L’INVIOLABILITA’ DEI DIRITTI UMANI

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di Vincenzo D’Anna*

La storia insegna che la Carta dei diritti umani nacque  in Inghilterra dall’istituzione dell’Habeas Corpus nel XV secolo. Quelle in vigore negli altri Paesi, come nel caso della nostra Costituzione, sono “carte” che garantiscono la libertà personale del cittadino,  sancendo il principio dell’inviolabilità personale che ancora oggi lo tutela. Tale premessa è indispensabile per affrontare l’argomento della terapia vaccinale, in generale su cui, in passato, abbiamo sempre affermato un concetto essenziale che riguarda la necessità di sapere tutto sulla composizione dei vaccini ordinari ed obbligatori per l’immunizzazione dalle malattie esantematiche (morbillo, rosolia, parotite) e da quelle infettive batteriche e virali. In pochi sanno, infatti, che grazie ad una strana – ed anche sospetta – coincidenza la legge non prevede l’obbligo per i produttori di questi farmaci di fornire la completa dichiarazione qualitativa e quantitativa della loro composizione. Ai “fabbricanti” viene richiesto solo di dichiarare il contenuto della tipologia di vaccino e non di tutto il prodotto finito. Parte di questi ultimi eccipienti ed additivi è anche resa inaccessibile dal segreto di produzione e pertanto sfugge al controllo sulla farmacovigilanza. Per dirla in modi spiccioli: i produttori se la cantano e se la suonano come meglio credono, in barba ai diritti dei consumatori e delle istituzioni preposte al controllo. Tuttavia questi farmaci sono inoculati,  ovvero permangono nell’organismo dei vaccinati, bambini di pochi mesi che, in quanto tali, non hanno ancora sviluppato un sistema immunitario completo ed efficiente. E’ bastato questo perché mi si attribuisse la patente di no vax, fino a subire veri e propri attacchi sulle mie pagine social. Esiste infatti una robusta rete di  “influencer” che assaltano chiunque non sia un fideista, chiunque accetti senza discutere i dogmi della teoria vaccinale. Tra questi: professori universitari sedicenti, esperti in una materia come quella dei vaccini. Vaccini che peraltro sono prodotti empiricamente sulla base dell’efficacia testata dai produttori su campioni di soggetti scelti dai medesimi, esibendo poi dati anche taroccati alle inermi autorità vigilanti. Questa non è certo una critica alla validità della terapia vaccinale, ma solo un richiamo al diritto di ciascun cittadino di avere chiarezza sul contenuto completo del farmaco che lo Stato impone di dover assumere. Evito di soffermarmi sulla documentata circostanza degli intransigenti zelatori del vaccino che, comunque sia, sono sul libro paga dei produttori attraverso il finanziamento di convegni e di progetti di sperimentazione. Un andazzo documentato dagli elenchi che l’Ue rende noto ogni tre anni per trasparenza e che nessun organo di stampa italiano pubblica. Il secondo concetto non riguarda la scienza, le perplessità o i dubbi derivanti sui contenuti del farmaco, ma la sfera delle libertà garantite dalla Carta Costituzionale. Diritti indisponibili a qualsiasi autorità, come quella dell’inviolabilità del corpo dei singoli cittadini. Nessuno – recita la Costituzione – può essere sottoposto a terapie mediche senza il suo esplicito consenso. Un dettato ignorato e trasformato in obbligo sulla base di una martellante azione, un combinato disposto tra i già indicati “scienziati” che maramaldeggiano in tv e la stampa, che amplifica ipotesi catastrofiche. Ci sarebbe da domandare che fine abbiano fatto le “epidemie” di morbillo e di rosolia e quanti morti abbiano prodotte, visto che sono state invocate per mesi affinché lo Stato giungesse a decretare l’obbligo vaccinale. La stessa metodologia induttiva sembra essere, in questi giorni, messa in atto innanzi alla vicenda epidemica da Covid SARS2. Certo, la situazione è di ben altra tragica evidenza ed è un allarme sociale, avendo risvolti dolenti con migliaia di decessi diretti oppure indotti dal morbo virale. Ma i diritti degli scettici e dei renitenti alla terapia genica non sono cambiati: in quanto inviolabili ed indisponibili sono da dover rispettare. L’istituzione del Green Pass e di obblighi in capo ai non vaccinati sono rimedi accettabili ed opportuni per contemplare il rispetto dei diritti di costoro ed al tempo stesso dei doveri che questi ultimi hanno in nome dei diritti collettivi dei vaccinati. Insomma, una saggia mediazione che garantisce la società dal doversi proteggere dal virus ma anche dei singoli individui ad accettare liberamente la scelta di vaccinarsi. Ma in Italia le controversie si politicizzano ed assumono toni esasperati fino a giungere a vere e proprie campagne d’odio e di discriminazione su entrambi i versanti delle diverse opinioni. Ecco quindi che il braccio intollerante dello Stato viene di nuovo armato da polemiche ed allarmi, da forzature indotte dai soliti noti ai mezzi stampa. Si leggono cose inaccettabili, dichiarazioni di operatori sanitari d’odio e di inciviltà contro i pazienti non vaccinati, fino a scomodare le camere a gas oppure i gulag per i renitenti al vaccino. La società va protetta dalle leggi dello Stato ma nello stato di diritto questo non può essere fatto violando il corpo ed i diritti dei medesimi. Nelle società liberali sono da rispettare i diritti di tutti, tranne quelle dei violenti e degli intolleranti, anche se sono vaccinati.

*già parlamentare