OMICIDIO ROSINA CARSETTI – III parte –  ANALISI DELLE TELEFONATE AL 112 E 118 DELLA FIGLIA ARIANNA ORAZI

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–   di Ursula Franco*   –                               

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Rosina Corsetti, la vittima

Rosina Carsetti, 78 anni, è stata uccisa all’interno della sua casa nel pomeriggio del 24 dicembre 2020, suo marito Enrico Orazi, 81 anni, sua figlia Arianna Orazi, 48 anni, il figlio della Orazi, Enea Simonetti, 20 anni sono indagati per concorso in omicidio aggravato, simulazione di reato e favoreggiamento, madre e figlio sono accusati anche di maltrattamenti in famiglia aggravati. Intorno alle 19.30 Arianna Orazi ha chiamato il 112.

Grazie alla casistica in tema di telefonate di soccorso sappiamo cosa aspettarci da chi chiama, per questo motivo il materiale d’analisi vero e proprio è ciò che risulta “inaspettato”. 

Ci aspettiamo che chi chiama sia alterato, insistente e che soprattutto chieda aiuto per la vittima. Ma anche che non attenda la fine della domanda dell’operatore per esplicitare una richiesta d’aiuto. Ci aspettiamo che fornisca informazioni sulle condizioni della vittima, che imprechi e dica parolacce.

Non ci aspettiamo che chi chiama si perda in superflui convenevoli per ingraziarsi l’operatore, che chieda aiuto per sé, che senta il bisogno di collocarsi dalla parte dei “buoni”, ovvero di coloro che vogliono il bene per la vittima.

   –   Prima telefonata al 112:

arianna orazi quarto grado OMICIDIO ROSINA CARSETTI – III parte    ANALISI DELLE TELEFONATE AL 112 E 118 DELLA FIGLIA ARIANNA ORAZI
Arianna Orazi, figlia della vittima

Operatore carabinieri: Carabinieri di Macerata.

Arianna OraziEee… buonasera… senta, se potete venire subito a Montecassiano… via Sandro Pertini numero 31, 33.

“Eeee” e “senta” sono due pause che provano che la Orazi ha bisogno di prendere tempo per pensare a cosa dire. 

“buonasera” rientra tra i convenevoli e fa il paio con la debole richiesta d’aiuto “se potete venire”, una debole richiesta che non va a braccetto con “subito”, un termine che ha a che fare con l’urgenza. 

Che idea si sarà fatto l’operatore dopo la prima risposta della Orazi? Con tutta probabilità avrà ipotizzato che la Orazi stesse chiamando per un problema di poco conto. Unica incongruenza: la parola “subito”.

Operatore carabinieri: Che è successo?

Arianna Orazi: È entrato un ladro in casa, ci hanno picchiato… e mia madre, penso che sia morta (incomprensibile)

L’ordine con il quale un soggetto parla permette di far luce sulle sue priorità. 

La priorità della Orazi è introdurre il “ladro”.

Arianna Orazi dice:

    • “È entrato un ladro in casa” 
    • “ci hanno picchiato” 
    • “e mia madre, penso che sia morta”.

La Orazi introduce un singolo ladro che sarebbe entrato in casa ma non gli attribuisce il pestaggio né la morte della madre di cui dà notizia solo alla fine. 

Si noti che la Orazi non dice che la madre è morta ma che pensa che sia morta ma comunque non chiede aiuto per lei. 

Operatore carabinieri: Un attimo, lei chi è? Come si chiama?

Arianna Orazi: Arianna… Orazi, Via Sandro Pertini 31 barra 33, correte… subito, per piacere.

“correte… subito” sono parole inaspettate in assenza di una richiesta d’aiuto.

“per piacere” è inaspettato in una telefonata di soccorso.

Operatore carabinieri: Sì, arriviamo subito.

Arianna Orazi: Grazie, grazie.

Si noti “Grazie, grazie”.

Operatore carabinieri: Le passo… guardi… le passo il 118, parli col 118, d’accordo?”

Arianna Orazi: Sì, grazie, grazie.

Si noti ancora “Grazie, grazie”.

