IL RITORNO DELL’ASINO CUSTODE

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   –   di Ciro Esposito   –                                                                        racconto caserta ciro esposito scaled IL RITORNO DELLASINO CUSTODEL’ora della sua venuta era sempre la stessa, tra le cinque e le sei del mattino, così era prima e così adesso. Il rumore della sua cadenza era inimitabile e identica a quella dei tempi che furono, il suo incedere era riconoscibile anche se, questa volta, avvertii qualche rumore mancante; falloso. Mi affacciai al balcone e lo vidi: camminata ancora austera, orecchie dritte e coda al vento. Si accorse di me, mi scrutò e profferì la fatidica frase: mi aspettavi, eccomi qua… l’abitudine e’ sta scetàto nun ‘è perdut…nce simme fatte viècchie…rurmìmme poco!

Amedè, quale buon vento…non ti ho visto per tanti anni e appari quando sento il bisogno di vedere l’amico che mi ha accompagnato una vita. Mi sarebbe piaciuto sentire anche un altro scalpitare; quello dei fragorosi zoccoli di LUCIETTA, mi è stata vicina, ne sento la mancanza …mi ha sempre voluto bene, ed io a Lei.

GI, Lucietta voleva bene a me e a te ma le nostre strade si sono divise quanto, dopo tanti anni di importante convivenza, non ha voluto sposarmi e mi ha meravigliato perché la nostra intesa era perfetta in tutto, nonostante la differenza di età.

Amedè, ma nce’ fatt, capì ca’ vulìve bene? Gli hai parlato chiaramente del matrimonio, della formazione di una famiglia?

UAGLIO’ ho provato di tutto ma credo che lei abbia avuto paura di affrontare il grande passo…tu lo sai che soffriva di crisi di panico…quindi! Ma veniamo a noi e alla mia ricomparsa sulla scena. Sono stato fisicamente assente ma ti ho sempre seguito. Oggi il tuo inconscio mi reclama ed io non posso rimanere sordo al richiamo accorato della persona a me più cara; la mia voce è più roca, la mia zampa destra fa i capricci e si sente dal rumore dello zoccolo che manca il colpo ma il mio cervello, nonostante l’età ragiona ancora. Hai narrato della Caserta dei tempi andati ma non hai portato a conoscenza dei nostri concittadini quanto avveniva nelle riunioni di Giunta …delle liti furibonde e di quanto la città ti deve perché, come sempre hai detto, porti per questa città un grande affetto ed è giusto che i Casertani sappiano le cose recondite che determinavano le scelte, quanto eri costretto a fare per ottenere taluni successi Hai spiegato, per grandi linee, il tuo comportamento ma nessuno sa come veramente la pensavi anche con il contatto dei collaboratori…quelli che gli altri chiamavano i subalterni. Era il 1970; eri sindaco f.f. e decidesti di abbattere il vergognoso muro, brutto e fatiscente che in via Giannone recintata il giardino reale; decidesti di farlo gratuitamente, raggiungesti l’accordo con alcuni costruttori che prepararono i mezzi di trasporto per i materiali di risulta e le pale meccaniche per l’abbattimento…un esercito di camion e pale … ma un grande uomo, Emanuele Ciocia che ti ha sempre protetto e ti ha insegnato, poi, il mestiere di amministratore, ti fermò facendoti notare che su quel muro erano posizionate la linea elettrica, quella telefonica ed altri servizi….avresti bloccato la vita della parte nord di Caserta…senza contare che alcuni politici avevano avvertito le autorità per farti arrestare per distruzione di un bene pubblico. Nel 1979, però, da assessore ai LL.PP. riprendesti quel progetto e lo proponesti alla Giunta che l’approvò e il Consiglio Comunale ne ratificò l’atto e la cancellata fu realizzata con una spesa di 200 milioni di lire…oggi, quella cancellata è semi arrugginita e il Demanio Statale non provvede a riverniciarla.

Devi anche narrare come è nata la parte sud del Rione Ises di via Ruggiero. Te lo ricordi Nanninella, come era chiamato il direttore del Centro di Formazione Professionale Pastore che era il sostenitore della cooperativa che poi costruì le due palazzine? Tu, da presidente della commissione edilizia eri contrario all’insediamento e favorevole al verde pubblico ma si presentarono due personaggi a cui non potevi dire di no: Vitaliano Petrillo e Mimì Ercolano …ti raccomandarono, con molto calore, il progetto…lo portasti alla approvazione della Giunta e sorse quel complesso che non sfigura ma non volesti mai avallare e approvare, dall’altro lato di via Rosselli , angolo via Bosco , il progetto per la palazzina che poi costruì Gianni Landolfi …Ti ricordi che quando c’era da firmare delle licenze edilizie che “facevano rumore” il sindaco non c’era mai e le portavano a te con preghiera di firmale subito…le mettevano sulla tua scrivania e tu le studiavi? Altri, i mallevadori di quei progetti hanno” comprato” appartamenti in quelle palazzine …Gir Esposito no! Infine, e per oggi, voglio ricordare ancora due fatti singolari: Stavi realizzando il piano del traffico, stavamo apponendo la segnaletica verticale in via Roma, angolo Piazza Amico e il cantoniere bottone che operava appollaiato su una scala traballante, si rivolse al Sindaco, per farsi sorreggere: Gi matièn sta sfaccìmm ‘ e scala e tu… lo accontentasti. E chiudo ricordandoti l’episodio dell’orologio con la calcolatrice incorporata che lanciasti in faccia all’assessore Pacifico. Eletto assessore ai LL.PP portasti in Giunta il progetto per la costruzione di una fogna… per la somma di 1. milione e 500 mila lire che era il limite dei poteri della Giunta…L’assessore Nini Pacifico… molto democristiano, ma non cattivo di animo, da buon geometra pensò di metterti in difficoltà facendoti notare che il costo era errato per eccesso…lo ascoltasti e tirasti fuori il tuo orologio munito di calcolatore….quello comprato a Ceuta, in Marocco, glielo buttasti sul tavolo dicendo: nel mio assessorato i conti li fanno i tecnici, non l’assessore, sono errati eccoti la calcolatrice…, strunz’ rifalli tu! Nella sala verde calò una coltre di gelo ma capirono, i DC, che con te dovevano regolarsi in altro modo…OI GI. Da quell’episodio iniziarono i tuoi guai con la giustizia e per adesso ci fermiamo qui!