SANTA CROCE DI MAGLIANO, PATTO DEMOCRATICO CONTRO LA CHIUSURA DEL CENTRO VACCINALE

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centro vaccinale Santa Croce di Magliano 300x157 SANTA CROCE DI MAGLIANO, PATTO DEMOCRATICO CONTRO LA CHIUSURA DEL CENTRO VACCINALESANTA CROCE DI MAGLIANO – Il gruppo ‘Patto Democratico’ di Santa Croce di Magliano, comune della provincia di Campobasso, critica con un comunicato stampa la scelta della maggioranza della chiusura del Centro Vaccinale e il depotenziamento della asa della Salute: ““Dal plebiscito “Insieme per Santa Croce”  al nulla il passo è stato brevissimo”. Lo dichiara il gruppo politico di Santa Croce di Magliano “Patto Democratico”, progetto nato dalla volontà dell’ex sindaco Donato D’Ambrosio e di tutta la giunta che ha governato il paese dal 2014 al 2019.
 “L’amministrazione dei migliori, dei 4 sindaci, dei professionisti e degli  enfants prodiges è svanita. Partiamo da un dato numerico politico oggettivo, quello delle ultime elezioni comunali: 1736 preferenze.  In 2 anni i più votati hanno preso le distanze dalla maggioranza, ora diventata numericamente, parlando di preferenze, minoranza. Proviamo a spiegarci meglio. Delle 1736 preferenze totali bisogna sottrarci:
311 Iantomasi
220 Mascia
176 Pilla
102 Rosati V.
95 Colombo
La somma dei quali è 904, che tolti dal totale fa 832. Quindi, ad oggi, l’attuale maggioranza possiede meno voti dei “dissidenti”.  I numeri sono chiari, esiste soltanto la maggioranza consiliare. Detto questo, veniamo alla diatriba in corso: La chiusura del centro vaccinale e il depotenziamento della Casa della Salute. Un atto del genere, se fosse dichiarata la veridicità della notizia (usiamo il condizionale), e gli avvenimenti degli ultimi giorni sembrano dare ragione al  consigliere Mascia, sarebbe un evento disastroso non solo per la  comunità santacrocese, ma per l’intero circondario. Questo è soltanto l’ennesimo episodio del declino rappresentativo della nostra comunità. Con chiarezza, e senza giri di parole, all’attuale maggioranza manca tutto, dalla  passione alle competenze e questa mancanza da l’input ad un declino politico e sociale dell’intero territorio, che ad oggi possiamo assoggettare all’area del cratere delineata nel lontano 2002, che poi tanto lontano non è, almeno politicamente parlando, in quanto l’allora sindaco riveste, oggi, i panni di consigliere comunale, nonché di mentore e “guru” dell’attuale disfacimento politico-sociale della nostra comunità. E ancora, dimostrazione ne è la gestione dei 2  appalti: dissesto idrogeologico e campo sportivo (dicono che la gara sia stata vinta da una ditta di Matera), ma anche l’iscrizione di  Melanico nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici, del quale cercano di prendersi merito, ma i fatti, purtroppo per loro, li smentiscono ancora una volta. La gestione dei buoni spesa del lockdown, la gestione fondi per le p. Iva, la gestione dei fondi per i centri estivi, con la realizzazione di un bando, relativo allo scorso anno, viziato nella forma e del quale mai nessuno ha voluto assumersi la responsabilità. La questione Deloitte, l’affidamento della raccolta differenziata, tanto cara al consigliere Gianfelice, che tanto ha criticato, ma che si è ritrovato costretto a prorogare e a riconoscere l’efficienza del servizio, andando addirittura a ritirare il premio per “comune riciclone”. L’affidamento della pubblica illuminazione, la gestione della rete idrica, e qui il tasto dolente sono le diverse imprese agricole (di cui una del consigliere Rosati)  e di allevamento con centinaia di capi di bestiame, che hanno avuto difficoltà importanti a portare avanti le attività, anche di trasformazione dei prodotti. L’estate santacrocese, che da due anni ormai è caduta nel baratro anche perché non si sa ancora se esiste o meno un consigliere con delega alla cultura o, per lo meno, sulla carta la delega c’è ma fisicamente ha più intensità materiale un ectoplasma. il rientro nella sede comunale senza autorizzazioni, che ha significato molto e continua ad essere indicativo di chi persegue la vita amministrativa come un lascito familiare. L’affidamento degli incarichi  a professionisti non di Santa Croce, i lavori di manutenzione, ordinari e straordinari, affidati a parenti…. E così via.
Al consigliere Mascia non servono suggerimenti, ma bisogna approfondire pubblicamente questi argomenti e, soprattutto, c’è  bisogno che si prepari, perché parlando e scrivendo troppo, presto vedrà abbattersi su di lui la furia volgare di chi è abituato, da sempre, a delegittimare le persone.
Si torna in piazza, quella piazza tanto evitata dagli attuali amministratori, più leoni da tastiera che uomini degni di tale nome.
Noi la piazza l’abbiamo sempre voluta perché la vera politica parte da lì, dal confronto diretto col cittadino, non da un social network”.