PIEDIMONTE MATESE – (mi.ma.) – “Occorre un vero e proprio piano Marshall per la città di Piedimonte Matese e basta vecchie liturgie inconcludenti”. Il riferimento al vecchio caro piano Marshall novecentesco e quindi alla ricostruzione dell’Italia post bellica in ginocchio è dell’ex assessore Antonio Consola da pochi giorni approdato sulle rive di Fratelli d’Italia in alta marea sulla scena nazionale e locale. In un quadro politico ancora molto frastagliato ed incompleto come soggetti aggregativi in vista del rinnovo del consiglio comunale slittato come è noto in autunno Consola insiste sul “che fare” invitando anche a selezionare realisticamente gli obiettivi concreti mentre sulle liste a “superare logiche di schieramento”. Andiamo in dettaglio.
“In questi giorni a Piedimonte, in vista delle elezioni comunali, si susseguono incontri, riunioni, proposte di primarie e smentite di accordi.
Purtroppo – dichiara con punta di sconforto Consola – non vedo da nessuna parte parlare di progetti oppure di azioni concrete per venire a capo della situazione drammatica in cui si trova la nostra città, dovuta al dissesto finanziario, crisi sanitaria e per ultimo il commissariamento , ma ci si limita a dire che si lavora per il bene di Piedimonte come se ci fosse una parte che lavora per il bene di Piedimonte è un’altra che lavora per il male senza spiegare le dinamiche concrete che si vogliono mettere in pratica per far riprendere la nostra cittadina dal torpore in cui è avvolta ormai da anni.
A mio modesto avviso c’è bisogno che le forze politiche presenti sul territorio smettessero di agire con il vecchio approccio nella formazione delle compagini amministrative superando le logiche di schieramento ma coinvolgendo senza nessuna preclusione le forze sane della città di carattere sociale, associativo e imprenditoriali; mettendo in pratica un progetto composto da poche azioni ma realizzabili concrete e efficienti che possano utilizzare al meglio le poche risorse economiche e umane disponibili, ma soprattutto sia capace di mettere in campo un vero e proprio piano” Marshall” per Piedimonte sfruttando ad esempio le risorse del recovery found. Questo sarà possibile soltanto se si cambia la visione delle cose mettendo in campo soggetti capaci competenti e soprattutto disponibili a dedicarsi 24 ore al giorno alla nostra città. Capisco che senza una vera e propria rivoluzione di pensiero questo può rimanere un sogno
Ma io ci credo in quanto non bisogna raggiungere l’accordo sulla legge ZAN, sul ius soli oppure sulla politica dell’immigrazione che vede posizioni antitetiche delle varie forze politiche ma bisogna trovare una cura rapida ed efficace per non far finire definitivamente Piedimonte”.