di Francesca Nardi
CASERTA – La Brigata Garibaldi ha silenziosamente salvato questa Città, dalla disorganizzazione totale, l’ha presa tra le sue braccia e la sta portando con grande efficienza e sicurezza, fuori dal guado, affrontando con capacità ed eccellente perizia la più grande “incognità sanitaria” degli ultimi decenni. Questa Città non dovrà mai dimenticare il contributo prezioso dei militari, nelle operazioni di vaccinazione contro il Covid 19, mai! Eppure… in giro c’è ancora qualcuno che considera il Covid, qualcosa che riguarda soltanto chi ne è vittima…che ritiene le immagini strazianti delle rianimazioni, un’esagerazione mediatica…Da queste parti c’è ancora qualcuno che crede di poter vivere indipendentemente dagli altri …o forse la verità è un’altra e questi “qualcuno” hanno contezza di tutto, ma, semplicemente se ne infischiano…vivono ai margini dell’altrui esistenza, sordi al richiamo dell’anima collettiva, che rivendica un passo indietro dell’egoismo. L’emergenza Covid è una terribile dimensione che accomuna e questo male oscuro è un nemico incorruttibile che non puoi affrontare da solo, che ti attraversa e si alimenta con la strafottenza, il disamore e l’assenza di regole a tutti i livelli. Se qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio sul significato profondo di “egoismo”, potrebbe leggere e soprattutto riflettere, sui motivi ispiratori del grazioso saggio di stampa libera e libera grammatica, apparso qualche giorno fa, sul muro di cinta di un parco residenziale di Via Laviano. Il titolo, un vero capolavoro di sintesi del pensiero filosofico imperante dalle parti del cuore, sarebbe più che sufficiente per un lettore attento e riflessivo, per rendere il senso del tutto: “Via Laviano prigioniera del centro vaccini”. Si presume che il libello, sia stato affisso con il consenso dei condomini del parco, anche se ostinatamente, noi vogliamo continuare a credere che si tratti del solito scherzo di pessimo gusto di qualcuno, che non ha nulla da fare…ma anche in quel caso “quel qualcuno”, avrebbe mostrato un senso dell’umorismo macabro ed assai poco divertente… Nel libello ci si lamenta perché la realizzazione del Centro Vaccinale alla Brigata Garibaldi, crea disagio ai residenti, che, a causa del senso unico a Via Laviano, che sarà disposto a breve, saranno costretti a percorrere chilometri e chilometri a vuoto, per entrare e per uscire dalla propria abitazione…ci si risente perché a nessuno è venuto in mente di aprire un varco in Via Galilei, che avrebbe evitato il coinvolgimento di via Laviano e quindi il fastidio ai residenti… sul libello si riportano i calcoli esatti sul numero di volte che i residenti del parco, entrano ed escono e quanti chilometri percorrono e quanto carburante consumano e la spesa complessiva che sosterranno nell’arco di un anno. Il “grido di dolore” termina con un accorato: Facciamo sentire la nostra voce . Non subiamo in modo passivo. Commovente addirittura, questo incredibile documento che dovrebbe essere conservato tra gli orrori casertani degli ultimi trent’anni. Ci si chiede cosa intendano gli autori per “non subire in modo passivo” forse pensano di bloccare il Centro vaccinale?, ci si chiede se a qualcuno venga in mente di attivare i neuroni prima di parlare. Ci saremmo aspettati che il sindaco di Caserta. si recasse personalmente a Via Laviano ed offrisse prova plateale del suo sdegno stracciando questo documento…ma la campagna elettorale non lo consente…i moralismi si riservano all’avversario politico, non al potenziale elettore e in un parco residenziale, consensi se ne possono recuperare parecchi, quindi è meglio non rischiare e far finta di niente… E’ una Città sconosciuta quella che si slabbra al primo soffio di vento, quella che perde i contorni solidi della tradizione nell’indolenza del disfacimento quotidiano della memoria e che si avvolge pigramente su se stessa, a difesa dei piccoli comodi che sanno di muffa. E’ una Città che rinnega il senso di appartenenza, quella che ha perso nei sussidiari sgualciti della sua storia, il significato di “fronte comune”, quella che blatera di solidarietà, purché non comporti sacrificio, purché non “intoppi”con il calendario delle sue abitudini, purché non agiti lo scorrere liquido del suo piccolo tempo definito…E’ una Città che rischia di perdersi nei mille punti neri di un mappamondo, quella che si divide in agglomerati che resuscitano a comando, negli hashtag de noautri, insultando la grammatica e stuprando la logica. E’ una Città senza anima, quella che non riconosce il “bene comune” e consente ad una parte di sé di esiliare le emozioni ed affogare nella bieca ingratitudine. E’ una Città che non conosciamo quella che oggi tace…Hasta la vista!