– di German Gorraiz López* –
Il fenomeno della globalizzazione economica ha fatto sì che tutti gli elementi razionali dell’economia siano interconnessi tra loro a causa del consolidamento degli oligopoli, della convergenza tecnologica e dei taciti accordi aziendali, così che la terza ondata della recessione economica che sta arrivando sarà globale e vincolante e avrà come effetto collaterale il declino irreversibile dell’economia globale. A quel tramonto, i cui primi schizzi sono già abbozzati e che saranno ultimati nei prossimi cinque anni, hanno contribuito i seguenti elementi:
L’ossessione paranoica delle multinazionali apolidi o delle multinazionali di massimizzare i profitti a causa dell’insaziabile appetito dei loro azionisti di chiedere costanti aumenti dei dividendi li ha portati a indebitarsi pericolosamente per amore del gigantismo attraverso IPO ostili e ad intensificare la politica di delocalizzazione delle aziende ai paesi emergenti mercati al fine di ridurre i costi di produzione, che avrebbe portato alla desertificazione di innumerevoli settori produttivi dei paesi del Primo Mondo che si sarebbe manifestata dopo lo scoppio della pandemia sanitaria.
Allo stesso modo, il bombardamento incessante della pubblicità, l’uso irrazionale delle carte plastificate, la concessione di crediti istantanei con tassi d’interesse sanguinosi e l’invasione di una marea di manufatti di dubbia qualità e prezzi senza concorrenza da parte dei paesi emergenti avrebbero favorito l’instaurarsi di consumismo nei paesi sviluppati.
Infine, il brutale aumento dei consumi di materie prime e manufatti da parte della Cina e di altri paesi emergenti per la loro spettacolare crescita del PIL, insieme all’intervento di broker speculativi, ha portato a una spirale di rincari delle materie prime. impossibili da assumere per le economie del Primo Mondo in quanto non reversibili nel prezzo finale del prodotto visti gli alti costi di produzione.
Tutto ciò ha portato ad un’inflazione galoppante che costringerà le Banche Centrali ad alzare i tassi di interesse, il che significherà la rovina per i paesi con debito estero fuori controllo a causa della sostituzione della dottrina economica del Bilancio di Bilancio degli Stati a causa del Deficit Endemico, (pratica che per mimetismo adottata da economie nazionali e imprese e organizzazioni pubbliche e private), e che hanno contribuito alla scomparsa della cultura del risparmio, dell’indebitamento cronico e dell’eccessiva dipendenza dai finanziamenti esteri.
Questo, insieme alla crescita stratosferica dei prezzi del petrolio e dell’energia, costringerà questi paesi ad adottare politiche di ribasso con la conseguente contrazione del commercio mondiale e che determineranno la fine della globalizzazione economica, avendo come effetti collaterali la fine del turismo di massa, il ritorno delle imprese delocalizzate e l’intronizzazione dell’economia circolare che finiranno per plasmare il ritorno a comparti economici stagni all’orizzonte dei prossimi cinque anni.
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*Analista spagnolo di Economia e Geopolitica. Collabora, oltre a Diario SIGLO XXI, in altri media digitali spagnoli e latinoamericani come Bottup, España Liberal, Libre Pensador, Socialdemocracia.org, Alainet, CubaNuestra, Plano-Sur.org, Entorno-empresarial.com o El Mercurio Digital.
