NAPOLI – Da alcuni anni si registra un exploit della coltura del nocciolo in Italia, secondo produttore mondiale dopo la Turchia e primo europeo. Dal momento che le nocciole incontrano sempre più il favore del consumatore attento alla salute ed al benessere, c’è stato un aumento di circa 5 mila ettari investiti, dal 1978 ad oggi. Nonostante ciò, le previsioni per la campagna corilicola 2021-2022, nel nostro Paese, registrano un vistoso calo produttivo negli areali vocati: -55% in Piemonte, -70% in Lazio e Campania ed addirittura –80% in Sicilia. Lo ha sottolineato oggi Confagricoltura all’annuale incontro bilaterale tra i Paesi dell’Unione Europea e la Turchia sulle nocciole, svoltosi quest’anno in videoconferenza, e al quale hanno partecipato le principali aziende corilicole socie di Confagricoltura Campania.
Complessivamente – rileva Confagricoltura – la qualità delle nocciole è buona, i prezzi sono in aumento e l’andamento degli investimenti coricoli resta in costante crescita.
La bilaterale è un appuntamento importante per l’approfondimento degli andamenti produttivi del settore e per il confronto sull’armonizzazione delle regole fra Ue e Turchia – pone in evidenza Confagricoltura. Alla riunione hanno preso parte le delegazioni di Turchia, Italia, Francia, Spagna ed i rappresentanti della DG Agri della Commissione europea.
Sul calo produttivo, che ha colpito anche Francia e Spagna, ma non la Turchia – ad avviso di Confagricoltura Campania – hanno pesato l’andamento meteo con gelate primaverili, prolungata siccità, temperature superiori alla media stagionale, scarsa impollinazione; danni anche dagli attacchi parassitari alle colture di cimice asiatica e cimice del nocciolo e da quelli della fauna selvatica. Da una parte il forte calo produttivo, dall’altra l’incremento dei costi di produzione.
“ Tutto ciò sta intaccando in modo preoccupante la redditività delle imprese – sottolinea Fabrizio Marzano, presidente di Confagricoltura Campania – e a ben vedere urge adottare una strategia comune tra i Paesi coriliferi Ue per quanto riguarda le avversità climatiche, i problemi fitosanitari e le strategie di difesa di questa coltura, che solo in Campania esprime un potenziale produttivo pari a circa 45mila tonnellate, pari ad un terzo del raccolto potenziale nazionale”. E su tanto Confagricoltura Campania elaborerà un documento regionale di sintesi, che presenterà all’assessore all’agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo.