L’assessore alle Finanze, Maria Carmela Serluca, ha dichiarato quanto segue:
“È opportuno ricordare, in merito ai “numeri” che sono stati in questi giorni diffusi sulle passività rilevate dalla Commissione straordinaria di Liquidazione, che la norma disciplina la procedura per la formazione della massa passiva e le fattispecie dei debiti ammissibili nonché le modalità di deposito del piano.
Al momento non ci risulta essere stata definita la massa passiva né depositato il piano, pertanto, la prima cosa da valutare è la fondatezza dei numeri diffusi.
È opportuno, inoltre, ricordare, facendo un salto nel passato non troppo lontano, quando proprio l’amministrazione precedente aveva chiesto ed ottenuto anticipazioni di liquidità per pagare debiti certi, liquidi ed esigibili per oltre 30 milioni, che ultimamente proprio un parere del Ministero dell’Interno ha precisato vadano computati tra i debiti del dissesto.
In aggiunta, ricorderemo che la Corte dei Conti nel 2014 deliberava il diniego del Piano di riequilibrio presentato dalla precedente amministrazione, acclarando ovviamente una situazione finanziaria grave e difficile da gestire e, con le ordinarie procedure, valutandone la non congruenza ai fini del riequilibrio, senza ripeterne i motivi, la Corte dei Conti assegnava al Consiglio un termine non superiore a 20 giorni per dichiarare il dissesto, cioè solo un anno e mezzo prima dell’insediamento dell’attuale amministrazione.
Ricordiamo, inoltre, che, appena due mesi prima, il precedente Consiglio Comunale approvava altri debiti fuori bilancio per complessivi € 18.999.484,91 e altri 3 milioni e mezzo ancora da riconoscere, a testimonianza della mole di debiti che esisteva prima del nostro insediamento.
Le relazioni dei dirigenti e la puntuale valutazione del Collegio dei revisori sono state a supporto dell’atto di dichiarazione del dissesto per dimostrare la fondatezza dei presupposti che se presenti “obbligano” l’ente a dichiararlo senza nessuna scelta o valutazione discrezionale.
Come dire ancora una volta che le condizioni che ci hanno costretto a dichiarare il dissesto sono ben evidenti e vengono confermate continuamente.
Aggiungiamo l’ingente indebitamento, che l’Ente sta continuando a pagare le rate e che insieme agli interessi contrae le nostre spese correnti limitando le possibilità di spesa. Per l’amministrazione sottoporsi alla rigorosa procedura del dissesto, significa sacrificare molto della sua sfera amministrativa, un irrigidimento della sua operatività, pertanto rappresenta un atto di responsabilità per il bene della città. Attendiamo che la Commissione termini il proprio lavoro e comunichi nelle forme e modi dovuti le risultanze”.