SANT’ARPINO (CE) – I membri di Progetto per Sant’Arpino dopo le accuse al vetriolo rivolte alla loro candidata sindaco da Nicola Romano ed Eugenio di Santo, in seguito al seguitissimo comizio della Boerio, hanno dichiarato: “Romano, accusa Iolanda Boerio di non capire i disegnini, forse intende i suoi, quelli che ha imparato a fare durante i suoi lunghi approfondimenti universitari. Noi siamo fieri di aver scelto una candidata che in passato ha saputo, con carattere e personalità, dire di NO. L’arrivismo, il dispotismo e la prevaricazione non fanno parte del nostro gruppo, né tantomeno la scarsa trasparenza.”
“Pare, – continuano – che proprio durante i 20 anni di approfondimenti da studentello Romano abbia imparato ad annuire senza comprendere. Vorremo ricordare al Renzo Piano di Sant’Arpino la sua formazione e la sua coerenza, visto che cerca di creare chiacchiericcio inventando scenette di sana pianta sulla nostra candidata sindaco, sulla nostra coesione e su presunti attacchi sulla vita privata del suo mentore, il noto costruttore di macerie.”
“Romano – precisano i membri di Progetto per Sant’Arpino – ha iniziato con i Giovani comunisti, poi è diventato Segretario PD, coordinatore di Forza Italia, dal 2008 al 2013 è passato con Di Santo, ma un mese prima delle elezioni lo ha tradito senza un motivo politico, passando con Capone. Ha sostenuto la candidatura della fidanzata dell’epoca raccogliendo poche decine di preferenze, ha perso (sempre!) e dopo 2 mesi ha tradito Capone, per farsi inserire nello staff del sindaco Di Santo. Nel 2016 si è candidato con Iolanda Boerio, raccogliendo poche decine di preferenze e ovviamente non è stato eletto (sempre), ha tradito anche Iolanda e ha continuato con Di Santo.”
“L’ormai unico “fido” Romano – concludono – adesso si spaccia per buon samaritano ma e’ rimasto l’ultimo giapponese. Riguardo al suo (per il momento) adorato Di Santo, che si sente attaccato sulla vita privata, vorremmo chiarire una volta e per tutte che tutto il Paese è stanco di telenovelas private, che vengono trasferite puntualmente nella vita pubblica, ledendo l’immagine del nostro comune. Consigliamo di fortificare le proprie mura, se non le ha già distrutte da buon costruttore di macerie, come ha fatto con quelle del suo partito.”