NAPOLI – Dal 15 al 30 settembre all’Edenlandia, alle ore 19 e alle ore 20, si terrà la rassegna ETHNE Danze dal mondo con la direzione artistica di Beatrice Baino e Giorgio Rosa, organizzato e prodotto da Mestieri del palco, Crasc, Le streghe del palco. In questo periodo, viaggiare sembra molto difficile, se non impossibile. E se fosse il mondo a venire qui da noi? ETHNE – Danze dal mondo è una rassegna di balli provenienti dai luoghi più disparati. Danze magnifiche da guardare e allo stesso tempo esempi di culture diverse e apparentemente lontane, che grazie a questi appuntamenti si riveleranno essere più vicine che mai. Sette appuntamenti che propongono la scoperta dell’Hip hop, flamenco, tango, salsa, tarantella, danza del ventre e capoeira. Mestieri del Palco, CRASC e Le Streghe del Palco si sono unite per portare dei pezzi di mondo per la prima volta in un contesto tutto nuovo e insolito: l’Edenlandia, la terra dei divertimenti. Tra una giostra divertente e uno zucchero filato, non potrete fare a meno di restare a bocca aperta davanti a movimenti sinuosi, a ritmi coinvolgenti e alle storie incredibili che accompagnano queste danze dal mondo. ETHNE racconta le peculiarità di ogni ballo e di ogni cultura che l’ha generato, offrendo al pubblico dell’Edenlandia una nuova prospettiva su ciò che pensavano di conoscere, ciò che avevano curiosità di approfondire, o che magari non avevano mai visto. Ogni danza racconta la storia di un popolo che spesso, come vedremo, si incontra con un altro e insieme formano qualcosa di nuovo, a dimostrazione che mescolare elementi diversi crea bellezza. Così facciamo oggi, unendo bellezza e divertimento. Siete pronti a viaggiare intorno al mondo con noi?
Programma e coreografi:
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15/09 HIP HOP Kristina Ricciardi
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16/09 FLAMENCO Manuela Iannelli
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17/09 TANGO Vincenzo Caiazzo
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23/09 SALSA Anna De Biase
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24/09 TARANTELLA Flora Scarpati
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29/09 DANZA DEL VENTRE Maria Esposito
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30/09 CAPOEIRA Giovanni Coraggio
Giovedì 15 settembre ore 19 e ore 20: HIP HOP
La prima tappa del nostro viaggio è nel Bronx, quartiere newyorkese dove negli anni 70 ha origine l’hip hop. Cuore del movimento è stato il fenomeno dei Block party: feste di strada, in cui i giovani afroamericani e latinoamericani interagivano suonando, ballando e cantando a ritmo di questa nuova musica. Parallelamente il fenomeno del writing contribuì a creare un’identità comune in questi giovani, che vedevano la città sia come spazio di vita sia come spazio di espressione. La scuola UNCONDITIONAL LOVE FOR DANCEHALL, diretta da Kristina Ricciardi e dedicata alla cultura giamaicana, è un progetto unico a Napoli, che ispira i ragazzi allievi alla stessa ricerca di creatività ed espressione. Coreografa: Kristina Ricciardi. Ballerini: Vincenzo Cerullo, Aurora Cerullo, Alessia Acunzo, Monica Anzalone, Simona Gagliotta, Giordana Trombetti, Mariolina Berte, Tina Iorio, Titti Arbucci, Sara Mondi, Veronica Mandile, Francesca Volpe
Venerdì 16 settembre ore 19 e ore 20: FLAMENCO
Il nostro ballo intorno al mondo vede come seconda tappa l’Andalusia, terra natia del Flamenco (fenicottero, in lingua spagnola); nato alla fine del Settecento come un’esigenza di sfogare gioie e dolori in un linguaggio intimo e privato, il flamenco è formato dalla musica, dal ballo (baile) e da un canto all’apparenza stonato (cante), eseguito senza l’accompagnamento della chitarra, avvalendosi soltanto di supporti ritmici corporali, come il battito dei piedi sul terreno, delle mani oppure delle nocche sul tavolo. Con il passare dei secoli, il flamenco è arrivato in Italia, oggi curato e pubblicizzato principalmente da associazioni pubblicitarie chiamate Peñas Flamencas. A farci da guida, con il loro spettacolo Una vez màs, sono Manuela Iannelli, ballerina, insegnante e coreografa di flamenco formatasi con maestri internazionali tra Madrid e Siviglia, e Antonio Campaiola, ballerino, insegnante e coreografo di stampo accademico, che ha approfondito la sua formazione in Italia, Germania e Spagna nelle discipline classica, contemporanea e flamenca. Insieme a loro scopriremo quanto il flamenco sia ad oggi uno spettacolo a tutti gli effetti.
Venerdì 17 settembre ore 19 e ore 20: TANGO
Terza tappa: Río de la Plata, Argentina. Ci muoviamo al ritmo del tango, nato proprio qui, come espressione popolare e artistica. Nessuno, però, sa chi abbia dato il nome di tango a questo ballo, né si sa esattamente perché si chiami in questo modo. Il tango veniva inoltre considerato un ballo peccaminoso per la religione cristiana, in special modo per il fronte cattolico che ne auspicava l’abolizione. Ad accompagnarci in questa misteriosa e peccaminosa tappa è la coppia di tangueri formata da Oxana Matskevich e Vincenzo Caiazzo, attualmente insegnante presso il V.OX Tango e varie associazioni italiane per seminari e perfezionamenti. L’obiettivo primario quello di insegnare, a tutti coloro che si avvicinano al Tango, il modo più appropriato per stare in milonga, le regole comportamentali legate ad una importante tradizione tanguera, il giusto approccio pratico per poter ballare ed improvvisare con tutti, professionisti o semplici amanti del tango e interpretare e capire la musica insieme.
