LE DECISIONI DELLA MAGISTRATURA DOVREBBERO VALERE SIA QUANDO SONO CONTRO LA POLIZIA PENITENZIARIA, COME IL CASO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE, SIA QUANDO SONO A FAVORE COME QUELLE DELLE DECINE E DECINE DI ARCHIVIAZIONI PER FATTI NON COMMESSI. IL CLIMA DI CACCIA ALLE STREGHE PUO’ PORTARE A SERI DISORDINI SIA ALL’INTERNO DELLE CARCERI SIA AL DI FUORI DI ESSE
“Il clima di autentica “caccia alle streghe” che si è creato da troppi giorni intorno al personale di
Polizia Penitenziaria impone a tutti – e noi per primi lo facciamo – ad abbassare i toni, consentendo alla magistratura di svolgere il proprio lavoro e affrontando con serenità, con i tempi e gli strumenti necessari tutti i problemi di chi è detenuto e di chi lavora nelle carceri italiane”. Lo afferma il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo per il quale “troppi episodi nelle ultime ore, diffusi a macchia di leopardo sull’intero territorio nazionale contro il personale penitenziario, lasciano presagire che se non si interrompe subito la “campagna di odio”, alimentata ad arte, potrebbe accadere qualcosa di grave fuori e dentro le carceri.
Non mi riferisco solo a striscioni, manifestini, scritte apparse su muri che inneggiano a “colpire” uomini e donne in divisa, costretti a dismettere la divisa del Corpo quando non sono in servizio – tra l’altro una notizia che sarebbe dovuta rimanere, ovviamente, riservata ed invece è su tutti i giornali – ma ad una situazione diventata esplosiva per effetto di chi soffia sopra i gravi fatti di Santa Maria Capua Vetere con altri scopi che sono facilmente immaginabili. Dentro il carcere abbiamo già conosciuto le rivolte e i disegni della criminalità organizzata di imporre il proprio controllo reclutando nuovi affiliati. Fuori – aggiunge Di Giacomo – sigle ed organizzazioni estremistiche puntano a destabilizzare la Polizia Penitenziaria per destabilizzare lo Stato. E in tutto questo la politica non sta offrendo certo al Paese una bella figura perché si dimostra incapace di leggere l’attuale situazione di gravissima crisi del sistema penitenziario fermandosi ai fatti del carcere casertano o al massimo con attestazioni formali di vicinanza al personale.
Accade così che se la magistratura arresta e decide provvedimenti restrittivi nei confronti del personale fa bene e viene elogiata da un coro unanime, ma se archivia procedimenti giudiziari su fatti analoghi avvenuti in altre carceri fa male e viene contestata. È questa forma di giustizia a senso unico che non può essere tollerata specie da chi come noi ha condannato senza ambiguità l’operato dei colleghi di Santa Maria Capua Vetere.
Rinnovo l’appello – conclude il segretario S.PP. – in particolare ai professionisti dell’informazione a spezzare la campagna di opinione che vorrebbe far credere agli italiani che gli uomini e delle donne del Corpo sono tutti crudeli e disumani nei confronti dei detenuti”.