NAPOLI – Un lungo e articolato comunicato del professore Vincenzo Montrone già primario della UOC di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Aorn Cardarelli di Napoli, dinanzi all’ultima vergognosa puntata di una Telenovela che potremmo titolare “tu scarichi i barili ed io pure” mandata in onda dalla Direzione del Cardarelli su ispirazione regionale, racconta innanzitutto la storia dell’Unità, sia il penoso calvario che ha dovuto subire una UOC che era all’avanguardia sia per efficienza che per i risultati ottenuti, sia i tentativi di convogliare su un unico percorso tutte le energie possibili per fare in modo che si smuovano le coscienze e si possa, al di là di qualsiasi recondita ragione all’origine della chiusura, ripristinare una Unità che si era rivelata di grandissima importanza ed utilità. Di seguito la nota del professore Vincenzo Montrone:”Cari amici, purtroppo le notizie che devo comunicarvi non sono quelle che speravamo. Dopo aver avuto colloqui interlocutori con alcuni politici che a loro volta si sono interessati per approfondire la delicata vicenda siamo a sintetizzare lo stato dell’arte.
1) Il Direttore Generale della AORN Cardarelli si trincera dietro il fatto che la Regione non ha riconosciuto la U.O.C. di terapia del dolore e cure palliative né come HUB né come Spoke di primo o secondo livello. (Il primo centro di terapia del dolore dell’Italia centro sud, nato in epoca pionieristica nell’ospedale Cardarelli con un riconoscimento istituzionale (Determina Presidenziale) nel 1977, quando nessuno parlava di terapia del dolore ed il termine “cure palliative” non era stato ancora coniato, con l’applicazione del Decreto regionale n°22 del 19.3.2015 che attiva la RETE DI TERAPIA DEL DOLORE, viene completamente ignorato. Cancellati quasi 40 anni di storia.!!
2) Il direttore Generale si trincera anche dietro il fatto che la Regione non ha applicato la RETE DI CURE PALLIATIVE, per cui, allo stato, non esiste questa U.O. nella pianta organica dell’Ente, inoltre ritiene che le cure palliative sono una tipologia assistenziale territoriale e che dovrà chiudere anche quelle due stanze oggi sono accorpate alla FKT.
3) Il DG. Ritiene che in futuro la terapia del dolore potrà essere una articolazione funzionale della Anestesia e non necessita di organico dedicato.
4) Il D.G. Ritiene che l’Hospice che era in costruzione al Cardarelli ed i cui lavori si sono fermati anni orsono, non è di competenza della AORN ma della ASL.
Il D.G. butta la palla in campo regionale!!!!
Ma non bastava aver chiuso l’attività di terapia del dolore ed aver costretto tantissimi pazienti a cercare altrove la soluzione per i loro dolori cronici benigni, un altro atto comparve l’anno dopo nel 2016, infatti il Commissario ad Acta con DCA n 33 nel mese di maggio (programmazione rete ospedaliera) decide di cancellare i posti letto per le terapie del dolore non ritenendoli necessari. Erroneamente il D.G. dell’epoca, non valutando che i posti letto della U.O. di TDCP erano per le cure palliative e non per la terapia del dolore (per cui i pazienti erano trattati in ambulatorio o in casi più complessi in DH), predispone il Piano aziendale in attuazione di tali disposizioni cancellando erroneamente i posti letto per le cure palliative. Lo stesso Commissario ad Acta però, con successivo DCA n°98 del 20.9.2016 “Istituzione della rete oncologica” chiarisce al comma 3.5.3 “Al fine di garantire le opportune cure palliative ai pazienti terminali non più gestibili nell’ambito di un programma di assistenza domiciliare integrata per paziente oncologico (ADO) o per cui il ricovero in un ospedale non risulti più appropriato, è previsto, qualora richiesto dal MMG, dall’oncologo medico, dal paziente stesso o da suo parente più prossimo o tutore legale, il ricovero in regime temporaneo o permanente negli hospice o in reparti di terapia del dolore tutt’ora presenti sul territorio regionale o di futura realizzazione. In virtù di questo successivo Decreto il Direttore Generale del Cardarelli ing. Verdeoliva affermò pubblicamente che non avrebbe chiuso l’attività di ricovero per i malati terminali oncologici e stessa cosa dichiarò il D.G. che seguì al suo incarico, dott.ssa Iervolino, che annunciò addirittura un potenziamento della U.O.
Alla luce di tali considerazioni il primo punto sostenuto dal D.G. potrebbe trovare responsabilità sulla sua errata interpretazione e comunque non necessiterebbe a nostro giudizio di un chiarimento Regionale che, ben venga se necessario. Il secondo Decreto chiarisce la necessità di posti letto anche in strutture ospedaliere per le cure palliative!!