Giovedì 23 settembre ore 19 e ore 20: SALSA
Il nome stesso del ballo protagonista della quinta tappa indica la sua “mescolanza” di ritmi e sonorità musicali: la salsa. Ballo caraibico nato nel quartiere portoricano di New York, (e divulgatosi poi nell’ arco di tutto il centro-America) al principio degli anni 60, deriva dal Son Cubano che, a sua volta ha origine a Cuba, intorno alla fine del XIX secolo. La salsa si sviluppa in vari stili che si differenziano principalmente per gestualità, figure, ramificazioni musicali di stampo culturale. Sono proprio le musiche, le tecniche e le movenze delle danze caraibiche ad aver affascinato i giovani allievi di Anna De Biase e che li ha spinti a trasformare un momento di spensieratezza e divertimento in disciplina. Il progetto di danze caraibiche nasce all’incirca tre anni fa con molto entusiasmo da parte dei ragazzi per la curiosità di provare un nuovo stile. Ballerini: Alessandra Sepe, Davide Festa, Erika Tostola, Carlo Priore, Anastasia Hasynets, Mattia Desiderio, Annita Cimmino, Vincenzo Cerullo
Venerdì 24 settembre ore 19 e ore 20: TARANTELLA
Per la sesta tappa, balliamo con un ritmo a noi familiare: la tarantella. Originatasi probabilmente nella provincia di Taranto, nel XIX secolo la tarantella è divenuta uno degli emblemi più noti del Regno delle Due Sicilie e il suo nome ha sostituito i nomi di balli diversi preesistenti di varie zone dell’Italia meridionale, diventando così la danza italiana più nota all’estero. Il nome “tarantella” deriva da “taranta”, un ragno velenoso diffuso nell’Europa meridionale e in particolare nelle campagne di Taranto, da cui prende il nome. In quelle zone il ballo della tarantella è in parte legato alla terapia del morso della tarantola. La tradizione affidava al veleno di questo ragno effetti diversi, a seconda delle credenze locali: malinconia, convulsioni, disagio psichico, agitazione, dolore fisico e sofferenza morale. La danza era la medicina per tornare a vivere, così come per Flora Scarpati, Federica Sibio e Michela De Felice, ballerine professioniste dell’associazione MIA DANZA ASD, che ci guideranno in questa tappa con tutta la fame di palco che questo periodo difficile porta con sé. Chi vive di danza, non può smettere di ballare.
Mercoledì 29 settembre ore 19 e ore 20: DANZA DEL VENTRE
Protagonista della quarta tappa è la danza del ventre, (in arabo raqs sharqi, رقص شرقي, danza dell’est), originaria del Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e dei paesi arabi, tradizionalmente praticata dalle donne poiché esprime interamente femminilità, vitalità e sensualità. La maggior parte degli esperti attribuiscono l’effettiva origine della danza orientale alle cerimonie religiose praticate dalle donne dell’antica Mesopotamia in onore alla dea-madre Ishtar. Le movenze cercavano quindi di imitare le forme e i ritmi della natura. Gli Europei scoprono la sensuale danza orientale solo nel XIX secolo, ma quella che si diffuse in Occidente era una danza quasi del tutto spogliata da ogni residuo di sacralità. Maria “Shisha”, appassionata e studiosa delle danze popolari ed orientali, restituisce alla danza del ventre l’antica magia propiziatoria e di devozione alla fertilità della natura ed alla magia del corpo femminile. Insieme al violinista Edo Notarloberti intreccia uno spettacolo unico e coinvolgente, del tutto originale, dove la tradizione musicale mediorientale trova nuova veste nel suono del violino in un mix di modernità e tradizione.
Giovedì 30 settembre ore 19 e ore 20: CAPOEIRA
Il nostro viaggio ballato intorno al mondo si conclude a Bahia, in Brasile, terra natia della capoeira. Essa è in realtà un’arte marziale, caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l’armonia dei movimenti (per questo spesso scambiata per una danza). Trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi: gli schiavi africani, destinati alle piantagioni, si allenavano nei combattimenti dissimulando la lotta con elementi di danza, al fine di non insospettire i colonizzatori. È praticabile da uomini, donne e bambini, sviluppa lo spirito di gruppo e contribuisce alla formazione del carattere in un ambiente allegro e piacevole. Per questo è anche uno strumento pedagogico d’inclusione sociale molto utilizzato in Brasile per il recupero dei ragazzi di strada, modello poi importato a Napoli dagli insegnanti Giovanni Coraggio (in arte Tatú) e di Fernando Severino da Silva (in arte Alemão); con la loro Associazione Sportiva Dilettantistica denominata CapoeiraNapoli continuano il lavoro nelle palestre e nelle scuole. Direzione artistica: Beatrice Baino – Giorgio Rosa. Segreteria organizzativa: Diana di Paolo – Giulia Menna. Segreteria amministrativa: Vincenzo Mollo. Ufficio stampa: Gabriella Galbiati. Ospitato da Edenlandia. Organizzato e prodotto da: Mestieri del palco, Crasc, Le streghe del palco
l’ingresso al parco e agli spettacoli è gratuito. Evento realizzato con il contributo della Regione Campania L.R. n. 6/2007 e del Ministero della Cultura