NAPOLI – Com’era l’amore al tempo dei “…Montecchi e dei Cappelletti, ne la Verona di Bartolomeo Scala…”, quando questo sentimento era così forte che “…tutte le volte che lo racconti sembra impossibile debba così finire…”? Se lo sono chiesti Fabio Cocifoglia e Manuela Mandracchia nell’elaborare un particolare format, il racconto-concerto. Il risultato del progetto è “Gli amanti di Verona”, la storia di Romeo e Giulietta rappresentata attraverso la fusione di parola e musica, quella degli Agricantus. Il debutto è previsto giovedì 9 dicembre alle ore 20,30 nella Sala Assoli, sede napoletana di Casa del Contemporaneo (le repliche il 10, 11 e 12 dicembre), un adattamento della novella di Bandello, rielaborata poi da William Shakespeare. Il racconto-concerto è una forma teatrale dove la musica e le canzoni (strutturate quasi secondo il modello operistico) sono, insieme alla parola, fondamentali per lo svolgimento della storia, non un semplice ornamento. Le storie sono esaltate dall’incontro diretto con la musica, e la capacità di adattamento del materiale letterario è sorprendente. “Abbiamo deciso di lavorare sulle fonti – dice Cocifoglia -. Sebbene in un linguaggio completamente diverso, la novella del Bandello non ha nulla da invidiare all’opera shakespeariana per potenza emotiva, intreccio, alternanza di climi. La collaborazione con gli Agricantus finisce con l’essere una jam session continua in palcoscenico tra recitazione e musica suonata dal vivo. Questo tipo di proposta nella sua apparente semplicità è diventata una scoperta che non si fermerà qui. Stiamo già lavorando a una rielaborazione de ‘I giganti della montagna’ di Luigi Pirandello”. “Gli amanti di Verona” si presenta come una partitura globale con intrecci contrappuntistici e concertazioni che diventano un veicolo di fruizione da parte del pubblico. Il carattere “popolare” della musica riesce a sottolineare lo stile narrativo del Bandello, dove costumi, modi e situazioni vengono raccontati con leggerezza, semplicità ed efficacia emotiva. Ma anche quando la struttura letteraria, come in un crescendo, si incupisce fino a diventare nera, quando gli avvenimenti precipitano e la tragedia lentamente incombe, è la stessa musica popolare a venire in soccorso alla storia adattandosi a dipingere e rendere vivi i nuovi colori del racconto. “Ci sembra importante far conoscere questa novella spesso dimenticata, cercando di restituirla in tutta la sua forza drammatica e teatrale – dicono Mandracchia e Cocifoglia -. Da qui nasce il desiderio di raccontarla in tutti i modi possibili: attraverso l’utilizzo di generi e repertori musicali diversi; lavorando ogni volta con musicisti di diversa cultura, etnia e tradizione; il felice incontro con gli Agricantus ci apre nuove e reciproche possibilità di sperimentazione”.