Sparisce la cosa più importante: che è morta una persona, invece ci si affanna a raccontarla come un pregiudicato, mentalmente instabile, uno straniero, come se quella vita valesse meno.
Ma che idea di Paese e di convivenza ha chi implicitamente spiega che se un laureato, legittimamente armato, spara ad un barbone di origine marocchina che disturba, deve avere per forza ragione?
Laurea, censo e appartenenza politica lo mettono in una condizione di superiorità morale che lo giustifica.
Sono sicuro che chi ha ucciso oggi sta soffrendo, ha meno certezze di Salvini e forse si è pentito di girare armato e di aver impugnato quella pistola.
Ma il leader leghista sceglie di giustificare, spiegare anziché riflettere su cosa c’è di sbagliato nell’idea della sicurezza fai da te che tanto gli piace ma che provoca tragedie e disegna una società in cui c’è più paura, meno sicurezza e la vita vale di più o di meno a seconda della storia delle persone”.