OSPEDALE SAN ROCCO, GLI SPECIALISTI DEL PARADOSSO… CITANO LA LEGGE

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(f.n.) – Le vicende che riguardano il PO San Rocco di Sessa Aurunca, non destano più alcuna meraviglia, ma vale sempre la pena “attenzionarle” e riflettere su eventuali retroscena. Il fatto che il Presidio aurunco, sia governato da autisti e sindacalisti e la direttrice sanitaria in carica, continui a giocare alla fanciulla del West ed il suo vice si aggiri con l’occhio stellato, in attesa dei tempi giusti per entrare in carica, non deve indurci alla rassegnazione né a disinteressarci delle persone, che si trovano a subire gli effetti di certe anomalie gestionali. Il comunicato a firma del segretario regionale del Nursind di qualche giorno fa, ha fatto letteralmente drizzare i capelli sulla testa a molti. Apprendere che ad una signora, ricoverata in fase di travaglio al San Rocco, è stato impedito di essere assistita dalla persona che l’accompagnava, incidentalmente una ostetrica dipendente dell’Asl, pluri tamponata e vaccinata, perché quest’ultima avrebbe dovuto sottoporsi obbligatoriamente ad un ennesimo tampone molecolare, è letteralmente allucinante e a rivendica un approfondimento. Ricordiamo che, con la solita cialtronesca approssimazione con cui si fanno le cose nel nostro Paese, nel periodo più buio dell’emergenza Covid, il pensiero che le norme di sicurezza applicate rigidamente, avrebbero penalizzato fortemente le gestanti, nella fase più delicata del loro percorso, quello immediatamente precedente la nascita del bambino, non era passato per l’anticamera del cervello, a nessuno dei grandi pensatori e, soltanto dopo molte rimostranze, da parte di associazioni, sanitari e di qualche politico ispirato da medici consapevoli e coscienti, come nel caso di Valeria Ciarambino, che a suo tempo, recependo alcune specifiche istanze, fece richiesta ai Dg delle Asl di protocolli specifici, per l’umanizzazione della nascita, anche il coordinamento del SSR presieduto da Antonio Postiglione, aveva invitato i DG a consentire alla gestante di essere accompagnata da una persona precedentemente identificata ai fini del necessario screening Covid. Detto questo, veniamo alla signora che accompagnata da un’ostetrica, è stata ricoverata giovedì 10 giugno ed alla quale non è stato consentito, di avere accanto in sala travaglio, l’accompagnatrice, perché doveva fare il tampone e l’esito del tampone molecolare in uso al San Rocco, arriva il giorno dopo…A prescindere dalla maniera poco ortodossa che, secondo la denuncia del Nursind, con cui alcuni sanitari si sarebbero rivolti alle due signore, la prima domanda è: scusate… ma il tampone rapido non fa tendenza al San Rocco? La seconda domanda nasce invece dalla risposta che la Ds Fornasier, avrebbe dato a chi le chiedeva lumi sulla faccenda…”Questa è la legge!” avrebbe detto la fanciulla del West. Ma…il caso delle due pazienti non gravide, con le quali la gestante, ha condiviso la sala travaglio, e che risultavano essere in appoggio, in attesa di essere sottoposte ad un intervento programmato per il giorno dopo, e che non erano state sottoposte al tampone, in quale codicillo di quale legge è contemplato?, E se una delle due pazienti che sostavano in sala travaglio, utilizzata impropriamente come zona filtro, fosse risultata malauguratamente positiva, non sarebbe stata proprio la gestante in questione, ad essere penalizzata visto che sia lei che il neonato, avrebbero corso il rischio di infettarsi? E la legge citata dalla Fornasier come si pronuncia, in merito alla necessità di tamponare i vari fornitori di accessori e presidi per ortopedia che entrano tranquillamente in sala operatoria?, e coloro che portano le cellule staminali e sostano all’interno?, e i vari medici in convenzione che vanno di qua e di la tra un ospedale e l’altro, quanti tamponi fanno in una giornata secondo la legge che, ovviamente andrebbe rispettata sempre e non citarla soltanto, quando peraltro non si sa cosa rispondere … Ma… già…il problema non sono quelli che vanno e vengono dalla sala operatoria senza fare il tampone né’ i medici in convenzione che veleggiano da un presidio all’altro, ma il problema vero ed autentico è la signora ostetrica dipendente dell’ Asl in servizio presso il consultorio, vaccinata e pluri tamponata. Entiendes? Hasta el ridiculo!