LA PERSONALITÀ È TUTTA UNA MONTATURA

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 –   di PepPe Røck SupPa   –   

peppe rock LA PERSONALITÀ È TUTTA UNA MONTATURADitemi quante diottrie vi mancano e vi dirò come ci vedete o come non ci vedete (che a volte é meglio), ma fatemi vedere che tipo di occhiali indossate e vi dirò chi siete. Altro da un semplice accessorio: gli occhiali non sono di certo lo specchio dell’anima ma solo perché l’anima non esiste e «specchio della corteccia prefrontale» suona malissimo, ma di certo possono essere la nostra identità.

Pensate alla grande Lina Wertmuller, ai suoi iconici occhiali bianchi: solari, balneari, regalano subito un clima di festa, «fanno parte del mio arredamento personale, ne ordinai 5mila paia in una fabbrica». Parliamoci chiaro, senza quegli occhiali bianchi, metti tra la folla, nessuno l’avrebbe mai riconosciuta.

Immaginate poi tutto il pacifismo di John Lennon che è proprio in quegli occhialini tondi, oppure le lenti colorate di rosso di Elton John, leggermente più grandi di quelle di Lucio Dalla. Gli occhiali a cuore invece fanno molto Lolita, i Rayban Wayfarer sono la musica dei Blues Brothers, i Persol pieghevoli Folding 714 sono gli anni Sessanta e tutto il fascino di Steve McQueen. Insomma, ogni personalità è solo una montatura, e ogni montatura è l’immagine, la quintessenza di chi li indossa, quando non una vera e propria tragedia. Come Antonello Venditti, perché io non ci credo che abbia ancora per sua scelta quegli orribili Ray-Ban enormi che ormai sono cafoni anche per qualsiasi pusher di periferia: sono i Ray-Ban di Venditti a portarsi dietro lui, Venditti è morto più di quarant’anni fa, assassinato proprio dai suoi occhiali Alien. Pensate invece a Flavio Briatore, non poteva non avere lenti azzurrine, color Costa Smeralda scema e acqua di piscina del suo yacht scemo: se quando lo vedete in tv zoomate, dentro ci vedete ancora qualche Gregoraci che nuota. Togliersi gli occhiali invece può costare molto caro, si veda Arisa: senza occhiali anni Cinquanta, con i capelli cortissimi, sembra una lesbica degli anni Ottanta scappata dal Sacro Cuore.

Comunque i più ridicoli sono quelli che scelgono occhiali leggerissimi, per far credere di non averli, e allora mettetevi delle cazzo di lenti a contatto! E pensare che a New York da anni va il «Nerd Style»: montature molto vistose anche con undici decimi, perché portare gli occhiali è fico.

Io invece pur non contando un cazzo e illudendomi di averla una personalità (quanto basterebbe una piccola lesione alla corteccia o l’Alzheimer e tutto cambierebbe) me li faccio mandare dalla famiglia Carraro a Venezia, sempre lo stesso modello – Venice W2- ma di diversi colori, con lenti fotocromatiche transition di giorno e spesso amo indossarli con lenti scurissime anche di notte, perché voglio guardare senza essere guardato. E anche per avere più carisma e sintomatico mistero.