Il secondo punto sostenuto dal DG. si fonda sul fatto che lui ha trovato una situazione di fatto e che in pianta organica non è prevista la U.O. (non si comprende però perché non avendo alcuna responsabilità non interrompa il servizio chiudendo anche quelle due stanze aggregate alla FKT). Sulla sua convinzione che le cure palliative siano una tipologia assistenziale territoriale, seppure siamo rispettosi delle idee altrui riteniamo per innumerevoli motivi, che sarebbe troppo lungo enumerare, essere un personale pensiero che dovrebbe trovare supporto da norme regionali o nazionali.
Il terzo punto, in cui ritiene che in futuro la terapia del dolore possa essere una articolazione funzionale del servizio di anestesia non tiene conto che la norma regionale ha tolto la Terapia del dolore alla AORN Cardarelli con l’applicazione del Decreto regionale n°22 del 19.3.2015.
Sul quarto punto al momento riteniamo di non dover dare informazioni poiché stiamo preparando un esposto alla procura.
STIAMO VALUTANDO ALTRE FORME DI PROTESTA IN ATTESA DI POTER AVERE UNA INTERLOCUZIONE CON GLI ORGANI REGIONALI.
A solo titolo di cultura, per chi ha voglia e pazienza di leggere ed approfondire la storia che cè dietro la nascita di una disciplina come quella della TDCP può continuare la lettura di questo comunicato.
In epoca remota, a dimostrare la storia che esiste dietro la U.O. di TDCP, và ricordato che a seguito di eccezionali risultati, il 12 marzo 1978 con delibera n° 780 fu chiesto alla Regione la possibilità di incrementare l’organico del centro di terapia antalgica (T.A.) con due aiuti, due assistenti e tre infermieri professionali.
1985: L. n° 595 del 23.10.85 Finalmente comparve in Italia la prima legge che prendeva in considerazione la Terapia del dolore e stabiliva che le Aziende Ospedaliere per essere riconosciute di “Alta Specialità” dovevano avere la “Terapia del dolore”. Questa legge riconosceva la terapia del dolore e sanciva che una Azienda Ospedaliera per essere considerata di Alta Specializzazione doveva essere dotata di una Unità Operativa di terapia del dolore nell’ambito del dipartimento di neuroscienze.
1988: 13 settembre DECRETO Ministeriale del 13 sett. (G.U. n° 225 del 24 settembre) “Determinazione degli standard del personale ospedaliero” all’art.4 comma 1, è prevista una maggiorazione di organico del 10% per quei Servizi di Anestesia che avessero attivato la terapia del dolore.
1992 29 gennaio Decreto (G.U. 1/2/92 n 26) viene riconfermata la terapia del dolore quale struttura specialistica di alta specialità. Si stabilisce che per essere considerata Azienda di Alta Specializzazione l‘ospedale deve istituire un SERVIZIO di TERAPIA DEL DOLORE. Viene indicata la dotazione organica che i centri di terapia del dolore devono avere, nonché viene specificato che tale disciplina è di norma ubicata nel presidio ospedaliero sede della struttura di Alta Specialità o eccezionalmente, in altro presidio ospedaliero della stessa area metropolitana. “Elenco delle Alte specialità e fissazione dei requisiti necessari alle strutture sanitarie per l’esercizio delle attività di alta specialità”
1992: Il Piano Sanitario Nazionale (P.S.N). 1992/94 sanciva “…deve essere previsto un polo specialistico capace di garantire anche prestazioni di terapia antalgica”
1994 17 maggio Il dott. Montrone viene riconosciuto dalla società Italiana di cure palliative come “esperto in materia di terapia del dolore e cure palliative” e invitato dall’assessorato alla Sanità della Regione Campania a sviluppare il progetto: “Rete organizzativa dei centri di terapia antalgica”., ottenendo che la Regione Campania diventasse la prima regione in Italia ad istituire con L.R. 32/94 U.O.C. di Terapia del dolore. Questa fu una delle più complete leggi elaborate da parte della Regione. Nel Piano di riordino ospedaliero nell’allegato B.1 fu identificato il Dipartimento oncoematologico con la presenza di una Unità Operativa Complessa di terapia del dolore (ben 8 in tutta la regione). Finalmente dopo tanta fatica, grazie alla volontà dell’assessore regionale alla Sanità che recepì tutte le istanze presentate dal dott. Montrone, la Campania emanò la prima legge Regionale in Italia in cui si istituivano U.O. Complesse di terapia del dolore.
Con la Legge 32/94 si ottennero quattro importanti risultati:
il riconoscimento normativo della terapia del dolore, (prima volta da parte del legislatore periferico)
Si evidenziarono i requisiti di autonomia ed i caratteri di Complessità delle Unità Operative (UO) identificate.
Venivano istituite UO Complesse di terapia del dolore in tutte le Aziende Ospedaliere della Regione, con posti letto dedicati e organici propri.
La allocazione delle UO nei dipartimenti oncoematologici sottolineava la loro competenza nel trattamento del dolore da cancro.
1994 legge Regionale n°32/94 si istituirono Unità Operative Complesse (U.O.C.) di terapia del dolore e cure palliative con posti letto dedicati nelle cinque Aziende Ospedaliere di Rilievo Nazionale delle 5 province. Queste U.O. svolgevano sia attività ambulatoriale che di DH per il dolore cronico benigno e tumorale, sia cure palliative per pazienti oncologici tumorali.
1995/97: Nel P.S.N. si iniziava a focalizzare l’attenzione sulle cure palliative “…. necessità di sviluppare forme di assistenza più coerenti rispetto al processo di umanizzazione della stessa, quali le cure palliative e le cure domiciliari) e il dott. Montrone veniva chiamato a far parte della: “Commissione per la formazione” Società Italiana Cure Palliative (SICP)
Con Delibera n° 995 del 24.6.2005 esecutiva ai sensi di legge si stabiliva la Pianta Organica dell’Azienda Cardarelli ed erano attribuite dieci unità infermieristiche per l’attivazione della degenza ordinaria dell’U.O. di TDCP. (cure palliative)
1996: Dopo il riconoscimento dell’U.O. di “Fisiopatologia, terapia del dolore e cure palliative” ottenuto con la L. 32/94, il dott. Montrone riproponeva all’Assessorato alla Sanità Campania, la necessità di istituzionalizzare posti letto per le U.O. di TDCP. Si avviarono una serie di consultazioni con gli Organi di Governo Regionale e con le rappresentanze politiche per far apportare alcune modifiche al P.S.R. in materia di assistenza ai malati sofferenti. Tali suggerimenti ottennero il parere favorevole della V Commissione Sanità e l’approvazione degli emendamenti suggeriti in materia di terapia del dolore e cure palliative. Con quest’atto, la “terapia del dolore e cure palliative” trovò giusto riconoscimento nella L.R 2/98 e la Regione Campania creò i presupposti per la rete di Terapia del dolore e cure palliative (prima Regione in Italia).
1996 16 maggio: Decreto Ministeriale n° 413 (suppl. ord. G.U. n°185 agosto) “Regolamentazione della disciplina degli esami di idoneità nazionale alle funzioni di direzione” nell’allegato 1, la terapia del dolore trova un suo riconoscimento e viene identificata disciplina equipollente alla Anestesia e Rianimazione. Tale riconoscimento è solo ed esclusivo merito dell’impegno del dott. Montrone e delle sue reiterate richieste al sottosegretario alla Sanità On. Mangiacavallo.
1996 19 dicembre: L’Assessore alla Sanità (Prof. Calabrò) inviò al dott. Montrone una lettera in cui si affermava che:” … in sede di discussione del P.R.O. la V Commissione ha dato il suo assenso alla approvazione degli emendamenti presentati in materia di terapia antalgica e cure palliative nelle discipline afferenti con posti letto. All’allegato E sono state apportate modifiche nel senso da Lei desiderato. Entro i limiti definiti, oltre i quali si sarebbe verificata una modifica sostanziale del documento.”
22. 1997, grazie ad una intensissima attività istituzionale svolta in tutte le sedi parlamentari, il dott. Montrone ottenne l’attenzione dell’on. Bruni (Presidente della V Commissione Sanità al Senato) e dell’on. Fumagalli Carulli che presentarono un disegno di legge preparato dal dott. Montrone denominato” Istituzione delle U.O. di terapia antalgica e cure palliative a servizio dei pazienti affetti da patologie tumorali e non”.
il ministro Bindi, sull’onda emotiva della vicenda Di Bella e per il risalto dato dai mass media alle problematiche dei malati sofferenti di cancro, emanò il decreto legge n°450 (28.11.98) di edilizia innovativa per le strutture tipo Hospice e successiva Legge di conversione n° 39 del 26.2.1999. recante disposizioni per assicurare interventi urgenti del Piano Sanitario Nazionale 98/2000. Il Governo si impegnava a verificare nelle singole aziende ospedaliere il funzionamento delle singole Unità Operative per un “OSPEDALE SENZA DOLORE”, e assumeva l’impegno di adottare ogni opportuna iniziativa anche con appositi finanziamenti in collaborazione con le regioni, per sopperire alle carenze numeriche e funzionali delle U.O. di Terapia del dolore e cure palliative esistenti sul territorio.
1999 15 febbraio Il Ministro preannuncia al Senato nella seduta n°541 l’intenzione di istituire una commissione ministeriale deputata a studiare le problematiche della terapia del dolore e cure palliative unitamente ad una sottocommissione del CUF,
1999 26 febbraio L. 26 febbraio 1999, n. 39 (1). Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 28 dicembre 1998, n. 450, recante disposizioni per assicurare interventi urgenti di attuazione del Piano sanitario nazionale 1998-2000.
