INCENDIO IN VIALE DELLE INDUSTRIE, PARLA L’ARPAC

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   –   Intervista di Davide Fusco   –                                                      rogo fabbrica caffe1 e1627324829842 INCENDIO IN VIALE DELLE INDUSTRIE, PARLA L’ARPAC

giuseppina merola 1 INCENDIO IN VIALE DELLE INDUSTRIE, PARLA L’ARPACSono Giuseppina Merola, ingegnere civile e, dal 2019 dirigente dell’Area Territoriale del Dipartimento Provinciale ARPAC di Caserta, con competenze sulle attività di campo dell’Agenzia quali monitoraggi, campionamenti, sopralluoghi, ispezioni, ecc.

  1. Chi è stato a causare l’incendio? 

L’individuazione delle cause degli incendi non rientra nelle competenze dell’ARPAC, laddove l’Agenzia si occupa della protezione e tutela ambientale, ma non ha compiti di polizia giudiziaria o funzioni di indagine territoriale, in capo ad organi quali, ad esempio, i VVF che verosimilmente si stanno occupando, insieme ad altre forze di polizia, di accertare le cause dell’incendio.

  1. Come e quando è intervenuta l’ARPAC e in che modo state monitorando la qualità dell’aria? 

L’Agenzia, ed in particolare i tecnici del Dipartimento di Caserta, sono stati contattati dalla centrale operativa dei VVF intorno alle 22.00 del giorno 26 luglio 2021 e sono prontamente intervenuti sul posto. L’incendio era ancora in corso con un’alta colonna di fumo con marcato effetto camino legato anche alle condizioni meteo. Sono state effettuate attività di misura e di campionamento preliminari compatibilmente con le condizioni di sicurezza. La mattina del 27 luglio è stato installato un campionatore ad alto volume per il campionamento di diossine e furani nell’aria, oltre all’installazione, sempre durante la giornata del 27, di un laboratorio mobile per il monitoraggio della qualità dell’aria.

Il campionamento di Sostanze Organiche Volatili (SOV) effettuato nella notte fra il 26-27 luglio ha riscontrato la presenza di sostanze inquinanti compatibili con l’evento in corso. Le misurazioni successive, effettuate con il laboratorio mobile dell’Agenzia installato a circa 1 km dal sito dell’incendio, hanno evidenziato che non c’è stato nessun superamento dei limiti di legge per il biossido di azoto anche se i valori risultano superiori rispetto a quelli delle stazioni circostanti. Elevati invece i valori orari di polveri sulla base della media giornaliera. Gli sforamenti dei limiti di legge per il PM10 rilevati sono stati riscontrati anche in numerose altre stazioni e sono da collegarsi a un evento sahariano.

Relativamente al campionamento di diossine e furani (rapporto di prova n. 14553 del 30 luglio) emesso dal Laboratorio diossine della UOC siti contaminati e bonifiche, inerente la determinazione di diossine e furani (PCDD-PCDF) in aria campionata il 28 luglio 2021 tramite campionatore ad alto volume ubicato in prossimità dell’impianto, si rappresenta, c che diossine e furani vengono di norma determinati in aria ambiente in caso di eventi incidentali, specialmente in concomitanza di incendi che interessano attività produttive, a cui è assimilabile il caso in esame. Tuttavia, non sono presenti limiti di riferimento imposti dalla legislazione per la concentrazione di diossine in aria ambiente; un valore di riferimento correntemente utilizzato dalla comunità scientifica è quello proposto dal Laenderausschuss fuer Immissionsschutz (LAI – Germania), pari a 0,15 pg/Nmc   [I TEQ] (picogrammi per normal metro cubo in termini di tossicità totale equivalente). La concentrazione riscontrata nel campionamento del giorno 28 luglio risulta inferiore al suddetto limite di riferimento; analogamente anche i campioni prelevati nei successivi due giorni (29-30 luglio) hanno evidenziato concentrazioni inferiori al limite di quantificazione. Nei giorni successivi all’incendio sono stati prelevati dei campioni di top soil (suolo superficiale) da terreni agricoli posti nelle vicinanze del sito oggetto dell’incendio, i cui esiti analitici sono in fase di elaborazione.

