L’inqualificabile prospettiva di chiusura dell’UO di Terapia del Dolore dell’Aorn Cardarelli di Napoli, sta sollevando aspre critiche sia nel mondo dell’associazionismo che negli ambienti politico-istituzionali. Dopo l’interrogazione in merito del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, è la volta della consigliera regionale dei 5 Stelle, Maria Muscarà, che ha presentato una interrogazione a risposta scritta, al presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca per richiamare la sua attenzione sulla incresciosa vicenda e chiedere quali iniziative si intendano assumere, “al fine di garantire alle persone nella fase terminale della vita, affette da malattie progressive e in fase avanzata, un pieno accesso alle prestazioni mediche specialistiche, infermieristiche, riabilitative, psicologiche, agli accertamenti diagnostici e all’assistenza farmaceutica”.
Interrogazione a risposta scritta
Oggetto: erogazione delle cure palliative e terapia del dolore presso l’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli
La sottoscritta consigliera regionale, Maria Muscarà, ai sensi dell’articolo 124 del Regolamento interno del Consiglio regionale, rivolge formale interrogazione per la quale si richiede risposta scritta nei termini di legge, sulla materia in oggetto.
Premesso che:
- la legge 15 marzo 2010, n. 38, concernente «Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore» prevede le cure palliative e la terapia del dolore nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza;
- l’offerta di cure palliative in Regione Campania appare tuttora insoddisfacente nei tre livelli di assistenza (residenziale, ambulatoriale e domiciliare), a fronte di un numero di malati terminali stimato in circa 20000 all’anno, a cui si aggiungono quelli affetti da forme inguaribili di patologie non oncologiche, neurologiche, polmonari, infettive e metaboliche;
- l’insufficienza di strutture specializzate in Campania determina il ricorso a livelli di cure inappropriati, come ricoveri in rianimazione, nelle medicine e in altri reparti che sarebbero deputati ad altri tipi di cure, traducendosi da un lato in una diseconomia (il costo giornaliero di un ricovero in hospice varia dai 252 ai 385 euro contro i 2.000 euro di una rianimazione), dall’altro in una scarsa compliance da parte dei pazienti, ospitati in contesti estremamente medicalizzati e scarsamente umanizzati;
considerato che:
- l’Unità Operativa di terapia del dolore e cure palliative dell’Azienda di rilievo nazionale “Antonio Cardarelli” di Napoli è stata la prima struttura con tale vocazione di tutto il Centrosud (la sua istituzione risale infatti al 1977), e la sua presenza ha consentito di raggiungere obiettivi che vanno al di là della pur fondamentale assistenza sanitaria, ottenendo innumerevoli riconoscimenti scientifici anche a livello internazionale e generando, tra l’altro, risparmi che sono stati quantificati in circa 4 milioni e 800 mila euro annui;
- è di questi giorni l’accorato grido di allarme lanciato dal dott. Vincenzo Montrone, già primario di questa U.O.C., in merito alla sopravvivenza di un reparto che, complice l’emergenza sanitaria da Covid-19 tuttora in corso, vive da troppi mesi una condizione di assoluta e intollerabile precarietà. A quanto risulta, l’organico della struttura sarebbe stato ridotto a due unità, con sole due stanze (e quattro posti letto) attualmente a disposizione dei pazienti;
rilevato che:
appare di tutta evidenza come la graduale riconversione delle strutture sanitarie in seguito all’allentamento della pressione ospedaliera dovuto all’attuale (ed auspicabilmente continua) diminuzione dei casi di Covid-19 debba contemplare il pieno ripristino della funzionalità di quello che è stato a tutti gli effetti un fiore all’occhiello del sistema sanitario regionale;
Tutto ciò premesso, considerato e rilevato, si interroga la Giunta regionale al fine di sapere:
quali iniziative si intendano assumere al fine di garantire alle persone nella fase terminale della vita affette da malattie progressive e in fase avanzata un pieno accesso alle prestazioni mediche specialistiche, infermieristiche, riabilitative, psicologiche, agli accertamenti diagnostici e all’assistenza farmaceutica.