Prima definizione hospice e destinatari
1. “…..un programma su base nazionale per la realizzazione, in ciascuna regione e provincia autonoma, in coerenza con gli obiettivi del Piano sanitario nazionale, di una o più strutture, ubicate nel territorio in modo da consentire un’agevole accessibilità da parte dei pazienti e delle loro famiglie, dedicate all’assistenza palliativa e di supporto prioritariamente per i pazienti affetti da patologia neoplastica terminale che necessitano di cure finalizzate ad assicurare una migliore qualità della loro vita e di quella dei loro familiari”
primo riferimento concettuale alla rete
“Le regioni e le province autonome presentano al Ministero della sanità, nei termini e con le modalità previste nel decreto ministeriale di adozione del programma di cui al comma 1, i progetti per l’attivazione o la realizzazione delle strutture, conformi alle indicazioni del programma medesimo e tali da assicurare l’integrazione delle nuove strutture e dell’assistenza domiciliare con le altre attività di assistenza sanitaria erogate nell’ambito della regione o della provincia. A tali progetti deve essere allegato un piano della regione o della provincia autonoma che assicuri l’integrazione dell’attività delle strutture con le altre attività di assistenza ai pazienti indicati nel comma 1, erogate nell’ambito della regione o della provincia autonoma”.
“assistenza domiciliare”
6. “Alle regioni sono attribuite, in ragione della quota capitaria prevista dal Piano sanitario nazionale, somme per complessivi 150 miliardi di lire, da destinare all’assistenza domiciliare, con particolare riferimento ai pazienti in fase critica.” (NDR: Il paziente in fase critica era il malato terminale. I soldi arrivarono alle ASL ma il servizio non è mai stato erogato)
1999 Decreto 28 settembre “. Programma nazionale per la realizzazione di strutture per cure palliative a supporto prioritariamente dei pazienti affetti da patologia neoplastica terminale e che necessitano di cure finalizzate ad essi ed ai loro familiari una migliore qualità di vita. Le strutture di cui al comma 1 sono parte integrante della rete di assistenza ai malati terminali costituita da servizi territoriali ed ospedalieri finalizzate alla erogazione delle cure palliative.
Art.3 comma 3 le strutture sono realizzate prioritariamente attraverso l’adeguamento e la riconversione di strutture di proprietà di Aziende, Unità sanitarie locali o aziende ospedaliere utilizzate anche parzialmente ovvero di strutture che si siano rese disponibili in conseguenza della rete ospedaliera secondo criteri stabiliti dall’art. 2 comma 5 della Legge 28 dicembre 1995 n° 549 e successive modifiche ed integrazioni.
1999 29 ottobre La senatrice Fumagalli Carulli in sede di Quinta Commissione presentava al Senato una mozione che veniva accolta dal governo come raccomandazione e trasformata in ordine del giorno. Veniva inoltre proposto un fondo presso il Ministero del Tesoro per le “Unità di terapia del dolore e cure palliative con una dotazione di 100 miliardi per il 1999.
Anno 2000 Audizione del dott. Montrone alla Camera dei Deputati Parlamento Europeo su terapia del dolore e cure palliative “Stato dell’arte in Italia”
2000 10 gennaio audizione dott. Montrone alla Camera dei Deputati Roma
2000 D.P.C.M. 20-1-2000 Pubblicato nella Gazz. Uff. 21 marzo 2000, n. 67. Atto di indirizzo e coordinamento recante requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per i centri residenziali di cure palliative.
Allegato 1, art. 1, comma 1. Si chiarisce che “La localizzazione può essere nell’àmbito di un edificio specificamente dedicato, di una struttura ospedaliera o di una struttura residenziale sanitaria.”
2000 22 maggio: Il Dott. Montrone inviava lettera al Ministro della Sanità Umberto Veronesi con la richiesta di istituire una commissione chiamata “Lotta al dolore”
2000 14 giugno Il dott. Montrone veniva convocato presso il Ministero della Sanità per illustrare il progetto “Ospedale senza dolore”
2000 10 luglio il dott. Montrone, su richiesta della dott.ssa Ogalia (OMS), inviò una lettera di sensibilizzazione a tutti i rappresentanti italiani al Parlamento Europeo.
2000 7 settembre: Il dott. Montrone presentava una relazione progettuale per la realizzazione di un Hospice presso il Cardarelli.
martedì 10 ottobre 2000 Roma, Ministero della Sanità,–
“L’attenzione per la terapia del dolore e cure palliative va considerata un obiettivo prioritario nel programma del Ministero della Sanità. Il successo di questo piano nella lotta contro il dolore si appoggia largamente sulla mobilitazione di tutte le istituzioni ospedaliere nazionali e del coinvolgimento delle istituzioni universitarie che si occupano dell’educazione dei medici e degli infermieri. Per assicurare tale mobilitazione è necessaria la creazione in ogni istituzione ospedaliera di Unità Operative complesse di Terapia del dolore e cure palliative che dovranno attivare un Comitato di Lotta Contro il Dolore (CLCD).
