– di Vincenzo D’Anna* –
Dalle colonne di questo portale abbiamo più volte denunciato lo scarso peso politico e la modesta considerazione nella quale sono tenuti i consiglieri regionali “casertani” eletti nelle liste civiche collegate al presidente Vincenzo De Luca. Abbiamo esortato questi stessi politici a trovare una sintesi virtuosa tra loro su alcune questioni di vitale importanza per il rilancio di Terra di Lavoro. Un patto tra persone che potevano abbandonare, una volta tanto, le politiche di piccolo cabotaggio e la tutela dei territori di origine, per costruire un fronte compatto da far valere all’interno di quella maggioranza della quale pure, fino a prova contraria, fanno parte. Certo non è semplice riannodare le fila tra questi protagonisti eletti in liste diverse, opportunamente dosate per assecondare la strategia antica del “divide et impera” da parte dei capi bastone salernitani e napoletani. Tuttavia era lecito sperare che questi amministratori, consiglieri che usurpano anche il titolo di “Onorevoli”, avessero messo da parte, una volta tanto, la pratica clientelare, per pretendere la risoluzione di determinati problemi. In sintesi di chiedere ed ottenere, dal governatore, la realizzazione di progetti ed opere di significativa rilevanza per la provincia di Caserta, anche in uno con i consiglieri di opposizione, all’interno di un patto trasversale circoscritto a talune necessità. Nessuno certo ha mai preteso di immaginare che sulla scorta di questo idem sentire, civico prima ancora che politico, si potessero risolvere le carenze strutturali che da anni affollano il libro delle buone intenzioni mai soddisfatte. Le aspettative erano dirette ai problemi certo più risolvibili sul piano della programmazione e della realizzazione di opere. La viabilità, come la velocizzazione dei cantieri per la Caserta Benevento, il risanamento ambientale come il blocco delle cave ed i depuratori sul litorale domitio, il completamento del Policlinico Universitario, lo stop ai roghi tossici nella “terra dei fuochi”. Tutte questioni da porre, con forza, sui tavoli di concertazione e nelle commissioni consiliari, laddove era possibile anche far pesare la presidenza dello stesso Consiglio regionale affidata ad un Casertano. Abbiamo più volte denunciato, in ogni contesto, che l’inquinamento affligge larghe zone di questa provincia, che l’inquinamento è di natura microscopica e non macroscopica come per anni ci hanno indotti a credere. Niente fusti tossici, niente scorie radioattive interrate in un ginepraio di sondaggi e di rilievi aereo fotogrammetrici costati molte decine di milioni di euro. La ricerca scientifica da tempo ha indicato nella dispersione in ambiente di metalli pesanti, nano particelle e polveri sottili, prodotti di degradazione chimica ed organica, la vera forza inquinante. Acqua, aria, terra e coltivazioni sono ormai pesantemente infiltrate dall’inquinamento e dai fenomeni tossici e nocivi. In questo contesto il sessanta per cento dei giovani è infertile, per modificazioni della composizione dei gameti maschili. Un dato aberrante che passa ancora inosservato e trascurato, una tara che stiamo trasferendo silenziosamente alle generazioni future. L’Epigenetica è influenzata dalla tossicità ambientale e con essa la corretta espressione dei geni umani, che subiscono inibizioni della capacità di correggere le mutazioni e nel contempo attivare gli oncogeni e le malattie neuro degenerative, auto immuni ed allergiche. Basterebbe un semplice esame mineralometrico del capello per evidenziare grado e tipologia tossica delle popolazioni ed intervenire per depurarle. Come se non bastasse, neanche a parlarne di un piano organico per la provincia di Caserta per lo smaltimento dei rifiuti che ancora finiscono in discarica oppure negli STIR a formare eco balle fatte di immondizia tal quale. Ed ancora, l’imminente costruzione di una centrale a turbogas a Presenzano senza che siano state fornite reali assicurazioni sulla valutazione di impatto ambientale, la produzione di prodotti inquinanti quali ossido di azoto e carbonio e PM10. Il tutto è affidato alle proteste dei comitati civici ed alle associazioni ambientaliste. Una situazione surreale come se il potere decisionale degli Enti Locali (Provincia e Regione) fosse stato cancellato. Sono pochi coloro che riescono ad articolare un pensiero autonomo, una forma di protesta, una pretesa di conoscere fino in fondo quale debba essere l’esposizione delle popolazioni all’impatto ambientale. Insomma una insipienza manifesta quella della attuale class politica provinciale e regionale Casertana. Eppure questo tipo di impianti a Turbo gas è corredato da copiosi vantaggi economici che la Comunità Europea stanzia per coloro che li realizzano. E le popolazioni quali vantaggi ne traggono? Innanzi a tutto questo è’ auspicabile che insorgano, come depositari del mandato popolare, i vertici di Provincia e Regione. Insieme diventino i Dioscuri di Presenzano.
*già parlamentare