CASERTA – Nel vasto orizzonte temporale degli anni che precedono e seguono la seconda guerra mondiale, in un modesto villaggio, si distingue il comportamento di diverse persone, testimoni più o meno partecipi di avvenimenti cruciali del ventesimo secolo. Il connotato che sembra esaltare alcuni dei caratteri che si incontrano nelle varie vicende, soprattutto negli anni del dopoguerra, è una sindrome da visionari che, seppur di rado, assume tratti di allucinazione. Nondimeno, non manca chi riesce a scoraggiare ogni vaneggiamento e a rinsaldare i consueti equilibri. Riaffiorano, seppure larvatamente, i propositi di sempre: la rivendicazione della predominanza, i vagheggiamenti utopistici, l’infimo appagamento quotidiano.
Questo è l’incipit che introduce “Ferragosto”, il nuovo libro di Eugenio Lanna, pubblicato dalla casa editrice MR Editori.
Dopo “La piazzola della Chiesa” ed “Echi nel vento”, lo scrittore casertano torna a cimentarsi con racconti tratti da episodi del passato, che sono solo il punto di partenza da cui inizia il percorso creativo della propria fantasia. Ed è così, dunque, che si snodano vicende del secolo scorso, in cui tutti possono immedesimarsi o riconoscere sentimenti provati; ieri ed oggi. A dimostrare che non fa differenza se si è nati o vissuti in tempo di guerra; l’umanità è varia e la sua disomogeneità si riscontra in qualsiasi epoca, a prescindere da ceti e classi sociali di appartenenza.
In fondo è questo è il fil rouge dei testi di Eugenio Lanna che, nel suo nuovo libro, narra episodi che si susseguono – per citare i titoli di alcuni capitoli del testo – tra “Una lodevole iniziativa”, “Un giorno sereno”, “Un affabulatore istintivo”, “Un giro per la Casina” e “Aspettative e disincanti”. Quasi a voler sottintendere che le stagioni non sono esclusivamente legate al tempo meteorologico, ma a ciò che prova il cuore; e forse anche “Ferragosto” non è una mera ricorrenza, ma, anche uno stato d’animo.