– di Davide Fusco – SAN NICOLA LA STRADA – Il 17 luglio, presso la caserma dei carabinieri di via Milano, fu istallato un dosso artificiale con annesso attraversamento pedonale. La cosa suscitò immediate polemiche. Alcuni cittadini contestarono a mezzo social il fatto che il dissuasore da un lato finisse in un’aiuola, dall’altro in un marciapiede sprovvisto d’una livelletta che consentisse ai disabili motori di salirvi. Il 26 luglio la questione fu portata in consiglio comunale da un’interrogazione presentata da FI. A rispondere fu l’assessore all’urbanistica Antonio Terracciano. Ammise l’errore riconducendolo ad un difetto di comunicazione tra amministrazione, dirigenti comunali e polizia municipale. Il dosso, infatti, doveva sorgere in corrispondenza della scuola dell’infanzia ivi ubicata. Nel frattempo, la mattina del consiglio comunale, la ditta incaricata dei lavori provvedeva alla rimozione delle strisce pedonali.
L’interpellanza
La questione sarà discussa anche nel corso della prossima seduta consiliare. A portarla all’attenzione dell’attuale amministrazione è stata l’interpellanza protocollata domenica dodici settembre da Forza Italia. Con essa gli azzurri chiedono:
- se prima della realizzazione dei dossi sia stata fatta un’accurata analisi, eventualmente da chi
- se l’istallazione del dosso è conforme all’articolo 170 del codice penale che ne bandisce l’apposizione nelle strade esposte al transito di ambulanze, camion e volanti delle forze dell’ordine
- perché quando s’è compreso che il dosso stava sorgendo nel punto sbagliato non s’è provveduto ad arrestare i lavori?
- siccome la determina sul dissuasore fu annullata dall’ordinanza n.94 del 03/09/2021, ne chiedono la rimozione ed il ripristino della condizione preesistente.
Basile
C’ha concesso un’intervista fiume di cui, per ragioni di spazio, riportiamo soltanto uno stralcio. “Quando fu istallato il dosso fui letteralmente tempestato di telefonate in cui i cittadini sannicolesi mi chiedevano di chiedere chiarimenti. Il 26 luglio sottoponemmo ad un’interrogazione l’assessore Terracciano. Di fronte all’ammissione dell’errore, pensando che sarebbe stato corretto, abbiamo preferito non infierire. Dopo una settimana l’errore non fu rimosso, anzi vi si affiancarono altri due dissuasori. Dopo quest’ulteriore istallazione andai al comune per visionare gli atti. Non mi furono consegnati, per cui ne feci richiesta scritta. Dopo tre settimane non ho ancora ricevuto nulla. Al momento la sola documentazione di cui disponiamo è una determina pubblicata e poi annullata con un’ordinanza che ammette l’erroneità del computo metrico. È l’ennesima volta che l’amministrazione Marotta ritira delibere e determine in autotutela. Ciò dimostra la sua incapacità. In consiglio comunale chiederemo: la rimozione del dosso, la piena assunzione di responsabilità di quest’atto da parte della giunta e le dimissioni di questi signori”.