MONTESARCHIO – Un casertano alla Direzione del Museo Archeologico del Sannio Caudino con sede a Montesarchio in provincia di Benevento. Si tratta del funzionario del Ministero dei Beni Culturali Enzo Zuccaro, da sempre apprezzato capo ufficio stampa della Direzione della Reggia di Caserta, dove ha egregiamente lavorato per promuovere e consolidare l’immagine del monumento vanvitelliano.
Il Museo archeologico del Sannio Caudino, inaugurato nel 2007, è ospitato nel Castello di Montesarchio, posto su un’altura rocciosa del Monte Taburno a rappresentare fin dal Medioevo una delle fortificazioni più importanti tra la pianura campana e l’entroterra appenninico. Il museo, dedicato alla storia della valle Caudina, ospita oltre 300 reperti provenienti dalle principali città dei Sanniti Caudini: Caudium (Montesarchio), Saticula (Sant’Agata dei Goti), Telesia (San Salvatore Telesino). All’esposizione di alcuni corredi delle necropoli caudine (VIII – III secolo a. C.) si affianca la sezione dedicata alla raccolta di vasi, principalmente crateri figurati di produzione attica e italiota rinvenuti in tombe risalenti al V –IV secolo a. C. Fra questi, il più prestigioso è il Ratto di Europa, meglio noto come il vaso di Assteas (IV secolo a. C), che proprio a cavallo tra novembre e dicembre è stato esposto nel padiglione Italia, tra altri prestigiosi reperti del nostro Paese, all’Expo Dubai in corso negli Emirati Arabi Uniti. “L’iniziativa, -sottolinea Zuccaro- è stata voluta dal Reparto Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, che ha scelto quello che è stato definito “il vaso più bello del mondo”, per testimoniare il lavoro che il Nucleo dell’Arma svolge per proteggere il prezioso patrimonio nazionale, testimonianza del passato, e per restituirlo, in caso di sottrazione, alle comunità di appartenenza”.
E intorno al vaso del Ratto di Europa il nuovo Direttore sta elaborando, d’intesa con il sindaco di Montesarchio Franco Damiano e l’assessore alla Cultura Morena Cecere, un significativo progetto di rilancio del Museo, curando anzitutto la rivitalizzazione dell’immagine del sito, praticamente sparito dallo scenario museale regionale, e puntando sulla comunicazione social, mediante la riattivazione della pagina facebook e la creazione di un nuovo account Instagram.
Il museo lo scorso anno, in piena pandemia ha registrato 4.440 visitatori mentre nel 2019 lo avevano visitato oltre 9mila persone. Quest’anno si dovrebbe chiudere a oltre seimila visitatori, ma tutti i progetti, ora in cantiere, puntano ad un 2022 di concreto rilancio.