(f.n.) – Confortati dal fatto che ci leggono persino al Centro Ospedaliero di Medicina Integrata di Pitigliano, ridente cittadina del grossetano, grazie a chi ha lasciato il cuore a Caserta, non possiamo fare a meno di continuare nella nostra mission quotidiana, attraverso le amene praterie della sanità…ed alla luce di alcuni episodi, di cui siamo venuti a conoscenza e di altri, di cui sospettavamo l’esistenza, non abbiamo alcuna remora né problema, oggi, a manifestare i nostri timori rispetto alla eventualità di un ricovero urgente al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Caserta. Nessuno deve vergognarsi di avere paura e noi abbiamo paura, molta! Ieri sera intorno alle 11. 11.30 un’ambulanza è arrivata al Pronto Soccorso del Sant’Anna e San Sebastiano; a bordo un paziente Covid in condizioni critiche, con bassa saturazione di ossigeno. La porta d’accesso al Ps era chiusa ed il personale, non soltanto non ha accettato il paziente, ma nessuno si è recato a bordo dell’ambulanza per visitarlo e verificarne le condizioni. Apprendiamo che si trattava di un carabiniere e che qualcuno, evidentemente e giustamente preoccupato dalle condizioni del paziente, avrebbe avvisato i carabinieri, facendo esattamente quello che era giusto fare e che noi stessi avremmo fatto. Pare che, alla vista dei militari che sopraggiungevano chiedendo spiegazioni, qualcuno del personale del Ps abbia dichiarato, con quell’atteggiamento ducale che contraddistingue i portatori di immunità parlamentare a prescindere: “ce mancavano e carabinier!”. Non è il caso di aggiungere altro. Il paziente in ambulanza, pare sia stato trasportato all’Ospedale Covid di Santa Maria C.V. e ci auguriamo abbia superato nel miglior modo possibile il momento critico: invece, per quanto riguarda il resto, ci chiediamo come sia possibile, non avere paura…e se sia il caso di temere soltanto il virus o in aggiunta, prepararsi anche alla strafottenza di chi, forse per la dimestichezza acquisita e l’abitudine alla sofferenza, è diventato insensibile? Il tasso di mortalità è molto alto…di Covid si muore. Si. Nel mondo si muore di Covid e non solo. Si muore anche di abbandono, di strafottenza e forse di infezione e noi non vorremmo che, anche qui da noi, si ripetesse quella brutta storia dell’anno scorso, registrata in un posto qualsiasi di questo Paese, quando le morti incerte, per ordini superiori, diventavano morti per Covid. Le infezioni sono sempre un punto interrogativo in questo ospedale…aggiornamento: zero! Nessuno sa mai niente di niente poi… un bel giorno salta fuori uno slip anonimo e usato da un reparto che dovrebbe rappresentare la quintessenza “dell’asetticoassolutoincontaminato” e qualcuno fa pure l’offeso avvacante… Per quanto riguarda le infezioni appunto, è del 18 marzo u.s. la delibera 241, relativa alla rimodulazione della composizione del Cio, il comitato di controllo delle infezioni ospedaliere ed alla composizione del Gruppo operativo dello stesso. L’aggiornamento di un servizio e la rimodulazione di un comitato di controllo è sempre e comunque, indice di attenzione, sinonimo e garanzia di tutela a 360°, vista e considerata la materia delicata di cui si tratta, cioè le infezioni ospedaliere, argomento controverso, sul quale cala ritualmente e da sempre, non un pietoso, ma bensì uno spietato, quasi sadico, omertoso silenzio. Dovrebbe rappresentare una garanzia, nel gruppo degli esperti, la conferma di una veterana come Caterina Cusano?, al momento lady Cio è plurincaricata e dovrà dividersi in quattro, oppure si tratta solo di una formalità?, e le relazioni varie che avrebbero dovuto costellare persino le pareti dell’Aorn, a firma del direttore della Uoc Risk Management, anch’egli confermato nel gruppo degli eletti, dove potrebbero essere recuperate, please?, chiediamo per un’amica…Mah…se la credibilità del tutto, “rinnovat e bbuon” dovesse essere misurata dall’attenzione e dall’accortezza e dal senso di profonda consapevolezza, che si evince alla lettura dei nomi…dovremmo dire che, con tutto il rispetto nei confronti di tutti…l’impressione che ne deriva, è esattamente quella di un elenco compilato ed aggiornato automaticamente, senza soffermarsi neppure un attimo a considerare l’importanza di ciò che si elabora e si firma…Infatti, nel gruppo dei Facilitatori, troviamo il dottor Reale che risulta in pensione già da qualche mese…La domanda nasce spontanea…Belle gioie sante…Avete contezza chiara e limpida di ciò che firmate? Avete interesse, sia pur minimo e fugace ad ottenere un quadro chiaro del rischio di infezione, che incombe nei vari settori e soprattutto nei diversi, oggi, più che mai, “punti sensibili” in cui si gioca una partita terribile con la morte? Ma vi rendete conto, di quanto sia disonesto, giocare con l’equivoco, cavalcare la tigre della paura e della morte scontata per Covid?…se così non fosse e gli addetti ai lavori avessero svolto i loro compiti… fuori le relazioni!, i protocolli!, le verifiche!, i controlli!, le sanzioni!, le sostituzioni e tutto ciò che un’Azienda seria, in piena pandemia e non solo, ha il dovere civile e l’obbligo morale di avere e tenere in mostra, affinché non si creino comodi equivoci a tutela dei soliti noti. Hasta la suerte!
Dottoressa carissima però mi deve spiegare una cosa. Pochi minuti fa ho letto un articolo di un suo collega in cui si portava in trionfo come fosse l’erede di san Giuseppe Moscati il primario del pronto soccorso. Adesso leggo da lei, quanto sia na mezza chiavica il pronto soccorso del nosocomio casertano. È pur vero che certi articoli a firma di certi giornalisti sembrano sempre articoli scritti su commissione ma scrivere che al ps di caserta si faccia la ola al primario a me sembra propria l’elugubrazione mentale di uno in preda ad anossia cerebrale. Comunque gli faccia na telefonata e gli dica che se reparti come il pronto soccorso o la medicina d’urgenza non funzionano la colpa non è di Gubitosa in primis ma del primario che non è buono e della organizzazione della direzione sanitaria . Colpa di Gubitosa è di sicuro quella di non destituire i relativi direttori ,un po come il direttore della pneumologia che fa i morti un giorno si e pure l’altro e poi si lamenta che non ha gli infermieri. Pensasse al fare il giro visita invece di stare al bar in orario di lavoro
Gentile Giovanni, grazie per l’attenzione…”L’operato dei colleghi è sacro” è stato il mantra che aleggiava nelle redazioni di una volta quando i direttori avevano due “T”… Grazie sempre!
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