La realizzazione all’interno di aziende ospedaliere e di aziende sanitarie locali di strutture specialistiche destinate alla terapia antalgica ed alle cure palliative, corrisponde (Vedi atti parlamentari Nn. 4236 e 4237-A/2-II , 5 Commissione permanente al Senato) ad un impegno del Governo, assunto in data 29/10/99, come da Ordine del Giorno Sen. Fumagalli Carulli. La verifica dell’esistenza ed il funzionamento delle U.O. “Per un Ospedale senza dolore” e l’adozione di ogni opportuna iniziativa, anche con appositi finanziamenti finalizzati, in collaborazione con le regioni, per sopperire alle attuali carenze numeriche e funzionali delle suddette strutture, sono state assunte come impegno e devono essere tenute in debito conto dalla Commissione. La cultura della non sofferenza non può non passare se non attraverso l’istituzione capillare in tutti gli ospedali di centri di TDCP, questi dovranno essere preposti alla costituzione dei CLCD. Il centro di TDCP funge da motore organizzativo del comitato ed è centro di riferimento per tutte le iniziative di sensibilizzazione e promozione della cultura del DIRITTO ALLA NON SOFFERENZA. Esso attiverà la collaborazione con una molteplicità di attori che sono implicati nel controllo del dolore creando un collegamento pluriprofessionale trasversale al fine di suscitare delle riflessioni collettive e di dare impulso a nuove misure. “
2000 22 ottobre Documento della Commissione Regionale 25/12/0013.59, pubblicato sul BURC n. 55 del 22 ottobre 2000, integralmente riportato nella D.G.R. n. 4408 del 2001 (vedi 2.5)
2000 1 novembre: Il dott. Montrone è invitato a far parte della Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e cure palliative.
2000 28 novembre: delibera di Giunta Regionale n°5744 del 28.11.00. Vengono stabilite le basi generali su cui si articolerà la rete assistenziale al fine di garantire un continuum di cure nelle varie fasi assistenziali ed il coordinamento delle attività sanitarie, dall’ospedale al domicilio.
2000 25 dicembre Il dott. Montrone presenta una bozza di documento programmatico in Commissione Sanità.
2001 8 gennaio Progetto Ospedale senza dolore
2001 2 febbraio Relazione dott. Montrone al Parlamento Europeo
2001 17 luglio Il dott. Montrone partecipa alla Commissione regionale per le cure palliative –Hospice DPR n.200 verbale seduta n 3
2001 marzo Gazz. Uff. 2 maggio 2001, n. 100, S.O. Accordo tra il Ministro della sanità e le regioni e province autonome di Trento e Bolzano sulle linee-guida concernenti la prevenzione, la diagnostica e l’assistenza in oncologia. La Commissione, chiama come referente scientifico il dott. Montrone.
2001 5 aprile bozza presentata dal dott. Montrone e integralmente deliberata.
2001 29 maggio Il dott. Montrone partecipa quale membro della Commissione Regionale Assessorato alla Sanità (verbale n 2)
2001 17 luglio DPR n° 200 Il dott. Montrone partecipa quale membro della Commissione Regionale per le cure palliative – Hospice verbale seduta n.3
2001 9 agosto Il dott. Montrone invia un Promemoria sul progetto Hospice all’Assessore alla Sanità Campania.
2001 11 settembre il dott. Montrone partecipa alla Commissione Regionale per le cure palliative – Hospice
2001 26 settembre D.G.R n° 4408 su richiesta del dott. Montrone si istituisce il CRAMT (Centro regionale assistenza malati terminali)
2001 BURC n 55 22 ottobre “Programma regionale per la realizzazione di strutture per le cure palliative all’interno della rete di assistenza ai malati terminali” – Approvazione (Legge 26 febbraio 1999, n. 39).
