– di Maria Montanaro –
‘Cioè, il Consigliere Regionale che viene meno, muore, e la moglie non ha diritto a pane e mortadella’?.
A profetizzare tale visione, non è l’Oracolo di Delphi tanto caro a Socrate, bensì il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, nientepopopòdimenoché… Gennaro Oliviero.
La seconda carica della Regione, sapendo di essere intervistato da un canale nazionale, si è lasciato ispirare, ed in un momento di raptus estatico, ha voluto stupire la platea nazionale, il risultato però, non è stato dei migliori. Anzi, la battuta è apparsa una ciofeca da un retrogusto amaro, che ha fatto rabbrividire Sessa Aurunca, imbarazzata ancora una volta dall’attenzione mediatica che, ormai, periodicamente si concentra nella città del Consigliere Regionale.
Quello che più desta scalpore, è come la città Aurunca, piena di storia, di intellettualismo, sia ormai assoggetta ad uno strano silenzio, che eleva a modello politico da seguire la mediocrità ormai consolidata di una retorica politica che alle persone non dice più niente. Per questo, oltre a qualche muso storto, e qualche indignazione social, nessuno a Sessa riesce a staccarsi da Mamma Onorevole, che ora più che mai, in periodo elettorale è pronta a sfamare la prole desiderosa di godimento.
Quindi senso avrà mai soffermarsi sul diritto al pane e mortadella che rivendica l’autorevole Onorevole?
In fondo, a chi interessa, che il terreno in cui si muovono diritto e privilegio, sia un terreno a rischio frane, soprattutto per il periodo di crisi che si è costretti a vivere?
Sia chiaro eh, l’autorevole Onorevole non ha commesso nulla di illecito, nulla che vada contro legge.
Ma è innegabile come la sua scivolata sia di quelle clamorose, stile buccia di banana nei cartoni animati.
Mentre lui gonfiava il petto in diretta tv dichiarando di essere favorevole alla restaurazione del vitalizio agli eredi dei consiglieri deceduti, sottolineando come poi quella somma sia irrisoria: da pane e mortadella. Peccato, però, che fuori dal Palazzo della Regione si manifestava per la rivendicazione del diritto di cassa integrazione per i lavoratori colpiti dalla pandemia. Anche quello è un diritto, che guarda caso, non si trasforma mai in un privilegio.
Sarà che in effetti il sazio non crede al digiuno, e quindi chi ha lo stomaco pieno non crede alla fame altrui, ma da un Autorevole Onorevole che si appresta a fare asso pigliatutto nel feudo silente e obbediente al padrone di Sessa Aurunca, ci si aspetta uscite degne del suo appeal da stratega politico, come lo amano definire i suoi vassalli.
E non siamo nemmeno sicuri che tale messaggio verrà recepito nel migliore dei modi, perché l’attaccamento al pane e mortadella può essere interpretato come un attaccamento a quella logica clientelare che è poi il manifesto programmatico della Politica Sessana: quindi perché togliere ciò che è mio per non darlo ai miei eredi, come di solito si usa fare?