OSPEDALE, PRONTO SOCCORSO… QUANDO SI DICE LA CLASSE!

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(f.n.) – L’emergenza Covid 19 non dovrebbe giustificare l’assenza di garbo né
tantomeno la mancata assistenza nei confronti di quei problemi di salute, che non
abbiano attinenza con il coronavirus né, per contro, autorizzare atteggiamenti del
tipo: “dagli al monatto”, quando ci si trova al cospetto di un soggetto positivo…e
quando simili coreografiche sceneggiate, si verificano nel Pronto Soccorso di
un’Aorn e a recitarle sono operatori della sanità…decisamente qualche perplessità
sulla presunta efficienza simil-svedese e dedizione latina, che cavalca la tigre della
pandemia nella sanità nostrana, sorge e getta un’ombra inquietante
sull’organizzazione ospedaliera e sui famosi percorsi Covid che dovrebbero
assicurare ingressi ed uscite in sicurezza, ai diversi pazienti. Questa è più o meno la
prefazione della storia breve, che stiamo per raccontarvi e che si è consumata tra la
giornata del 3 aprile e quella di ieri 14. Sabato 3 aprile, la signora T.M. a causa di una
manovra errata, si conficca un coltello affilato nella mano. Il taglio è profondo e la
fuoriuscita di sangue addirittura violenta, poiché, essendo positiva al Covid, la
signora, da diversi giorni, era in cura con Eparina 6000 unità. La signora avvolge un
asciugamano attorno alla mano e chiama il 118, ma dal centralino le rispondono che
non vi sono ambulanze disponibili su Caserta. La signora che vive sola e che teme
ovviamente di dissanguarsi, vista la copiosità del sangue in uscita, sta pensando di
mettersi in auto da sola in quelle condizioni, quando una vicina di casa, peraltro
consapevole che la signora T.M. è affetta da Covid, decide in maniera molto civile ed
intelligente, che la vita di una persona val bene il rischio di un contagio e senza
pensarci su, aiuta la signora T.M. a salire nella sua auto, si mette al volante e partono
alla volta dell’Ospedale. Ca va sans dire che la signora T.M. si siede sul sedile
posteriore con mascherina e finestrino aperto…I saggi di civiltà sopra registrati
dovevano arenarsi miseramente, qualche tempo dopo, appena oltrepassato l’ingresso
del PS del Sant’Anna e San Sebastiano. Arrivate davanti al PS, un infermiere che
sostava all’ingresso peraltro privo di mascherina e quindi di ogni protezione
anticovid, notando gli asciugamani insanguinati che avvolgevano la mano della
signora T.M. che aveva inoltre anche il maglione inzuppato di sangue, la invita ad
entrare indicandole l’accettazione, il cui addetto la invita a dirigersi direttamente
all’interno del Ps vero e proprio. Prima ancora di entrare, sulla porta d’ingresso, la
signora T.M. informa di avere il Covid…a questo punto scoppia la rivoluzione…Gli
infermieri presenti e soprattutto uno di questi, comincia ad urlare all’indirizzo della
signora in malo modo, maltrattandola verbalmente perché si era permessa di entrare
ed ordinandole di entrare immediatamente, in una stanza che si trovava a destra
dell’ingresso, di stare lì e di non permettersi di uscire. In quello che sembrava essere
un ripostiglio, la signora che pur essendo un tipo energico, iniziava ad indebolirsi sia
per il sangue che aveva perso sia per quel senso di angoscia che sfidiamo chiunque a
non provare nelle sue condizioni, si autoconvince che deve stare serena e non deve cedere allo sconforto. Dal vicino principato delle buone maniere intanto, di lì a poco
inviano un infermiere che entra nel ripostiglio, porge alla signora T.M. garza e
betadine e se ne va. Dopo qualche altro minuto finalmente arriva il medico e poiché
si è rivelato essere una persona gentilissima, il suo nome lo scriviamo con grande
piacere e non soltanto perché la signora T.M. desidera esprimergli la sua
riconoscenza. Il dottor Marco Belletta visita la mano della signora, sutura la ferita con
i punti e dice alla signora che, qualora il suo medico di base non volesse o non
potesse toglierle i punti dopo un certo numero di giorni, avrebbe potuto tornare in
Pronto Soccorso, perché ci avrebbero pensato loro. E’ così che si fa, o no? Noi
crediamo proprio di sì! Dunque riassumendo: percorso Covid …zero; personale privo
di protezione anticovid; l’unico adeguatamente attrezzato era il dottor Marco Belletta.
Passano i giorni previsti ed arriviamo al giorno 13 aprile…la signora T.M. chiama un
infermiere privato, affinché vada a casa sua per toglierle i punti; quest’ultimo toglie
due dei tre punti e dichiara che la ferita non è chiusa e ci sarebbe bisogno di un
medico, quindi di chiamare la PC per andare in Ospedale. Stessa trafila della prima
volta, compresa un’amica della signora che arriva in soccorso. Tra l’altro la signora
sta curando il Covid da un mese ormai… Alle ore 15 del giorno 13 aprile, la signora
T.M è nuovamente davanti all’ingresso del Pronto Soccorso, che in quel momento
risulta chiuso, perché stanno sanificando. Dopo l’apertura, entrano circa dieci persone
che si siedono tranquillamente senza alcun rispetto per le norme di distanziamento
nel silenzio assenso circostante…controllo zero!. A nessuno viene chiesto nulla, a
nessuno viene misurata la temperatura e visto che non c’è nessun operatore sanitario
nei paraggi, la signora fa cenno all’addetto all’accettazione che deve comunicare
qualcosa…. L’operatore che ha mascherina e maschera in plexiglass si ferma sulla
porta del Ps. La signora che si è fermata all’ingresso comunica di avere il Covid e…
puntualmente… si ri-scatena l’inferno…compaiono tutti e tutti urlanti… in particolar
modo, una infermiera aggredisce violentemente la signora urlando e intimandole di
andarsene e che loro non fanno quel tipo di intervento e… morale: la signora T.M. è
stata praticamente cacciata fuori dal Pronto Soccorso. Alle 15.53 la signora chiama i
carabinieri che le suggeriscono di rivolgersi al drappello di polizia che si trova sul
posto, ma la signora ha potuto registrare che sul posto non vi era alcun drappello di
polizia. La domanda sorge spontanea: ma quando noi abbiamo scritto di avere una
sacrosanta paura di doverci recare sia pure per necessità impellente, al Pronto
Soccorso dell’Ospedale di Caserta, qualcuno, per caso, ha pensato che stavamo
esagerando?, ma vi rendete conto di quello che sta succedendo davanti ai vostri
occhi?, ma avete perso il senno?, ma a qualcuno per caso è punta vaghezza di
chiedersi dove sia andata a trovare accoglienza la signora T.M. dopo che un’altra
duchessina di sangue blu, le ha urlato di andarsene altrove perché…a quanto pare…
all’Ospedale di Caserta non si sa bene cosa curino, dal momento che, osservare le
ferite in procinto di infettarsi, non è di loro competenza…Hasta la vista!

1 commento

  1. Ma vaffanculo a tutti!!!!
    Mi sono rotto di assistere a episodi del genere!!!!
    Il p.s. di un ospedale è di tutti i cittadini….e tutti i cittadini dovrebbero chiedere per la loro sicurezza sanitaria personale adeguato!!!!
    Ma possibile che nessun politico con un po di senso civile sia capace di mandare a zappare quel primario e tutti quei suoi amici li sotto?!?!

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