– di Francesca Nardi –
La nebbia del nostro scontento, oggi è più vischiosa e maleodorante…e avanza lenta fino ad incontrarsi con i rivoli di fango che lambiscono i passi esitanti verso i rifugi occasionali, insicuri, in cui giungeremo vinti a metà dalla nostra vigliaccheria e satolli a metà per la nostra cieca ingordigia. Dal fondo grigio delle tane, guarderemo i nostri silenzi infilati nei calzari dei guerrieri, che passano lungo l’argine dell’unica verità possibile, in marcia verso il destino che questo immondo sistema che tutti conosciamo ed al quale ci abbeveriamo…ha disegnato per la loro morte civile. Nazario Di Cicco da vent’anni cammina nel vento contrario…la sua storia, quella di un medico che voleva lavorare per la sua terra e contribuire a salvare la sua gente, resta a dimora tra quella notte che non riesce a morire e l’alba di un nuovo giorno che ha paura della luce.