Si conclude a Catania la 3 giorni di mobilitazione nazionale del Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati e Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati su soluzioni migliorative allo status del docente fuori sede. La 3 giorni, che ha avuto inizio il 20 aprile, ha coinvolto le città di: Torino, Milano, Catania. Sul tavolo di contrattazione, tra i referenti dei Prefetti accoglienti e le varie delegazioni, le seguenti richieste: la riduzione della contrazione organica dilagante, la necessità del superamento delle aliquote per la mobilità territoriale e la risoluzione di ulteriori limiti. All’ultima tappa del tour dei docenti immobilizzati, a Catania, il 23 aprile scorso, ha presenziato anche la Senatrice Tiziana Drago, (FdI), la parlamentare ha sempre espresso solidarietà ai docenti fuori sede. Il referente del Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati, sezione Sicilia, il professor Salvatore Cascone, ha riferito: ‘Io e la collega Luana Scalia siamo stati ricevuti dal vice prefetto Dottoressa Latino, alla quale abbiamo prospettato la nostra situazione. Abbiamo altresì consegnato una lettera. Il vice prefetto ha compreso la nostra situazione e trasmetterà copia della lettera al ministero della Pubblica Istruzione. Una copia è stata consegnata anche alla senatrice Drago”. Il Presidente del Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati, Doriana D’Elia, ha espresso le sue posizioni rivolgendosi ai vertici delle sigle sindacali durante la diretta a cura di “La Voce della Scuola”, del 22 aprile, alla vigilia del termine della 3 giorni di mobilitazione nazionale. “Parlo a nome di tutti quegli insegnanti che producono istanza di mobilità territoriale interprovinciale, ma che ogni anno rimane inevasa per una serie di circostanze note a tutti coloro che siedono oggi a questo tavolo mediatico- dichiara la professoressa Doriana D’Elia- . Ebbene, siamo i cosiddetti Docenti Immobilizzati, insegnanti ormai stanchi dalle risoluzioni trasversali alla nostra questione quali tempo pieno al sud, che poi si traduce in una tantum di mille posti, sufficienti solo a ridurre la contrazione organica in aumento; stanchi degli slogan mediatici del dimezzamento delle classi pollaio, tra l’altro soluzione fondamentale in questo momento pandemico, ma vivendo la scuola dall’interno vediamo ritornare gli organici invariati se non addirittura in deficit; stanchi, persino, dell’eccessivo ricorso delle precedenze per accaparrarsi il trasferimento, con la copertura totale dei posti per decenni in alcune province da parte delle nuove leve, abbiamo tra le file dei docenti immobilizzati insegnati con 247 punti beffati dalla chilometrica declinazione delle precedenze; stanchi, ancora ed anche, di veder discrepanze inaudite tra l’organico di diritto e i posti in deroga per il sostegno, che in alcune regioni meridionali toccano le oltre 10.000 cattedre in deroga (ripeto per regione e in regioni meridionali, quindi non ci dite che i posti al Sud mancano, non ditelo a noi, docenti Immobilizzati, veterani della scuola), migliaia di cattedre a fronte di poche centinaia di cattedre in trasferimento. È dal 2008 che assistiamo ad un progressivo ridimensionamento dei diritti del dipendente lavoratore in situazione di fuori sede, un fenomeno che non si arresta, ma che si aggrava sia per numero, che per difficoltà derivanti appunto da questo stato pandemico. Negli incontri avuti con quasi tutti i rappresentanti sindacali oggi presenti- conclude la rappresentante dei Docenti Immobilizzati, Doriana D’Elia-, tutti si sono detti d’accordo sull’ingiustizia della nostra situazione, ma in realtà non sono state fatte richieste concrete per il nostro rientro. Dati i numerosi slogan inapplicati crediamo ormai che l’unica soluzione fattibile, concreta e a costo zero, sia il superamento delle aliquote che determinano la nostra immobilizzazione e rallentano le assunzioni. Perché ripartire, quando può esser data la totalità dei posti sia alla mobilità che alle assunzioni? Perché bloccare, piuttosto che rendere agile e fruibile a tutti il lavoro e l’ottimizzazione della sede?”