– di Nicolò Antonio Cuscunà –
Ci sono ancora incertezze rispetto ai candidati alla carica di sindaco di Caserta e del posizionamento dei candidati consiglieri; cioè, ancora non si conoscono tutti i pretendenti le cariche da rieleggere. Da un approssimativo calcolo, per difetto, in città tutti i condomini, i residence, i castrum dormitorio, i casali, quartieri e frazioni avranno pletore di candidati questuanti il voto. Professionisti del voto clientelare e peones, coinvolti per portare acqua al mulino grande, sciameranno per la città in cerca di consensi. Più riempitivi inserisci in lista più sarà facile per i maneggioni, capizona, padroni dei voti, ottenere il desiderato: “ritornare in Consiglio a sguazzarci per altri 5 anni”. Appaiano chiari certi tentennamenti, cioè, scegliere la lista e lo schieramento dove candidarsi per continuare a fare i “propri cazzi” alle spalle dei casertani. Un’ex candidata sindaco (usata e accantonata) mi rimproverò d’usare metodo violento nell’affrontare giusti argomenti. Mi auguro abbia compreso il mio sistema: ” la politica malata di cancro non si cura con l’aspirina”!
“I casertani non hanno la percezione del disvalore“. Così ha esordito il candidato sindaco dell’area socialista-progressista Avv. Romolo Vignola, nella video-intervista rilasciata al direttore di Appia Polis dr. Francesca Nardi. Cioè, la maggioranza dei casertani non percepisce le negatività e le opacità che avvolgono l’azione politico-amministrativa. Da Caserta è assente la qualità politico-amministrativa del “buon padre di famiglia”, sono assenti le competenze; non si percepiscono grandi differenze tra CDX e CSX, dovute anche ai “trasferimenti” di materia elettorale da una parte all’altra.
Soffermiamoci sul significato di “disvalore” in politica.
Conoscere la creazione di listoni, assemblati con capizona e figlie/i d’arte, di maneggioni per tutte le stagioni ed eminenze grigie protettori dei più beceri trasformisti, mercenari, nepotisti, e non battere ciglio, non avere il voltastomaco, rimanere impassibili, significa che il corpo della “democrazia di base” è malato. Cioè, se gli elettori accettano passivamente i cambiacasacca, sempre gli stessi personaggi senza percepirne la differenza per il loro posizionamento in questa o quell’altro schieramento, significa che il “cancro della malapolitica” ha avuto la meglio sulla democrazia partecipativa a discapito della libertà.
Come curare il cancro della malapolitica?
Con le liste di proscrizione, cioè presentare agli elettori i nomi dei personaggi da non votare, persone non desiderate alla guida di Caserta e da ritenere “nemici pubblici”. Liste di proscrizione da collegare al “disastro in atto nella città”; tutto ciò sempre e semplicemente se i casertani percepiscono la città allo sbando. La città è tutta una periferia da recuperare e non sono accettabili gli interventi di “ritinteggiatura”, posti in essere dal sindaco e dai suoi assessori, nelle frazioni di Puccianiello e Santa Barbara. Se il disvalore ha un significato e un valore, allora a Carlo Marino & C. dev’essere tolta l’opportunità di continuare a danneggiare la città.
Voltare pagina, cambiare spartito musicale, creare discontinuità, interrompere la cancrena della malapolitica usando la medicina del voto responsabile per impedire il sopravvento dei vecchi e conosciuti maneggioni. Tutti a casa! Caserta deve sperare e costruire un nuovo corso, deve credere e creare i presupposti del cambiamento; la brava e bella gente di Caserta c’è e deve palesarsi scacciando il vecchio sistema dell’arrogante incompetenza ancora arroccato nel palazzo Castropignano.
Sperare e credere si deve e si può, dipende solo dal volere, e il volere è potere.