A SAN LIMATO SEMPRE ULTIMI, NOI ABBANDONATI DA TUTTI MA TASSATI COME GLI ALTRI!
– di Giulia Bosco –
Il comune di Sessa Aurunca si sa, è enorme per estensione territoriale e di per se è molto difficile da gestire, poi a causa delle ristrettezze economiche – un buco di bilancio che si aggira sui venti milioni di euro – la manutenzione delle aree di pertinenza comunale diventa quasi impossibile.
In questo quadro generale si inseriscono le periferie che hanno in destino di pagare un prezzo sempre più alto a causa della lontananza dal capoluogo.
È il caso appunto della località di San Limato, propaggine meridionale del comune di Sessa, a confine con il comune di Mondragone; zona marina che ospita diverse attività commerciali con concessioni demaniali marittime e abitazioni turistiche, come il bel complesso residenziale “Villaggio Le Perle”.
Siamo stati contattati proprio da alcuni di questi imprenditori del turismo e da alcuni proprietari di case nel villaggio turistico, i quali esprimono tutto il loro sconforto verso la situazione di grave disagio che vivono da quelle parti.
“Il comune di Sessa Aurunca ci ha completamente abbandonato – esordiscono i residenti – la strada comunale di accesso alle nostre proprietà è impraticabile, ogni anno provvediamo noi a nostre spese a disboscarne i margini e spesso ci occupiamo anche di riparare le buche più profonde, per non parlare poi del Consorzio di Bonifica di Sessa che non provvede ad una manutenzione del rio San Limato da anni ed anni, l’ultima pulizia più accurata la fece il Sig. Barretta nel 2013, abbiamo ancora le foto che lo dimostrano. Il rivolo è diventato peggio di una giungla e le canne sono cresciute così tanto da piegarsi sul muro di confine del villaggio e ce le ritroviamo nelle nostre case assieme ad animali di ogni tipo”.
Continuano poi con la parte più fastidiosa per loro: “le tasse comunali e le bollette del Consorzio di Bonifica però non mancano mai di arrivare a bussare alle nostre porte, di noi si ricordano tutti quando c’è da chiedere soldi ma non ci conosce nessuno quando c’è da dare servizi e le nostre proprietà, faticosamente realizzate, si deprezzano giorno dopo giorno”.
Al grido di dolore dei vacanzieri, si aggiunge anche quello di alcuni operatori commerciali e turistici, i quali si sentono anche loro abbandonati dalle istituzioni nonostante gli esosi tributi versati, ma denunciano anche e soprattutto la discriminazione che subiscono rispetto ai loro colleghi di Baia Domizia che a soli quattro chilometri di distanza offrono un immagine molto migliore delle loro strutture con un ritorno di clientela nettamente superiore in termini di affluenze.
“Non troviamo per niente giusto che, a parità di settore di impresa, di tipo di strutture, di tasse pagate, stesso mare, stesse spiagge, noi dobbiamo segnare la differenza con i colleghi che hanno le loro attività a Baia Domizia e dobbiamo pagare il prezzo del disagio solo perché ci troviamo appena fuori dal centro turistico di punta. È vero che anche a Baia Domizia ci sono problemi legati alla cattiva gestione comunale, ma da noi si battono tutti i record. Già la pandemia ci ha assestato una mazzata difficile da sopportare, se poi ci aggiungiamo anche il danno dovuto all’immagine scadente che la zona offre, non possiamo far altro che abbassare le saracinesche”.
Assieme alla mancanza di attenzione e di interventi da parte della macchina amministrativa comunale, si aggiunge anche il fatto che trovandosi appunto in una zona poco vigilata siamo alla mercé di ogni tipo di malfattore. “Qualche mese fa – aggiungono i nostri interlocutori – dei ladri stupidi ed incoscienti hanno rubato la balaustra destra di ferro sul ponte del rio San Limato dalla cui vendita ricaveranno pochi euro ma causando un disagio ed un pericolo enorme. Abbiamo segnalato più volte la questione agli addetti del comune (la strada è comunale appunto), senza che si facesse nulla se non posizionare la classica striscia di nastro bianca e rossa già sbiadita dal sole. La zona già inizia ad essere frequentata dai turisti balneari, e dobbiamo sperare che nessuno finisca fuori strada in quel punto o che nessun bambino ci possa cadere dentro a causa della mancanza della protezione”.
L’appello finale che i frequentatori della zona di San Limato hanno voluto affidarci è il seguente: “invitiamo il Commissario Prefettizio del comune di Sessa, dott. Andrea Cantadori a venire a verificare di persona come siamo costretti a vivere e lavorare a San Limato, e dopo in maniera pacata ci confronteremo su di chi siano le responsabilità per i danni alle nostre abitazioni e attività commerciali e quali siano le attenzioni minime che meritiamo”.
In effetti, ai nostri occhi, la situazione determinata dall’incuria della zona è apparsa davvero oltre i limiti della decenza, ed un vero peccato perché questa località del territorio sessano meriterebbe ben altro palcoscenico. Il mare e le spiagge sono davvero stupende e si trovano in un’area che andrebbe maggiormente valorizzata non solo per le ricchezze paesaggistiche ma anche e soprattutto perché si tratta di una zona di grande valore storico e archeologico. Difatti sotto i terreni di San Limato e della vicina Baia Felice e Levagnole, si trovano i resti della antica città di Sinuessa, mai indagata con un’appropriata campagna di scavo, ma lasciata per troppi anni all’incuria ed al saccheggio di tombaroli professionisti. A pochi metri dal villaggio Le Perle, infatti è ben visibile uno dei decumani dell’antica strada consolare Appia che attraversava appunto la città di Sinuessa.
Ma non basta, perché proprio lì di fianco c’è anche una delle antiche torri medievali che componevano il reticolo di torri di guardia contro le invasioni dei pirati Saraceni, oggi purtroppo in rovina e destinata a discarica di ogni genere di rifiuto dagli attuali proprietari.
Insomma, una vera e propria miniera di bellezze da rivalutare, piuttosto che far sommergere da spazzatura, natura selvaggia e abusivismo di ogni genere.