– di Ursula Franco* –
Il 26 settembre 2020, Antonio De Marco, uno studente di scienze infermieristiche di 21 anni, ha ucciso Daniele De Santis ed Eleonora Manta in un appartamento appartenuto a Daniele e nel quale aveva vissuto in affitto, uno stabile di via Montello, a Lecce. De Marco è stato arrestato pochi giorni dopo il fatto ed al momento è a processo. Prossima udienza il 21 dicembre.
Nell’ottobre 2020 la trasmissione Quarto Grado ha diffuso uno stralcio dell’interrogatorio di Antonio De Marco, si tratta di uno stralcio nel quale la contaminazione la fa da padrone. Dall’analisi di un interrogatorio contaminato emergono solo i convincimenti di chi quell’interrogatorio l’ha condotto.
Alcune delle domande poste ad Antonio De Marco durante l’interrogatorio sono le seguenti:
“Non fai uso di droghe?
Hai subito qualche delusione? Ti sei innamorato di una ragazza che non ha corrisposto?
Una compagna di corso?
Prima del 21 settembre?
Per ucciderti o per stordirti?
E i pensieri erano solo autolesionisti o c’era anche il pensiero di procurare ad altri il dolore?
Come una forma di vendetta?
Può essere che tu volessi lanciare una sfida? Ti è venuta mai questa idea? Una sfida, cioè: “prendetemi se ci riuscite”, qualcosa del genere, ti è mai venuto questo pensiero?
Non un messaggio contro i due ragazzi?
Dimmi cosa avresti dovuto citare, la Bibbia? Che ne so, sei religioso?
Ci sei rimasto un po’ male?
Quando Daniele ti ha presentato Eleonora, in quel momento ti è venuta in mente la vecchia Eleonora?”
Chi ha interrogato il De Marco ha cercato conferme, non risposte.
Ciò che trapela da questo stralcio sono semplicemente risultanze e ipotesi investigative.
Chi ha interrogato il De Marco ha introdotto termini come “delusione”, “innamorato di una ragazza”, “rimasto un po’ male”, “vendetta”, “sfida”, “Bibbia” etc. che hanno viziato inesorabilmente le risposte.
Chi ha interrogato ha mostrato di ritenere il De Marco capace di provare sentimenti diversi da frustrazione e rabbia. Soggetti come Antonio De Marco fingono di avere dei sentimenti diversi da frustrazione e rabbia e lo fanno copiando chi li ha, pertanto suggerirgli dei sentimenti è un errore. Se un interrogatorio è contaminato è da cestinare pertanto non resta che l’analisi di ciò che ha preceduto l’omicidio e della dinamica omicidiaria.
Gli appunti che il De Marco ha preso prima di commettere il reato sono di particolare interesse:
“Scendi dalla fermata attraversi e ri- attraversi in diagonale poco prima del bar
In via V Veneto c’è il condominio a dx
A fine strada attento di fronte
Passare velocemente sul muro alto a sx”
“Appena entrato: Legare tutti
Accendere tutti i fornelli e mettere l’acqua a bollire
Scrivere sul muro”
“Nastrare le dita
Prendere i guanti
(Parola cancellata) Coprire testa
Cambio Maglietta Vestizione
Prendere coltello e Fasciette (sic)
Slacciare scarpe”
“Pulizia
Lei:
Acqua bollente
Candeggina
Lui:
Acqua bollente
Candeggina
Poco prima di uscire soda”
“1 ora e mezza
10/15 min tortura
1 ora e 15 min
30 min caccia al tesoro
30 min pulizia
15 min di controllo generale”
In questi appunti sono presenti molte parole non necessarie e proprio queste parole superflue stanno ad indicare che Antonio De Marco ha prima goduto nel premeditare e poi, quando quelle fantasie di dominio e di morte non l’hanno più gratificato, ha sentito l’impellente bisogno di passare all’act out. Un comportamento da omicida seriale. Per quanto riguarda la dinamica omicidiaria, il De Marco ha scelto consapevolmente di prendere dei rischi pur di saziare i propri bisogni psicologici. Non solo l’omicidio è stato commesso nell’appartamento perché, per il suo autore, quel luogo aveva un valore simbolico ma il corpo a corpo, l’accoltellamento e lo smembramento, soprattutto perché premeditati, rappresentano atti sessuali sostitutivi. In un caso così è su tutto ciò che non è finalizzato alla commissione del reato che bisogna focalizzare per sciogliere il nodo del movente.
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* Medico Chirurgo, Criminologo, Statement Analyst. E’ allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari. Fa parte del Forensic Team della COLD CASE FOUNDATION, una Fondazione Americana che si occupa di casi irrisolti, Executive Director: FBI Profiler Gregory M. Cooper.