CARLOTTA BENUSIGLIO SI È SUICIDATA

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–   di Ursula Franco *   –      

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Carlotta Benusiglio

Carlotta Benusiglio, 37 anni, è stata trovata impiccata ad un albero di Piazza Napoli a Milano intorno alle 6.00 del 31 maggio 2016.

Dopo una iniziale archiviazione come suicidio, il caso è stato riaperto e il fidanzato di Carlotta, Marco Venturi, 43 anni, è stato indagato per omicidio volontario aggravato. Il 22 ottobre 2020 si sono chiuse le indagini nei suoi confronti.

Nell’aprile 2019 il PM Gianfranco Gallo ha richiesto l’arresto del Venturi, dopo tre rigetti, quello del GIP, quello del Tribunale del Riesame e quello della Cassazione, il fascicolo è passato in mano alla PM Francesca Crupi che ha chiesto il rinvio a giudizio del Venturi per omicidio volontario nonostante il Tribunale del Riesame di Milano, il 15 ottobre 2020, si fosse espresso come segue: “Il Tribunale del Riesame di Milano ritiene che non vi siano gravi indizi di colpevolezza a carico di Marco Venturi, avendo gli elementi fin qui acquisiti accertato – con %name CARLOTTA BENUSIGLIO SI È SUICIDATArilevante probabilità – che la morte di Carlotta Benusiglio sia avvenuta per suicidio compiuto dalla stessa”. Il 6 luglio si terrà l’udienza preliminare.

Durante una puntata di Chi l’ha visto del febbraio 2018 sono stati divulgati gli orari in cui Marco Venturi venne inquadrato in entrata e in uscita da via dei Vespri Siciliani, la via dove abitava Carlotta, quegli orari permettono di escludere che il Venturi abbia ucciso Carlotta, non rientra infatti nell’ambito delle possibilità che Marco Venturi, che pesa solo 68 chili, abbia strangolato la Benusiglio, che pesava poco meno di lui, e l’abbia poi impiccata in pochi secondi.

A permetterci di escludere che Marco Venturi abbia stordito e poi sospeso all’albero di piazza Napoli la povera Carlotta non sono solo gli orari forniti dalle telecamere di piazza Napoli ma anche le risultanze autoptiche, lo stato degli abiti e del luogo in cui è stato ritrovato il cadavere della fidanzata.

Partiamo dai dati statistici:

  • – L’omicidio per impiccamento è raro (statisticamente rappresenta meno dell’1% degli impiccamenti) ed è generalmente attuato in persone colte di sorpresa o in precedenza stordite.
  • – In caso di simulazione, sul cadavere si riscontreranno lesioni estranee al meccanismo dell’impiccamento e di poco precedenti alla morte.
  • – La simulazione di suicidio per impiccamento è generalmente messa in scena da almeno due soggetti.

Nella pratica medico legale si distinguono due tipi di impiccamento:

  1.  l’impiccamento COMPLETO, che interviene quando l’individuo è sospeso nel vuoto;
  2.  l’impiccamento INCOMPLETO, che interviene in un individuo solo parzialmente sospeso. In questo casi il soggetto viene ritrovato in piedi, in ginocchio, seduto o semisdraiato.

L’impiccamento incompleto, ormai da secoli riconosciuto dalla scienza come pratica suicidiaria, scatena da sempre fantasiose ricostruzioni da parte dei parenti dei suicidi e dei giornalisti che ignorano che non solo l’omicidio per impiccamento è raro ma anche che non è necessaria la sospensione nel vuoto del corpo perché si arrivi alla morte.

Per occludere le vie aeree basta esercitare sul laccio una trazione pari ad 1/3 del peso del corpo, mentre una trazione di 3-4 kg è sufficiente ad interrompere la circolazione delle arterie carotidi e una semplice compressione del nervo vago e dei ricettori seno-carotidei può produrre l’arresto immediato del cuore con morte sincopale per inibizione riflessa.

Torniamo alle telecamere:

  1.  la telecamera Napoli 14, alle 3.39.21, riprende Marco e Carlotta in via dei Vespri Siciliani, una strada che porta a casa di Carlotta;
  2.  secondo il consulente della famiglia Benusiglio, la telecamera Napoli 12, alle 3.40.04, riprende una sagoma che si dirige verso il parco;
  3.  secondo il consulente, la telecamera Napoli 13, alle 3.40.10, riprende due sagome che si addentrano nel parco;
  4.  secondo il consulente, alle 3.40.40, il corpo impiccato di Carlotta oscura la luce del lampione;
  5.  secondo il consulente, la telecamera Napoli 13, alle 3.41.49, riprende una sagoma che si allontana dal parco;
  6.  la telecamera Napoli 14, alle 3.42.26, riprende Marco Venturi in via dei Vespri Siciliani mentre si allontana da casa di Carlotta.

Marco Venturi è stato inquadrato in entrata e in uscita sempre e solo in Via dei Vespri Siciliani, una prima volta alle 3.39.21, qualche decina di secondo prima che raggiungesse la casa di Carlotta, e la seconda volta, 2 minuti e 22 secondi dopo, alle 3.42.26, mentre si allontanava da Piazza Napoli. Secondo il consulente dei Benusiglio, alle 3.40.04 il Venturi si sarebbe addentrato nel parco. Per raggiungere l’albero del parco di piazza Napoli al quale fu trovata impiccata Carlotta, partendo da casa sua, si impiega almeno un minuto. Pertanto il Venturi avrebbe dovuto stordire ed impiccare la Benusiglio in più o meno 22 secondi, un’ipotesi insostenibile a meno che a Marco Venturi non si vogliano riconoscere dei superpoteri.

Il professor Osculati e i periti del GIP hanno ritenuto più probabile l’ipotesi suicidiaria mentre altri medici legali sono giunti a conclusioni diverse. Quando le conclusioni dei medici legali chiamati ad esprimersi sono discordanti evidentemente non è dall’esame medico legale che dobbiamo aspettarci la soluzione di un caso. Le diatribe medico legali si superano nel momento in cui si hanno riscontri extra autoptici ad una ipotesi o all’altra. In questo caso non c’è nulla che supporti l’ipotesi omicidiaria.

La consulenza del professor Osculati è molto accurata, il consulente infatti non si è limitato allo studio delle risultanze autoptiche ma ha cercato altrove elementi che potessero supportare una delle due ipotesi, omicidiaria e suicidiaria.

Nel caso di Carlotta l’ipotesi omicidiaria è smentita da molti elementi:

  • – Né sul corpo di Marco Venturi né su quello della povera Carlotta Benusiglio sono state osservate lesioni ascrivibili ad una colluttazione. Non solo non sono state rilevate lesioni da difesa agli arti ma neanche unghiature al collo.
  • – Il luogo nel quale la Benusiglio è stata ritrovata impiccata non aveva nulla della scena del crimine, non erano infatti presenti sul terreno né i segni di una colluttazione né quelli del trascinamento di un corpo. Il giornalista Sandro De Riccardis il 7 giugno 2016 ha pubblicato sul sito di La Repubblica un’intervista ad un lettighiere accorso in aiuto di Carlotta intorno alle 6:00 del mattino del 31 maggio 2016. Questa testimonianza è certamente di rilievo per quanto riguarda la descrizione dello stato dei luoghi non certamente per quanto riguarda le inferenze in tema di impiccamento di un soggetto incompetente in materia. Alla domanda di De Riccardis: “Il terreno era fangoso? C’erano impronte o segni sull’erba?”, il testimone ha risposto: “No, abbiamo guardato il terreno. Era normale”.
  • – Gli abiti di Carlotta erano puliti. Se Carlotta fosse stata stordita prima di essere impiccata, i suoi vestiti sarebbero venuti in contatto con il terreno e si sarebbero sporcati di terra. La Benusiglio non cadde a terra perché fu lei ad impiccarsi deliberatamente.
  • – La struttura del cappio era compatibile con quella di un cappio annodato da Carlotta stessa.
  • – Come già sottolineato, lo studio della tempistica permette di escludere che si sia trattato di omicidio.

Riguardo alla fantomatica sindrome di Eagle diagnosticata a posteriori alla Benusiglio, è la stessa consulente del PM a sostenere che “si tratta di un’entità clinico nosografia ancora non perfettamente definita per la notevole eterogeneità del corredo sintomatologico ed obiettivo con cui può presentarsi”.

Ammesso e non concesso che Carlotta fosse affetta da questa sindrome e che sia morta in un tempo infinitesimale senza difendersi, è impossibile che Marco sia riuscito ad appenderla all’albero in 20 secondi. La sciarpa con cui la Benusiglio si è impiccata è risultata priva di lacerazioni e/o abrasioni e/o imbrattamenti, pertanto non si può ipotizzare che il corpo di Carlotta fosse stato sollevato da terra attraverso l’uso della sciarpa a mo’ di carrucola.

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ursula franco 1 CARLOTTA BENUSIGLIO SI È SUICIDATA* Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari. Recentemente entrata nel Forensic Team della COLD CASE FOUNDATION, una Fondazione Americana che si occupa di casi irrisolti, Executive Director: FBI Profiler Gregory M. Cooper