La Azienda Cardarelli che aveva richiesto il finanziamento dopo presentazione di progetto esecutivo ottiene:
– “Azienda Ospedaliera A. Cardarelli” Hospice per la terapia del dolore e cure palliative Padiglione 0 Posti letto n. 9 – importo richiesto lire 6.220.000.000 ristrutturazione con riconversione di posti letto in struttura ospedaliera;
– A.S.L. Avellino, 2 Residenza sanitaria per malati terminali hospice. – Landolfi di Solofra Posti letto n. 11 – importo richiesto lire 4.350.000.000 ristrutturazione di edificio pubblico di proprietà dell’ASL AV2;
– A.S.L. Salerno 2- Hospice S. Giovanni da Procida Salerno, Posti letto n. 12 – importo richiesto lire 6.592.000.000 Edificio pubblico di proprietà dell’ASL SA2;
– A.S.L. Salerno 3 Hospice Posti letto n. 10 – importo richiesto lire 2.638.080.989 ristrutturazione di gran parte del terzo piano dell’Ospedale di S. Arsenio di proprietà dell’ASL SA3; Importo totale richiesto lire 19.800.080.989; ”…di erogare le somme di cui sopra, dopo l’approvazione dei progetti esecutivi da parte degli organi preposti ed in conformità alle norme vigenti in materia di lavori pubblici”” di stralciare l’importo di £. 16.505.000.000 (affetto da Vincolo di destinazione con delibera CIPE n. 128/99 L. n. 39/1999) di cui punto 1) lettera b) del dispositivo della Delib.G.R. 28 novembre 2000, n. 5744 relativo al sotto progetto “La domiciliarizzazione delle Cure ai Soggetti non anziani una nuova modalità assistenziale” dall’importo di £. 25.950.000.000
D.P.R. N. 2000 DEL 5 febbraio 2001 COMMISSIONE REGIONALE PER LE CURE PALLIATIVE HOSPICE (Verbale 6 marzo 2001) Dott/ssa Giovanna Moreno , Dott/ssa Marina Morelli, Dr. Vittorio Salemme, Dr Giacomo Cartenì, Dr. Vincenzo Montrone, Dr Sergio De Rosa, Dr Bruno Mautone, Dr Giuseppe Boschi, Dr Marino Reppucci, Dr Roberto Mabilia, Segretario il Sig. Giuseppe Itri;
2001 6 settembre
giovedì 6 settembre 2001
Dott. Vincenzo Montrone
Dott. Giovanna Moreno
LA RETE ASSISTENZIALE : Analisi della situazione attuale, criticità ed adattamento della rete all’esistente.
Attualmente con legge regionale 32/94 e 2/98 sono state programmate 8 U.O. complesse di terapia del dolore e cure palliative con posti letto nelle seguenti strutture:
1. A.O. A. Cardarelli
2. A.O. S. Bono
3. A.O. Monaldi
4. A.O. Cotugno
5. A.O. S. Giovanni di Dio (SA)
6. A.O. Moscati (AV)
7. A.O. Rummo (BN)
8. Ospedale Multizonale Caserta (CE)
Risultano pienamente attivate le strutture n 1 e 8
Parzialmente funzionanti la n°2, 3, 5, 6, 7
Attualmente hanno fatto richiesta di istituzione di Hospice le seguenti aziende:
1. A.O. A. Cardarelli (protocollo d’intesa con ASL Na 1 a copertura del distretto 47 Arenella Vomero)
2. ASL SA 1
3. Asl SA 2
4. ASL AV 2
Tali strutture che hanno fatto richiesta di Hospice coprono un fabbisogno di circa 40 posti letto su una popolazione di circa 5.670.000 ab. Stimando una prevalenza di circa 400 malati terminali ogni 100.000 ab. (0.4 pl. ogni 10.000 ab.) e considerando che dalla letteratura si evince la necessità di assistenza in struttura protetta negli ultimi 60 gg. di vita per almeno il 20% di questi, si deduce che circa 80 malati ogni 100.000 ab. necessitano di ricovero protetto. Si comprende facilmente che attualmente la offerta di P.L. è assolutamente insufficiente rispetto alla domanda.
2001 26 settembre DGR 4408 “linee guida per attivazione della rete integrata di assistenza ai malati terminali tra i centri residenziali hospice ed i servizi e le strutture presenti sul territorio preposti alle cure palliative.”
2001 4 ottobre Lettera assessore Sanità regione Campania
U.O. DI FISIOPATOLOGIA, TERAPIA DEL DOLORE E CURE PALLIATIVE
Dipartimento di Onco-Ematologia
Fax n° 60
All’Assessore alla Sanità
On. Teresa Armato E p/c
Al Dr. Albino D’Ascoli Coordinatore Area Generale di coordinamento Assistenza sanitaria e Dirigente Settore Fasce Deboli
Al Dirigente Settore Assistenza Sanitaria
Dr. Pepe
Oggetto: Terapia del dolore e cure palliative : Progetto Hospice
1. In data 30/3/98 con fax n° 35 invitavo il Direttore Generale dell’ARSAN, a nome della FONDAZIONE SERAFINI di Rimini, alla seconda edizione “Incontri Internazionali sul dolore “(Rimini). In tale sede si è ampiamente dibattuto su quanto si stava facendo in sede Ministeriale per far nascere un decreto sulla materia della terapia del dolore e cure palliative. (Invito a cui non è seguita risposta)
2. In data 7/7/98 con Fax n° 107 indirizzato al Direttore Generale dell’ARSAN richiedevo formalmente, in qualità di Vicepresidente della Soc. Italiana dei clinici del dolore e di Responsabile regionale della Soc. Italiana di Cure palliative un cenno di disponibilità ad una fattiva collaborazione nel campo della Terapia del dolore e cure palliative. (Lettera senza risposta)
3. In data 28.11.98 veniva promulgato il D.L.vo n° 450 in cui si stabiliva lo stanziamento di £ 150 Miliardi da ripartire a livello regionale secondo quota capitaria da destinare all’assistenza domiciliare, in particolare ai pazienti in fase critica.
4. In data 26.02.99 veniva convertito il D.L.vo n° 450 in Legge n° 39 e all’art. 1 comma 6 si ribadiva l’assegnazione della somma di 150 miliardi da ripartire fra le varie Regioni per l’assistenza domiciliare ai malati critici terminali, prevalentemente tumorali.
5. In data 2.03.99 inviavo fax n° 43 al Direttore Generale dell’ARSAN rinnovando la disponibilità della Società Italiana dei clinici del dolore, di cui lo scrivente è tuttora Vicepresidente, a collaborare con il suo ufficio e ad istituire un tavolo tecnico di consultazione sui problemi della terapia del dolore e cure palliative (Lettera a cui non è pervenuta risposta)
6. In data 10.03.99 con nota 0024, l’Assessore Regionale alla Sanità delegava l’agenzia ARSAN alla definizione ed alla proposizione di specifici progetti obiettivo fra cui prioritariamente, perché già autorizzati dal Dipartimento della Programmazione del Ministero della Sanità ed ammessi a finanziamento, i P.O. regionali relativi alla “ Attivazione e potenziamento della assistenza domiciliare al paziente cronico e/o Terminale” e alla “Assistenza integrata al paziente con grave disagio psichico ed in fase critica”.( integralmente copiata la dicitura da prot. 4721 del 9.nov. 99 dell’ARSAN inviata alle A.O ed ASL)
7. In data 19.3.99 L’ARSAN, con nota prot. n° 1162 richiedeva alle ASL ed alle A.O. di compilare un formulario ed elaborare un progetto obiettivo al fine di consentire l’elaborazione di un unico progetto obiettivo regionale congruo alla ammissione dei finanziamenti aggiuntivi per il biennio 99/2000 di cui all’art.1 comma 34 e 34 bis della L. 662/96
8. In data 30.03.99 la A.O.R.N. Cardarelli di Napoli deliberava ed inviava all’ARSAN il progetto di assistenza domiciliare nominando referente responsabile dello stesso il D.G. F.F.
9. In data 2.4.99, al fine di favorire l’avvio di programmi di attività destinate al perseguimento di obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale, fra cui la applicazione della legge 39/99, il Ministero della Sanità inviava nota n° 100/SCPS/5.3789 invitando le regioni a presentare entro il 10.05.99 i progetti illustrativi degli interventi e delle attività finalizzate al perseguimento degli obiettivi ritenuti prioritari dal PSN, tra cui il potenziamento della Assistenza domiciliare.
10. In data 6.8.99 delibera CIPE n° 128 per £. 16.705.000.000 con vincolo di destinazione (G.U. 13.10.99 n° 241) per il potenziamento della assistenza domiciliare ai malati terminali. (da intendersi per il funzionamento della rete Hospice)
11. In data 28.09.99 con Decreto Ministeriale si stabilisce come deve essere articolata la rete di assistenza ai malati critici terminali al fine di garantire il continuum di assistenza nelle varie fasi assistenziali.
12. In data 9.11.99 l’ARSAN invitava le A.O. e le ASL a nominare un referente aziendale per partecipare alla riunione presso l’agenzia con i tecnici della stessa per la presentazione dei progetti.
13. In data 18.11.99 viene presentato dall’ARSAN il progetto obiettivo Regionale: “Assistenza Integrata al paziente con grave disagio psichico ed in fase critica” linee guida alle AA.SS.LL. Rappresenta il Cardarelli il D.S dott. Matarazzo. L’ARSAN stabilisce un cronogramma per lo sviluppo del progetto.
14. In data 3/12/99 con nota prot. 2921 del Direttore generale della A.O.R.N. Cardarelli E. Iovino indirizzata all’Assessore alla Sanità ed al Direttore Generale dell’ARSAN, viene conferito al Dott. Vincenzo Montrone l’incarico di referente aziendale per il progetto obiettivo unico regionale relativo alla attivazione e potenziamento della assistenza domiciliare al paziente cronico terminale.
15. In data 12.1.2000 con nota prot. 008 indirizzata al D.G. del Cardarelli, il dott. Montrone fa rilevare che assume l’incarico di un progetto da lui non condiviso in quanto non rispondente alle finalità della legge 39/99 alla stesura della quale aveva partecipato in qualità di consulente del Ministero. Allega articolata proposta ed un nuovo progetto “Ospedalizzazione domiciliare ai pazienti oncologici terminali e paucisintomatici”. In pari data si mette in contatto tf. con il Dott. Rea (ARSAN) assumendo l’informazione che sarebbe stato contattato per il prosieguo del progetto avendo assicurazione che si poteva ancora intervenire con eventuali contributi migliorativi. (Sono poi seguite numerose tf a cui si rispondeva che il progetto era momentaneamente sospeso e lettere a cui non veniva data risposta…).