I ringraziamenti sono inaspettati in una telefonata di soccorso.

CONCLUSIONI

Il fatto che la Orazi abbia perso tempo nel tentare di ingraziarsi l’operatore e abbia fatto una debole richiesta di aiuto ci permette di inferire che abbia detto “subito” e “correte… subito” non perché fosse pressata dall’urgenza ma per collocarsi dalla parte dei “buoni” ovvero di coloro che vogliono il bene della vittima. La Orazi ha riferito all’operatore della probabile morte della madre dopo aver introdotto la figura di “un ladro” nei confronti del quale ha mostrato una disposizione linguistica neutrale ed al quale non ha attribuito né il pestaggio né l’omicidio.

   –   Seconda telefonata al 118:

Operatore 118: 118.

Arianna Orazi: Pronto?

Operatore 118: Sì.

Arianna Orazi: Pronto, ho chiamato adesso i carabinieri, se potete venire… a casa perché penso che abbiano u… ammazzato mia madre.

La Orazi dice “Pronto” per due volte e “ho chiamato adesso i carabinieri” per prendere tempo per pensare a cosa dire.

È inaspettato che la Orazi formuli ancora una richiesta d’aiuto in questi termini “se potete venire… a casa” posto che pensa che “abbiano ammazzato sua madre”.

Operatore 118: Da dove chiama?

Arianna Orazi: Da Montecassiano, Via Sandro Pertini 31 barra 33, mi chiamo Arianna… Orazi.

Operatore 118: Allora, Montecassiano, via?

Arianna Orazi: Sandro Pertini 31, 33.

Operatore 118: Pertini, ma eee… respira sua madre?

Arianna Orazi: Nno, no.

È inaspettato che la Orazi si limiti a rispondere con due “No”.

Operatore 118: Pertini 33, non respira?

Arianna Orazi: No.

È inaspettato che la Orazi si limiti a rispondere con un “No” e che non fornisca spontaneamente altre informazioni.

Operatore 118: Ma c’ha delle ferite addosso?

L’operatore tenta di ottenere dalla Orazi le informazioni che generalmente ottiene spontaneamente. 

Arianna Orazi: Nno, no.

La Orazi si limita ancora a rispondere con due “No”.

Operatore 118: No, eee… ehm… è fredda? La sente fredda?

L’operatore continua a tentare di ottenere dalla Orazi informazioni sulle condizioni della vittima. 

Arianna Orazi: Sì, sì, c’ha un po’ di bava sulla bocca.

Operatore 118: Ah… allora non (incomprensibile).

Arianna Orazi: Credo sia saliva, l’abbiamo toccata ma non…

Si noti l’autocensura della Orazi.

Operatore 118: Come si chiama sua madre?

Arianna Orazi: “Eeh… eh Rosi, Carsetti”

È inaspettato che la Orazi prenda tempo per pensare al nome di sua madre.

Operatore 118: Tersetti?

Arianna Orazi: Caarsetti.

Operatore 118: Carsetti.

Arianna Orazi: Sì.

Operatore 118: Quanti anni ha sua madre?

Arianna Orazi: Eh… 78.

Operatore 118: 78, va bene, sul campanello troviamo qualcuno?

Arianna Orazi: Eee a-a-aspettiamo noi fuori che non c’è il campanello.

Operatore 118: Va bene, mandiamo subito qualcuno. Lasci il telefono libero, vicino al telefono, perché se non troviamo la chiamiamo, ok?

Arianna OraziSì, sì, grazie.

La ripetizione del “sì” e la parola “grazie” sono inaspettate e sono un tentativo di ingraziarsi l’operatore.

 CONCLUSIONI

La Orazi non ha favorito il flusso delle informazioni, è anzi apparsa poco loquace, ha formulato una debole richiesta d’aiuto e, in chiusura di telefonata, ha cercato di ingraziarsi l’operatore. In questa seconda telefonata, del fantomatico “ladro” non v’è traccia

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ursula franco 1 OMICIDIO ROSINA CARSETTI – III parte    ANALISI DELLE TELEFONATE AL 112 E 118 DELLA FIGLIA ARIANNA ORAZIMedico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari