SANTA MARIA CAPUA VETERE – «La chiusura delle scuole, comunicata a tardissima ora, è un atto irresponsabile e irrispettoso delle esigenze delle famiglie sammaritane». Così Raffaele Aveta, capogruppo di “Alleanza per la città” commenta la decisione dell’amministrazione comunale di sospendere le attività didattiche a causa di uno stato di allerta arancione per maltempo.
«È grave che un provvedimento di questo genere – continua il consigliere comunale di opposizione – venga comunicato alle 23, senza tenere nella minima considerazione i disagi provocati alle famiglie. Si tratta di un “modus operandi” che scarica sui cittadini le mancanze dell’amministrazione comunale. Non è giusto che i sammaritani debbano pagare le colpe del sindaco e della giunta: strade indecenti e che si allagano con un po’ di pioggia; scuole fatiscenti e, in alcuni casi, con infiltrazioni di acqua dai tetti; trasporto pubblico a dir poco carente. E non voglio neanche sottolineare che si è trattato di un provvedimento eccessivamente prudenziale, dal momento che è evidente che nulla avrebbe impedito oggi il regolare svolgimento delle lezioni. La decisione di Mirra è il segno di una politica che vede la scuola come un problema secondario. Chi si preoccupa dei genitori costretti oggi a saltare un giorno di lavoro o, comunque, a disagi enormi? Chi si preoccupa dell’istruzione dei ragazzi, già fortemente penalizzati negli ultimi anni dalla pandemia e dalla Dad?»
Anche per queste ragioni, il gruppo consiliare – formato dallo stesso Aveta, da Italo Crisileo e da Danilo Talento – ha chiesto alla giunta, durante l’ultimo consiglio comunale, di attivarsi con l’Asl per l’introduzione dei tamponi salivari nelle scuole, dove già si è registrato un incremento dei contagi da Covid.
«È necessario – conclude Aveta – mettere la scuola al centro delle attenzioni della politica. I tamponi salivari immediati consentirebbero almeno di ridurre il ricorso alla didattica a distanza (oltre alla diffusione dei contagi in città), garantendo ai ragazzi una normale vita scolastica e alle famiglie una regolare attività lavorativa».