Mondragone: “L’ospedale di comunità sarà dotato, da subito, di ben 20 posti letto, di un primo soccorso, di una casa di cura con poliambulatorio, e di una Centrale Operativa Territoriale (COT), per garantire assistenza sanitaria a 360 gradi al cittadino, inclusa la prenotazione di esami diagnostici e visite mediche varie; esso sarà costruito a ridosso della grande arteria di comunicazione, qual’è la Domitiana, che serve non solo Mondragone ma l’intero litorale di Terra di Lavoro fino a Napoli,(? Pineta Grande) da un lato, e fino al Garigliano dall’altro (? P.O. Sessa Aurunca)”. “Entro il prossimo mese di dicembre, i tecnici dell’Asl consegneranno in Regione la progettazione esecutiva, quindi entro fine anno la Giunta regionale della Campania approverà definitivamente l’intervento a beneficio della comunità mondragonese e dell’intero litorale domitio”. Questo è l’ultimo annuncio in materia di Edilizia Sanitaria. Un annuncio che fa seguito a quello della costruzione del “nuovo” (un altro?) Ospedale di Sessa A. per un importo di 60 milioni di Euro e la realizzazione di una Struttura di Riabilitazione Psichiatrica a Francolise per un importo di 4 milioni di Euro, proprio a fianco del mai utilizzato Day Hospital di proprietà dell’Asl di Caserta e abbandonato tra i rovi. Non c’è che dire, una “Pianificazione” dell’assistenza ospedaliera del territorio degna dei più grandi Urbanisti (L’urbanista (o pianificatore territoriale) è la figura professionale che si occupa della progettazione, riqualificazione, tutela della città, del territorio, dell’ambiente e della costruzione). E, andiamo a vedere cosa hanno “progettato”, “pianificato”, “riqualificato” per la tutela della salute del cittadino questi urbanisti-strateghi della Sanità Provinciale. Partiamo dal Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera ai sensi del DM 70/2015 2016-2018. “….. nella Provincia di Caserta, considerato che sono già intervenuti il trasferimento Marcianise del punto parto di Maddaloni e la chiusura del punto parto della Casa di Cura Santa Maria della Salute, si prevede una deroga per il PO di Piedimonte M. (174 parti nel 2015), in considerazione della collocazione geografica del comune, della natura del territorio e del ruolo quale ospedale sede di Pronto Soccorso; si prevede deroga anche per il P.O. di Sessa A. per la carenza di altre strutture nella vasta area di competenza ed in contrasto alla mobilità passiva verso il basso Lazio……..”. Bene gli urbanisti-strateghi pare si siano preoccupati “della natura del territorio” e “della carenza di altre strutture nella vasta area di competenza ed in contrasto alla mobilità passiva verso il basso Lazio……..”. Ma di grazia, cari urbanisti-strateghi, e tutta quell’ampia fascia con “particolare “geomorfologia del territorio” cha va da Capua fino a Rocca D’Evandro con i suoi scandalosi tassi di fuga verso Cassino (Lazio) o Isernia (Molise), non fa testo per le vostre oculate “pianificazioni territoriali”? Una fascia di ben oltre gli 80.000 abitanti e priva di ogni assistenza ospedaliera, senza contare le trafficatissime reti stradali (A/1, Casilina, Appia, Superstrada Telese – Caianello, FF.SS. Roma – Napoli, etc.). Forse che l’intera dorsale del Gruppo Vulcanico del Roccamonfina e quella del Monte Maggiore non fanno parte di una particolare “natura del territorio”? Forse che quegli 80.000 cittadini non si curano “in contrasto alla mobilità passiva verso il basso Lazio……..e verso il Molise?”.
E, sempre dal Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera, troviamo • 1 DEA di I° livello nel Presidio Ospedaliero di Aversa con i necessari adeguamenti; • 6 Pronto Soccorso nei Presidi Ospedalieri di Sessa A., di S. Maria C.V., Piedimonte M., Maddaloni, Marcianise e CdC Pineta Grande. Ancora una volta la fascia che si trova nel “rettangolo della morte” (Capua – Rocca D’Evandro), priva di un minimo Pronto Soccorso!!! Il Presidio di Teano è stato riconvertito in Ospedale di comunità, con cessazione di tutte le attività per acuti. Nel Presidio di Capua, confluito già nella struttura ospedaliera San Giuseppe e Melorio di S. Maria C. V., si programma un Ospedale di Comunità. Completamente sottovalutato e non considerato il paragrafo dedicato agli Ospedali in zone particolarmente disagiate. Sono presidi ospedalieri di base prevedibili in zone particolarmente disagiate (zone montane, isole, ecc), per bacini di utenza inferiori agli 80.000 abitanti.!!! In questi presidi ospedalieri occorre garantire una attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto attività di medicina interna, di chirurgia ridotta con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza, integrati nella rete ospedaliera di area disagiata e dotati indicativamente di: • un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; • una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina. Ed invece, cosa fanno gli urbanisti-strateghi? Si inventano una nuova struttura a Mondragone: “L’ospedale di comunità sarà dotato, da subito, di ben 20 posti letto, di un primo soccorso, di una casa di cura con poliambulatorio, e di una Centrale Operativa Territoriale (COT)”. A soli 10 km dall’Ospedale di Sessa A. e a soli 10 km dalla Clinica Pineta Grande di Castel Volturno!!! Asl, ospedali e orticelli di guerra con assoluta mancanza di pianificazione geografica, territoriale ed assistenziale!!! Ma in piena presenza di “pianificazione politica e clientelare”!!!