MADDALONI – In occasione della ricorrenza del 10 febbraio. Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, le associazioni “Alberto Tixon” e “Maddaloni Donna”, insieme al movimento politico “Riscossa di Maddaloni” hanno organizzato per domenica 13 febbraio alle ore 11:30 una cerimonia commemorativa al monumento ai caduti di piazza della Vittoria. In tale occasione sarà posta una corona di fiori alla memoria delle vittime della barbarie dei partigiani comunisti di Tito, a cui faranno seguito diversi interventi.
«Le foibe sono state un’immane tragedia – ha dichiarato Angela Cipullo, presidente di “Maddaloni Donna” – ancor peggio è stato il silenzio. Riconoscere e ricordare oggi le tante sofferenze patite dalle comunità italiane ci rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la nostra Repubblica. È fondamentale per la corretta tenuta dei nostri valori di libertà, di democrazia, di pace imparare sempre dagli errori del passato. Non esistono morti di serie A e di serie B. Quando si tace o si nega l’unica ad essere morta è la nostra coscienza».
«Ricordare tragedie dell’umanità – ha dichiarato Antonio Cembrola, presidente di “Alberto Tixon” – come quella delle foibe è un dovere per ogni cittadino. Quella del 10 febbraio è una commemorazione che ci tocca da vicino. Per la prima volta nella storia i nostri connazionali, i nostri fratelli giuliano-dalmati vennero perseguitati, umiliati, uccisi e gettati nelle cavità carsiche soltanto perché italiani. Una sciagura che non va dimenticata, né sottodimensionata. Essa però genera dentro di noi l’esigenza di condividere questo peso con tanti altri popoli che hanno subito un eguale destino. Basta fare a gara sul numero di morti. L’imperativo oggi è ricordare. Solo questo».
«Abbiamo accolto la volontà delle associazioni “Alberto Tixon” e “Maddaloni Donna” – ha affermato Giuseppe Vigliotta, coordinatore di “Riscossa di Maddaloni” – di voler ricordare le vittime dell’eccidio delle foibe. Dopo due anni di stop causati dalla pandemia, torniamo quindi in piazza ad onorare quegli italiani, quei nostri fratelli, barbaramente perseguitati e uccisi dalle truppe di ‘liberazione’ titine, con la complicità anche di qualche partigiano italiano. Siamo felici di poterlo fare anche nella nostra città, così come avverrà in tante altre parti d’Italia».