– di Nicolò Antonio Cuscunà –
Segno distintivo del declino dei nostri giorni o del sopravvento qualunquistico dell’uno vale uno, dell’ignoranza e dell’incompetenza assurta a modello di vita (politica), sono certe gigantografie pubblicitarie elettorali, i famosi e costosi 6×3. Cartelloni posti lungo le strade delle città, il più delle volte deturpanti e dubbi rispetto l’arredo urbano, alla sicurezza stradale e alle autorizzazioni amministrative. Pubblicità di volti anonimi dai cognomi sconosciuti, immagini patinate di personaggi impettiti in pose statuarie alla moda berlusconiana, ma d’origine rinascimentale (i ritratti a tre quarti e mezzo busto di Antonello da Messina). Legittima scelta di partecipare per promuoversi nella competizione elettorale; anche se alcuni di questi cartelloni, per come sono proposti, rappresentano il degrado di questo sistema elettorale. Da più tempo dimostriamo la fine dei partiti e movimenti, non più garanti di serietà politica, fatta di saggi e coerenti programmi, selezione dei candidati e rispetto di valori etico-morali. Partiti oramai aperti a tutte le varianti dell’arrivismo, del calcolo-utile solo alle fortune dei loro (nominati) capi. Movimenti sorti con la luce del mattino, che tramonteranno nel breve volgere della giornata. Contenitori da riempire, non importa con chi, tutto è utile all’abbisogna, materiale umano senza arte né parte, proveniente da precedenti e contrapposte esperienze. Cambia casacca da destra a sinistra e viceversa, affaristi del voto, importante è rastrellare consensi, possedere pacchetti di voti per eleggere il candidato sindaco ed attendere l’eventuale ballottaggio (secondo turno) per barattare compensi e incarichi. Taluni pretendenti alla carica elettorale di consigliere comunale, pubblicizzano la propria immagine senza indicare la lista nella quale (sono) vorrebbero candidarsi, non indicano il logo-simbolo del contenitore partito o movimento, non fanno riferimento alla coalizione e tampoco al candidato sindaco da sostenere. Segno dei tempi del vuoto morale. Come dire: mi propongo al miglior offerente (al miglior prezzo) da riempitivo o da possessore di voti, non importa, mi presento, contattatemi. Conoscendo la fiera-mercato in atto per l’accaparramento d’adesioni, riempitive o meno, male che va, l’assoldato o imbarcato a bordo potrà recuperare i soldi + interessi spesi per il 6×3, buoni benzina o alimentari oltre a qualche promessa da riscuotere in caso di vittoria elettorale (le cronache sono stracolme di procedimenti di voto di scambio).
Colpa di un sistema politico degradato? Di un sistema elettorale permissivo e aperto agli appetiti dei furbi e “capizona”? Di certo, la colpa è di chi accetterà d’assemblare simili personaggi. Non v’è dubbio, questi signori vanno inseriti e segnalati del libro della vergogna, condannati al pubblico disprezzo. D’additare e condannare non sono solo loro, ma anche coloro che candidandoli mortificheranno la democrazia del voto.
Ancora più gravi ed indecorosi certi ipotetici candidati sindaco impegnati in proselitismo elettorale, con manifesti, volantini e presenza web, senza mai avere ricevuto l’investitura di un partito o della coalizione. Segno dei “tempi del sottovuoto” al quale non affidare il proprio futuro.
Le scelte elettorali restano azione delicata dalla quale dipende la vita di ognuno di Noi, l’esercizio del voto è la forma più alta della partecipazione attiva, va espresso in piena libertà e nella consapevolezza che decidere e scegliere, oltre a determinare per se, ipoteca il futuro per gli altri.
Il proprio bene o il male l’uomo lo determina da solo, scegliendo direttamente o delegando altri. Dipende dal male o bene che si vuole. (n.d.r.).