Relativamente alla qualità dell’aria, durante il periodo di osservazione la Campania è stata interessata da un apporto di polveri sahariane che ha diffusamente dato luogo a superamenti delle concentrazioni medie giornaliere di PM10. Anche le stazioni fisse della rete regionale localizzate in prossimità di San Marco Evangelista nonché lo stesso laboratorio mobile ivi installato hanno fatto registrare questi superamenti. In particolare, il laboratorio mobile ha registrato concentrazioni medie giornaliere di PM10 superiori al limite di legge nelle giornate fra il 28 luglio (primo dato giornaliero disponibile) e il 1° agosto. Non si sono registrati invece superamenti dei limiti di legge nelle concentrazioni degli altri inquinanti monitorati. Tutti i dati e gli aggiornamenti sono tempestivamente pubblicati sul sito dell’ARPAC.

3.Qual è stata a suo avviso la portata dell’impatto ambientale del rogo? 

Si è trattato sicuramente di un incendio significativo sia per portata che per durata; un dato confortante è sicuramente l’assenza di diossine rilevata nel corso dei campionamenti effettuati, verosimilmente legata alla natura dei materiali combusti (caffè, imballaggi in carta, ecc.) nonché alle condizioni meteo. Attendiamo comunque gli esiti dei campioni di top soil prelevati per delineare in maniera più esaustiva un quadro generale dell’evento.

  1. Come spiega il fatto che dopo due settimane a San Nicola e comuni limitrofi, soprattutto di notte, l’aria continua ad essere fetida?

Abbiamo in questi giorni ricevuto qualche esposto e comunicazione ufficiale circa la presenza di maleodoranze nelle ore notturne nella zona est del territorio comunale di SNLS, sebbene non si facesse espresso riferimento a molestie olfattive riconducibili a materiali combusti. Anche in questo caso, abbiamo invitato gli organi del territorio preposti ad individuare le eventuali sorgenti di maleodoranze, riservandoci un successivo intervento per la eventuale caratterizzazione analitica delle stesse.

  1. Quest’estate il numero degli incendi registrati in Italia è cresciuto del 203% rispetto alla già preoccupante media dei roghi estivi registrati in Italia tra il 2008 e il 2020. Alla luce di tali dati qual è al momento il suo bilancio dell’estate in Terra di Lavoro?

Negli ultimi anni, sul territorio casertano, soprattutto nel periodo estivo, si sono registrati numerosi ed anche significativi incendi (ad esempio Ilside di Bellona, Lea di Marcianise, ecc.); anche nel 2021, soprattutto a partire dalla seconda metà di luglio, si sono purtroppo verificati questi eventi, che, ad oggi, mi sembrano perfettamente comparabili (in intensità e numero) a quelli degli scorsi anni. A tal proposito, sarebbe auspicabile un incremento di mezzi e risorse umane sia per gli organi di primo intervento (come i VVF) che per l’ARPAC – Dipartimento di Caserta.

1 commento

  1. Fatemi capire. Prima si afferma “l’Agenzia si occupa della protezione e tutela ambientale, ma non ha compiti di polizia giudiziaria o funzioni di indagine territoriale”. Ma se non hai questi compiti come può occuparsi di prevenzione e tutela, resta in attesa dell’evento avverso per stabilire che sì l’aria si è inquinata a seguito dell’evento. Non mi pare prevenzione. Perché chiedere ad altri enti con altre competenze come l’ASL di individuare le eventuali fonti se con il referendum del 1993 alle stesse ASL è stata sottratta la competenza ambientale (resta solo l’igiene pubblica) tanto che vennero create le Agenzie Regionali per l’Ambiente (ARPAC). Non è vero che non hanno compiti di polizia giudiziaria. Premesso che l’ARPAC è proprio l’ente di supporto alla Polizia Giudiziaria (lo dice lo stesso sito dell’ARPAC https://www.arpacampania.it/attivita-di-supporto-delle-autorita-giudiziarie) come mai dice di rivolgersi ad altri enti? Non solo, all’interno dell’ARPAC c’è personale tecnico con la qualifica di Polizia Giudiziaria, tanto da percepire specifica indennità, comunque nell’ambito degli ecoreati resta l’unico ente a dover dare supporto come attende la normativa modificata nel 2015 (sempre dal sito dell’ARPAC https://www.arpacampania.it/ecoreati). Questi ci fanno o ci sono?

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