni di sentirlo.
“sappi che, come ci sono stato sempre, ci sarò anche questa volta” appare più un modo per dipingersi come un buon amico che un esplicito invito a tornare.
La giornalista chiede a Piero se secondo lui Carlo possa essersi allontanato volontariamente.
Piero Ferrara: Lo escludo completamente e categoricamente. Carlo… nnon è all’altezza di fare e o di pensare minimamente un discorso del genere.
E’ ancora una volta inaspettato che Piero si esprima così riguardo all’amico “Carlo… nnon è all’altezza di fare e o di pensare minimamente un discorso del genere”.
CONCLUSIONI
Piero Ferrara:
- 1) pur avendo ipotizzato un allontanamento volontario perché, a suo dire, Carlo si “sentiva… tipo… soffocare”, ha pianto di continuo durante l’intervista, un pianto fuori luogo, in specie perché Piero è apparso quello più emozionato tra i 4 intervistati;
- 2) ha parlato in almeno due occasioni di Carlo al passato e, nell’appello, ha messo in dubbio che Carlo potesse sentirlo, evidentemente perché ha motivo di crederlo morto;
- 3) non ha raccontato il vero in merito alla telefonata del giorno prima;
- 4) ha cercato di normalizzare l’ultimo incontro con Carlo;
- 5) è stato l’unico a raccontare di un programmato fantomatico incontro tra Carlo ed un amico suo/persona/ipotetica persona per una “eventuale” coltivazione di mandorle, un incontro che Carlo non aveva motivo di tener segreto né a sua madre né a Cettina. Non solo Piero è stato l’unico a raccontare di “un altro appuntamento con un’altra persona” ma è stato lui stesso a mettere in dubbio l’esistenza di questa persona. Se Carlo avesse avuto un incontro segreto non avrebbe dovuto giustificarsi con l’amico inventandosi un altro appuntamento collegato all’idea della nuova coltivazione, avrebbe potuto semplicemente dirgli che Cettina lo stava aspettando. Peraltro, se Carlo si fosse informato in Comune o in Regione su eventuali fondi da distribuire a chi si fosse dedicato alla coltivazione di mandorle, non avrebbe avuto motivo di tenerlo segreto alla madre o a Cettina.
- 6) ha sostenuto che Carlo era rimasto con lui fino alle “dieci e mezza” e poiché da Ciaculli al luogo del ritrovamento dell’auto del La Duca si impiegano circa 20 minuti e il telefono di Carlo risultava spento quantomeno già dalle 11:00, è difficile pensare che tutto sia avvenuto tra le 10:50 e le 11:00. E’ stato peraltro lo stesso Piero a confermarci di essere stato l’ultimo a vedere Carlo.
- 7) non ha mai pronunciato il nome dell’amico, neanche nell’appello, non l’ha mai fatto per evitare lo stress che gli avrebbe prodotto. Durante una conversazione o in un appello, fare il nome di uno scomparso è un modo per sentirsi vicini a lui, è anche un modo di allontanare da sé l’idea che possa essere morto.
- 8) ha introdotto il tema della “morte” quando ha detto “sicuro come la morte” perché la “morte” è nei suoi pensieri; non stupisce il fatto che lo sia, stupisce che Piero non abbia parlato esplicitamente di questa possibilità ma che anzi abbia cercato di convincere la giornalista che può trattarsi di un allontanamento volontario.
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* Medico Chirurgo, Criminologo, Statement Analyst. E’ allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari. Fa parte del Forensic Team della COLD CASE FOUNDATION, una Fondazione Americana che si occupa di casi irrisolti, Executive Director: FBI Profiler Gregory M. Cooper.