16. In data 26.01.2000 con fax n° 15 inviato al Direttore generale dell’ARSAN si rinnovava l’invito ad una audizione per collaborare con l’ufficio di competenza in materia di terapia del dolore e cure palliative (Lettera senza risposta)
17. In data 11/5/2000 con fax n° 61 inviato al Dott. Albino D’ascoli informavo della mia avvenuta partecipazione alla riunione presso il Dipartimento della Programmazione del Ministero della Sanità in qualità di rappresentante della Regione Campania e dell’audizione avvenuta su personale invito in qualità di “Esperto di terapia del dolore e cure palliative” con il Sottosegretario della Sanità Ombretta Fumagalli Carulli.
18. In data 29.5.2000 con fax n° 70 indirizzato all’Assessore alla Sanità e per conoscenza al Direttore Generale dell’ARSAN si richiedeva formale istituzione di un organismo regionale di coordinamento per la discussione delle problematiche attinenti la terapia del dolore e cure palliative.
19. In data 8/6/2000 con fax n° 74 si chiedeva al Dr. D’Ascoli di avere incarico formale a rappresentare la Regione alla conferenza Stato-regione per l’assegnazione dei fondi residui al progetto Hospice.
20. In data 26/6/2000 con fax n° 88 inviata all’Assessore alla Sanità, facendo seguito ad una precedente nota n° 84 del 22/6/2000 chiedevo autorizzazione a partecipare alle riunioni in sede di conferenza Stato regione.
21. In data 28.06.2000 incontravo l’Assessore alla Sanità che accoglieva la personale collaborazione e quella delle Società scientifiche che il sottoscritto rappresenta.
22. In data 30.06.2000 con fax n° 90 indirizzato all’Assessore alla Sanità, chiedevo l’istituzione urgente di un tavolo tecnico per la discussione delle problematiche inerenti la terapia del dolore e cure palliative, in particolare facevo notare che i programmi di comunicazione erano previsti a carico delle regioni dall’art. 5 del decreto 28 sett. 1999, nonché “l’integrazione ed il coordinamento delle strutture Hospice con le attività di assistenza domiciliare e con le altre attività sanitarie presenti sul territorio, specificando che la rete di assistenza è costituita da una aggregazione funzionale ed integrata di servizi distrettuali ed ospedalieri, sanitari, sociali, che operano in modo sinergico con la rete di solidarietà sociale. Segnalavo inoltre che era compito della Regione farsi carico dei protocolli operativi individuando programmi per la verifica e la promozione della qualità della assistenza, la gestione del personale e la formazione e l’aggiornamento dello stesso. Richiedevo infine l’istituzione urgente di una commissione che avrebbe dovuto produrre una bozza di indirizzo da inserire nel PSR.
23. In data 3.7.2000 con fax n° 92 indirizzato al Dott. Rea dell’ARSAN ed all’Assessore alla Sanità, nonché al D.G., D.S. e D. A. del Cardarelli, facendo riferimento alla mia nomina di referente del progetto “Attivazione e potenziamento della assistenza domiciliare al paziente cronico terminale”, chiedevo un incontro per conoscere gli sviluppi del progetto stesso. Si faceva presente che dall’atto della nomina non avevo mai avuto alcuna convocazione e che ad un mio sollecito telefonico avevo avuto rassicurazione sul fatto che sarei stato informato di eventuali altre riunioni. (lettera senza risposta)
24. In data 21.10.2000 con fax n 120 indirizzato all’Assessore alla Sanità, lo ringraziavo a nome delle Società Scientifiche che rappresentavo, per aver accolto la nostra disponibilità di collaborazione per la risoluzione delle problematiche inerenti la terapia del dolore e cure palliative.
Da quanto sopra si può facilmente evincere la forte determinazione del sottoscritto a portare il contributo concordato e la confusa e difficile situazione operativa che ha visto riunire la Commissione solo due volte.
Il documento di 27 pagine da me elaborato e messo agli atti nella prima riunione della commissione doveva essere la base su cui elaborare, nelle successive riunioni, il programma. Purtroppo tutto ciò non è avvenuto.
Esprimo pertanto la mia preoccupazione per la mancata pianificazione della rete assistenziale e di tutte le voci citate nella bozza da me presentata alla prima riunione e che sono indispensabili per l’accettazione dei progetti da parte del Ministero. Questa ed altre numerose perplessità, sono state da me espresse verbalmente ai funzionari con i quali ho collaborato.
Quanto sopra per opportuna conoscenza e per il rispetto di un impegno assunto.
2002 12 febbraio il D.G dell’azienda San Sebastiano di Caserta conferì al dott. Montrone incarico professionale per sviluppare il progetto Hospice e lo stesso dott. Montrone convinse il D.G. ing. Florio ell’Istituto dei tumori Pascale a presentare eguale richiesta offrendosi di elaborare a titolo gratuito il progetto.