ROMA – Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina ‘Diritti Umani’, a firma del Presidente Romano Pesavento, vuole ricordare lo studente friulano Lorenzo Parelli, morto nell’ultimo giorno dello stage scuola-lavoro: “Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Educazione, deliberata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite; in tale circostanza, il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, intende ricordare lo studente friulano Lorenzo Parelli, morto nell’ultimo giorno di stage dell’alternanza scuola-lavoro. Aveva soltanto diciotto anni. È inconcepibile pensare che allievi affidati alle aziende nel contesto PCTO possano incorrere in incidenti più o meno gravi o addirittura rischiare la vita. In realtà tanti lavoratori nell’esercizio delle loro mansioni in Italia sono esposti a pericoli di varia natura. È dunque questo che gli adolescenti devono imparare fin dai loro primi passi nel mondo del lavoro? Che occorre fortuna? Ci rifiutiamo di accettare un simile abominio e, associandoci al dolore devastante della famiglia, chiediamo vigorosamente che le cause del tragico incidente vengano chiarite e gli eventuali responsabili individuati. Chiediamo ancora che le imprese connesse alle attività PCTO vengano attentamente selezionate in base a elevati standard qualitativi di sicurezza; in verità la “pretesa” che il luogo di lavoro sia sicuro andrebbe estesa a tutte le categorie, ma soprattutto ulteriormente richiesta dovrebbe essere la sicurezza in situazioni ove giovanissimi inesperti si ritrovino a operare per la prima volta in un ambiente che non è quello scolastico. Educare significa proteggere, non solo impartire lezioni o veicolare abilità. Se non si trasmettono al soggetto apprendente la cura continua, la volontà di tutelarne la serenità e l’incolumità psicofisica, la comunità educativa fallisce il suo obiettivo principale e tutta la società ne risente. La sicurezza è importante come concetto per chi trascorre molte ore fuori di casa; le famiglie dovrebbero davvero pensare ai propri figli collocati nei vari istituti scolastici con tranquillità: non solo in relazione alla pandemia, ma anche in funzione dell’edilizia scolastica e di tutte le attività che si stanno nuovamente svolgendo all’esterno. La scuola non dovrebbe essere una trincea né per gli studenti né per i docenti, ma il luogo di elezione per la trasmissione della cultura. Auspichiamo che diventi davvero così per ogni singola realtà educativa italiana.
Il CNDDU partecipa all’iniziativa proposta dall’associazione genitori scuole cattoliche (A.Ge.S.C.) e invita il Ministero dell’Istruzione a proporre, il giorno 28 gennaio, un minuto di silenzio a ricordo di Lorenzo”.