Di Nicolò Antonio Cuscunà
Avvicinandosi il periodo per cambiare aria, sperando di lasciarsi alle spalle quella afosa di città e passare alla brezza iodata marina o alla fresca ossigenata dei boschi di montagna, ho fatto scorta di materiale che aiuti a vincere il piattume della comunicazione per masse pilotate dalle televisioni, del mucchio selvaggio (come amava dire Almerigo Grilz) dal web e carta stampata. Scelta indispensabile per dissodare, concimare e abbeverare il cervello utilizzando nostalgici ricordi e fantastici percorsi. Alla mia biblioteca aggiungo: l’avventura spirituale di FIORE per riscoprire l’anima attraverso un viaggio nei ricordi (La leggenda di Fiore – di Marcello Veneziani-) e “Guerra, Guerra, Guerra” , la storia recente e contemporanea di conflitti dimenticati, libro di F.Biloslavo e G.Micalessin. Il romanzo di Veneziani , con tratti autobiografici dell’autore, riporta alla mia memoria ricordi dell’infanzia nel profondo ud d’Italia, dove sono nato e cresciuto fino al 10° anno d’età. Parallelismi e similitudini con le esperienze di vita e politica vissute in età giovanile e adulta. Non è il caso di percorrere lo snodo dell’opera, chi decide di fertilizzarsi il cervello l’acquisti, potrebbe trovarvi parti di sé. Il secondo libro, tratta racconti di storia vissuta dagli autori, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, giornalisti di guerra, con la forza di narrare esperienze dolorose della loro vita vissuta a documentare, fotografare, scrivere, raccontare e rischiare la vita in giro per il mondo. Sono solo due dei tre giornalisti fondatori dell’Albatro Press Agency , il terzo Almerigo Grilz , triestino come gli altri due, dai continui viaggi di andata e ritorno dai fronti di guerra, non ritornò più dal Mozambico, dove cadde ucciso il 19 maggio 1987. Libro di storia ancora da scrivere per i testi scolastici o forse, storia che non s’imparerà mai sui libri per studenti, né è raccontata dall’informazione di regime. Storia contemporanea e , per il sottoscritto, vissuta dai racconti dell’antico amico Almerigo Grilz. Al triestino mi legava comunanza di militanza politica, esperienze collaborative nella segreteria nazionale del Fronte della Gioventù di Massimo Anderson e successivamente con Gianfranco Fini. Entrambi eletti consiglieri del MSI nel 1975, i primi in tutt’Italia in rappresentanza del Fronte, rispettivamente a Trieste e a Caserta. Città che Almerigo ebbe modo di visitare, per la presentazione dei suoi reportage girati in Afghanistan – Sala Verde ,palazzo Castropignano con saluto del sindaco Vincenzo Gallicola e dello stesso Fini , oltre ad altre circostanze. Da Caserta insieme pianificammo per tutta la Campania , una campagna pubblicitaria per conto della “Corsani pubblicità esterna di Padova” . Società con cui Almerigo collaborava per guadagnarsi i biglietti e ripartire per un altro fronte di guerra. La guerra dei mujaheddin contro i russi invasori nell’80 dell’Afghanistan , quella del Libano -1982- e della Birmania -1984- le ho conosciute attraverso Suoi racconti. Col suo marcato accento triestino, Almerigo non smetteva mai di parlare, aveva l’innata proprietà d’illustrare facendoti vedere le cose che narrava . A cena a casa o in auto in giro per le provincie campane, la sera o al mattino sciorinava nomi, località, date e episodi di morte e di vita. Logorroico nel parlare del Suo rischioso lavoro, frugale a tavola dove consumava pasti spartani . ” Non voglio assumere costumanze di casa Cuscunà, diceva, con colazione , pranzo, merenda e cena, nei fronti di guerra diventano cattive abitudini “. Affascinava i miei primi due figli, il più grande Giuseppe, lo subissava di domande interlocutorie. Raccontava di privazioni, sacrifici, pericoli e malattie contratte per l’amore dedicato ad “illustrare le guerre dimenticate”. Gianfranco Fini dovrebbe conservare un biglietto scritto da Almerigo e lasciatogli sulla scrivania in via Della Scrofa, nel biglietto scrisse : ” …vado in Mozambico e ritorno “. Da quel viaggio Almerigo Grilz non fece più ritorno, venne colpito alla testa da un proiettile durante uno scontro armato tra governativi e ribelli della Renamo, riposa seppellito nella savana sotto un Baobab. Primo giornalista dopo il 1945 morto in luogo di guerra, la notizia su Rai 1 venne data da Paolo Frajese , col parere contrario del comitato di redazione. Almerigo Grilz era colpevole di libertà di espressione, libera informazione e libertà di militanza nella destra del MSI di Almirante. Quelle libertà oramai inesistenti in certa (dis)informazione cosiddetta libera o prezzolata dalla mala-politica. Quest’estate farò un bagno di nostalgici ricordi, concimerò bene il cervello.
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