ROMA – Arriva finalmente il primo contratto collettivo nazionale di lavoro per le aziende ed i lavoratori del settore call center. Lo siglano i sindacati autonomi Fesica e Confsal insieme a Conflavoro Pmi. Tra i punti principali, per le aziende che operano o delocalizzano al Sud sono contemplati particolari vantaggi economici come previsto dal Testo Unico sugli interventi nel Mezzogiorno. Contestualmente, e questa è la grande rivoluzione per il settore, gli operatori possono godere di ferie, permessi, malattie retribuite, tredicesima mensilità e ogni altro diritto da lavoratore dipendente, non contemplato invece nei CoCoCo, forma contrattuale tipicamente utilizzata nei call center.
“Il contratto collettivo per i call center è una novità straordinaria con cui vogliamo rendere giustizia all’importanza del settore. Si tratta – spiega Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro PMI – di un ambito lavorativo che coinvolge circa 2 mila aziende e 23 mila lavoratori, in continua espansione e che meritava un contratto collettivo nazionale di riferimento, frutto di una concertazione attenta che potrà finalmente assicurare un futuro sereno e di crescita alle imprese del settore e più tutele e certezze ai lavoratori dei call center”.
Per Angelo Raffaele Margiotta, Segretario generale Confsal, “i lavoratori dei call center sono sempre stati penalizzati da un comparto particolarmente frammentato e con questo primo, davvero storico, CCNL non solo potranno finalmente rivendicare, se ce ne fosse bisogno, i propri diritti, ma anche usufruire di benefici che altri Contratti collettivi nazionali non prevedono. Un ‘salto’ in avanti che archivia un passato impietoso e li classifica verso un futuro fatto finalmente di dignità lavorativa e serenità”.
Per il segretario generale della Fesica Bruno Mariani, “ancora una volta una buona contrattazione ha portato ad un risultato virtuoso: un CCNL di un settore particolarmente complesso semplificato ed allineato al ‘mercato del lavoro’, equamente adeguato alle esigenze dei lavoratori ed alle istanze provenute dal modo imprenditoriale. Determinate anche le condizioni affinché la salute dei lavoratori e la sicurezza in ufficio sia sempre la condizione prioritaria che, a nostro parere, non può non caratterizzare tutti i Contratti collettivi nazionali degni di questo nome”.