SANTA MARIA CAPUA VETERE – Maxi operazione del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta e della Compagnia dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, con 52 ordinanze applicative di misure cautelari in diversi uffici del Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria della Campania, con le accuse di torture ai danni di numerosi detenuti, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico aggravato, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio. Le indagini sono cominciate poco più di un anno fa, all’inizio dell’allarme Covid-19 del marzo 2020 dopo le prime proteste di alcuni detenuti al carcere ‘Uccella’ poi seguiti dalle violenze del 6 aprile successivo. In quel giorno venne organizzata una perquisizione straordinaria, e dai video di sorveglianza si nota una certa arbitrarietà nella scelta di chi perquisire, con l’unico obiettivo di mettere a tacere la protesta con la violenza. La visita ispettiva di tre giorni dopo evidenziava tutti i danni fisici ai carcerati, che non ebbero a disposizione nemmeno biancheria, dotazione da bagno, lenzoula e cuscini. Da lì l’esame delle registrazioni video, che hanno evidenziato numerose violenze alla quasi totalità dei detenuti del reparto Nilo, presi a calci e manganellate. Nel mese di giugno venivano sequestrati gli smartphone di agenti della Polizia Penitenziaria, con messaggi in cui venivano trovate nuove prove che testimoniavano l’aggressività verso i detenuti. Tra le condanne: 8 arresti nei riguardi di un Ispettore Coordinatore del Reparto Nilo e 7 assistenti/agenti della Polizia Penitenziaria; 18 agli arresti domiciliari, tre obblighi di dimora per tre ispettori e 23 sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio tra i cinque e i nove mesi, quasi tutti in servizio a Santa Maria Capua Vetere.