– di Francesca Nardi –
E di qualsiasi colore sarà la vittoria, con i presupposti in campo, non ci strapperemo le vesti, né abbiamo al momento né l’avremo poi, necessità alcuna di ingraziosirci chicchessia o assicurarci favori o simulare palpitazioni, che non abbiamo alcun motivo né esigenza di avvertire…pertanto il singulto, ormai quasi incontrollabile, impregnato di disgusto, che preme alla coscienza, forzatamente azzittita per 48 ore, deve essere liberato e deve esserlo, prima di qualsiasi accenno o premonizione in merito ad un eventuale risultato. Dei messaggi insistenti via whatsapp inviati senza sosta né pudore per chiedere il voto, ne vogliamo parlare?, di Maurizio del Rosso di sotto e di sopra, di suo padre che non pago di aver fatto razzia di figurelle e strame di buon gusto, nel corso della sua personale partita politica al tempo dei tempi tristi, e che da oltre due mesi invade senza pietà whatsapp e tutto ciò che luccica, ne vogliamo parlare?, di quell’utilitaria nera che questa mattina, intorno alle 11.40 percorreva la strada verso il cimitero ad andatura lenta ed ogni 50 metri, ad intervalli regolari, una delle due persone a bordo, per la precisione il navigatore, lanciava fuori dal finestrino una discreta quantità di foglietti elettorali, sminuzzati, con il fine evidente di rendere la strada, una vera fetenzia?, di questa raffinata strategia da bassifondi di Calcutta, magari, ne vogliamo parlare?, e del bolso tentativo di scendere dal cocchio per fare il piacione con l’uomo della strada, promettendo finanche al parcheggiatore di Via Trento che… “sì… ci avrebbero pensato e sì… si può fare…sì…ma cosa?”, il tutto, dopo aver veleggiato a distanze siderali fino al giorno prima, di questo ne vogliamo parlare?, e dell’auto tappezzata di manifesti “vota Zinzi sindaco” “meglioilfuturo” parcheggiata davanti al bar in piena mattinata del sabato del villaggio e del silenzio elettorale, mentre il protagonista in prima persona scendeva molleggiando dal predellino e si avviava a sorseggiare il suo bravo caffè elettorale, alla faccia delle multe che all’occasione, si preferisce imporre al contadino che risparmia sul granone?, di questo ne vogliamo parlare?, e di quella patetica messinscena, la peggiore di tutte, umiliante per ognuno che da casa percorresse anche soltanto di sfuggita i social, quella inqualificabile decisione di portare i figli piccoli nel seggio, senza mascherina e senza alcun riguardo per l’eventuale detrattore, che non avrebbe lesinato gli insulti dopo la sana meraviglia dei più…ne vogliamo parlare?, no…di questo è meglio non parlare…su questo è meglio tacere… e dei ridicoli permessi richiesti all’ultimo minuto, per ipotetiche manifestazioni in contemporanea, come pezza a colori per simulare quel rispetto della norma che non si sa neppure dove allochi e quale sia il suo significato?, dei “picchetti” intenzionali e silenziosi inviati dai soliti noti davanti a determinati seggi?, non se ne parla?, o ne vogliamo parlare? Ieri a Sessa Aurunca sono addirittura intervenuti gli agenti di polizia, per allontanare qualche brava persona che proprio, non si riusciva a capire, perché sostasse in quel seggio…e a proposito di Sessa Aurunca… delle richieste di tessere elettorali presentata al Comune ed esaudite senza la presentazione della denuncia di smarrimento della vecchia tessera, ne vogliamo parlare?, e dell’unico rifiuto sussiegoso, incidentalmente ad un richiedente che risultava non considerato tra gli elettori di Di Iorio, ne vogliamo parlare?, e magari parlando parlando, ci ricorderemo anche degli impiegati pensionati, richiamati a dare una mano all’ufficio elettorale e guarda caso…potremmo addirittura imbatterci in qualcuno che, incidentalmente ha la figlia candidata in quella che, il patron aurunco, indica come la parete giusta…Ma se proprio ne volessimo parlare dovremmo cominciare daccapo ma avremo tempo….oh sì che avremo tempo…tutto il tempo necessario. Hasta la vista!