…UN PO’ DI BASE DEL PARTITO SI RIBELLA E GLI FA NOTARE CHE SONO DISCORSI DI CONVENIENZA!
di Salvatore Zinno
Nella battaglia a distanza che si sta combattendo tra Gennaro Oliviero e l’Euro-deputata Pina Picierno, si inseriscono anche alcune voci della base del partito.
Succede a proposito del nuovo attacco lanciato da Gennaro Oliviero nei confronti della teanese collega di partito. Oliviero, prende spunto dalle dichiarazioni che la Picierno ha consegnato al quotidiano Repubblica qualche giorno fa per rintuzzarla, e dice: “La mia risposta all’On. Picierno, riportata da “la Repubblica”. “La campagna elettorale che spegne le discussioni ed accende gli entusiasmi, in provincia di Caserta sta diventando, per l’europarlamentare Picierno, una inaspettata occasione di campagna di critica verso il partito provinciale. Con rivendicazioni burocratiche, sulla cui linearità, ci saranno momenti e sedi competenti, si sta conducendo una insensata partita personale, condotta in solitudine e contro la nostra gente, così come giustamente osservato anche da qualche responsabile politico che, invano e fino alla fine, ha atteso da parte della europarlamentare indicazioni di presenze nelle redigenti liste elettorali. Ci siamo battuti tutti insieme contro i populismi. Ora che la gente ricerca nuova serietà istituzionale e politica, sobrietà, rigorosa presenza sulle necessità e sulle opportunità che deriveranno soprattutto dal PNRR, non possiamo più fallire. Possiamo mai prende atto che gli sforzi di chi si trova in una sede privilegiata si consumino per allentare la forza del suo stesso partito, dei suoi rappresentanti istituzionali ed in definitiva delle opportunità possibili? Abbiamo bisogno di spiegare alla gente in che modo la Campania e Terra di Lavoro rinasceranno dopo questa maledetta pandemia e non possiamo continuare a rappresentare al mondo la nostra visione dei fatti omettendo la misura dell’impegno e peso elettorale. La politica deve tornare in presenza e tra la gente. Con questo, metto un punto fermo alla inutile discussione.
Sono concentrato sul sostegno ai candidati sindaci, percorro migliaia di chilometri al giorno per garantire presenza e rispetto alle nostre comunità e se mi districo tra i mille bisogni, sentendomi io stesso candidato, non intendo continuare ad attraversare strumentali polveroni”.
Ha parlato Gennaro Oliviero, Presidente del Consiglio Regionale della Campania, autoproclamatosi padrone del Partito Democratico casertano…e quindi stop!
Invece no; non sempre l’imposizione del pensiero unico trova tutti concordi ed ubbidienti.
Ogni tanto (viva Dio), si alza anche qualche voce di dissenso che meriterebbe palcoscenici ben maggiori rispetto a dei post su facebook, dove la maggioranza dei presenti è costituita da servi sciocchi che fanno a gara ad omaggiare il potente…anche se quest’ultimo avesse scritto delle autentiche bestialità.
È il caso di Pasquale Fiorenzano, consigliere comunale di maggioranza del comune di Aversa, il quale afferma di aver aderito al Partito Democratico (quindi ha titolo per dire la sua) e ricorda a Gennaro Oliviero come pochi mesi fa egli abbia cercato di far cadere l’amministrazione comunale di Aversa, appunto, ed il suo sindaco PD.
Fiorenzano, in maniera garbata, scrive: “Presidente mi perdoni…
Ma come mai questo impegno nella campagna elettorale per accrescere la comunità del Partito Democratico non lo proferisce anche per sostenere lealmente le diverse amministrazioni targate Pd? Sarò più chiaro così chi ci legge avrà un’idea ancora più chiara: Nella Cittá di Aversa il Pd ha un Sindaco, come mai quando consiglieri del Pd suoi sostenitori hanno tentato di porre fine a questa amministrazione Lei non ha lavorato per far sì che ciò che non accadesse? Ha ragione quando dice che non si dovrebbe remare contro la propria comunità politica ma mi chiedo come mai nel bel mezzo della pandemia Lei non abbia proferito la stessa passione per questo chiaro esempio.
Certo magari il nostro Sindaco non l’avrà sostenuta elettoralmente, ma quindi siamo una comunità politica sempre o solo quando ci conviene? Ci rifletta, affinché le belle parole da lei spese poc’anzi possano essere concrete e non solo la solita contrapposizione politica. Io non l’ho votata, ma ho aderito al Pd, anche se i suoi sostenitori hanno richiesto la mia espulsione, quando vuole se le va saremmo lieti di accoglierla nella nostra Città targata PARTITO DEMOCRATICO.
Saluti”
E Fiorenzano, con il suo breve scritto, tocca il nervo scoperto della politica padronale di Oliviero all’interno del PD casertano; ovvero il convincimento di poter fare e disfare a proprio piacimento per il fatto di essere rimasto l’unico eletto in consiglio regionale…. “l’unico che tiene i voti”, come continuano sguaiatamente a scrivere in ogni dove i suoi “pasdaran”.
Ma non è con i pretoriani e con le guardie della – propria – rivoluzione che si governa un partito, bensì con la democrazia applicata in qualsiasi momento e non solo quando conviene – come giustamente ha ricordato Fiorenzano.
Ma di certo non bisogna percorre per forza la quarantina di chilometri che separano la Sessa Aurunca di Oliviero dall’Aversa di Fiorenzano per scoprire la doppia morale di Oliviero che quando deve battibeccare con la Picierno si veste da padre nobile del partito e quando vuole fare gli affaracci suoi butta giù i sindaci come fossero dei moscerini. A Sessa Aurunca è successo esattamente la stessa cosa, solo che ad Aversa il piano non è riuscito mentre a Sessa sì.
Solo ad ottobre scorso, il sindaco Silvio Sasso del PD, nonché segretario cittadino sempre del Partito Democratico, è stato abbattuto proprio su ordine di Gennaro Oliviero, per mano dei suoi scherani: Ciro Marcigliano, Basilio Vernile, Luciano Di Meo, ecc…
Ecco quindi, che alla luce di questa lettura che si dà all’azione politica di Gennaro Oliviero, tutto il teatrino messo su contro la Picierno perde di qualsiasi efficacia e forza propulsiva…la “campagna di critica” e le “rivendicazioni burocratiche” che la Picierno sta mettendo in campo sono del tutto giustificate; altresì, “l’insensata partita personale contro la nostra gente” (cit. Oliviero), a noi osservatori esterni, appare proprio quella condotta secondo il metodo Oliviero, che azzera ogni tipo di dialettica democratica interna al partito in luogo dell’imposizione del proprio pensiero unico.