OSPEDALE… UN VERO VIVAIO DI GIOVANI DIRIGENTI-PRODIGIO

5

(f.n.) – Ogni tanto qualcuno si alza dal primo banco delle classi superiori della sanità locale, postazione che il più delle volte occupa abusivamente e biascica: “quella ce l’ha con me!” Quando, anche l’ultimo riflesso di una frase inutile, sciocca e peregrina assai…si sarà dissolto, pregheremo la platea virtuale di attivare i neuroni e memorizzare il seguente principio: quando il figlio di un rivenditore al minuto, di albicocche, che mangi una sola volta al giorno, semplicemente perché non ha il denaro per la seconda, che si sobbarchi di immensi sacrifici per recuperare i testi, sui quali ostinatamente è impegnato a studiare, che lavori nei campi, nelle fabbriche, nelle strade, nelle discariche e ovunque possa avere la possibilità di farlo, per mantenersi all’Università, che dorma dove capita e dove il suo lavoro provvisorio, precario, momentaneo, lo costringa a vivere, che ostinatamente continui a procedere verso un obiettivo, nonostante la tentazione di mollare lo aggredisca e lo fiacchi, che riesca, confortato soltanto dalla speranza, dall’orgoglio, dalla dignità e dalla volontà a raggiungere la sospirata laurea in Medicina e lo faccia in tempo record, perché quelli come lui, cui la vita non ha regalato nulla, sanno che non possono perdere tempo…ebbene quando uno /a così, avrà a disposizione le stesse opportunità che i golden boy dell’Aorn di Caserta, si sono ritrovate spiattellate davanti, senza che gli stessi abbiano mai visto da vicino, giusto per avere una idea di cosa sia, la raffigurazione fisica di un ostacolo, ebbene …ci sarà sempre qualcuno che leggendo la verità,  profferirà idiozie del tipo: “quella ce l’ha con me…o con noi o con quelli come noi”…perché l’indignazione nei confronti della decadenza morale di chi consente che la “sanità” continui ad essere la terra promessa dei figli, dei nipoti, dei cumparielli, delle cummarelle di chi comanda e decide da qualche altra parte o ha comandato e deciso nella categoria o semplicemente è un portatore di voti, o chicchessia…Finché quel figlio di venditore di albicocche non avrà le stesse opportunità che si sono offerte ai figli dei vari professor Matano, tanto per fare un esempio, e… chez nous ce ne sarebbero parecchi di esempi da evidenziare e non soltanto riferiti a “potentati sanitari”, noi continueremo a fare le pulci a chi, tra l’altro, oltre ad aver usufruito di benefici immeritati, in molti casi, non ha neppure mai visto un reparto da vicino e ci riferiamo a reparti, ovviamente, occupati da pazienti. Detto e confermato questo, ci soffermiamo un attimo, prima di passare oltre, sul curriculum di Alfredo Matano, di cui abbiamo già ammirato le date ed evidenziato le distrazioni.  Infatti, vi sono alcune cose che non sono molto chiare e sarebbe davvero il caso che l’interessato fornisse qualche delucidazione in merito…In corrispondenza alla dicitura: Pubblicazioni e abstract…leggiamo: L’Igiene Moderna, anno 1994:101, 767-779 “La trasmissione delle malattie sessuali e dell’Aids: analisi sulle conoscenze e sulla percezione del problema da parte dei giovani”…Cosa significa?, forse il lavoro di cui si riporta il titolo, è stato pubblicato sulla rivista di cui sopra nel 1994?, da chi?, da Alfredo Matano?, ben 14 anni prima della sua laurea?, se non è frutto del suo ingegno,  per quale motivo, lo cita nella voce: Pubblicazioni e abstract?, forse perché, in astratto, l’ha letto?, e adesso nel curriculum si inseriscono anche le letture? E cosa significa: XVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Chemioterapia anno 1993. “Il trattamento con interferone delle Epatiti Croniche Infantili – Nostra esperienza su 15 casi trattati. Nostra esperienza.”?, di chi?, Esperienza di chi?, ben 15 anni prima della laurea… E per finire…è citata una rivista risalente a 16 anni prima della laurea…Sulla rivista “Current Therapeutic Research – Clinical and Experimental”, anno 1992 vol. 52 n°3 “Hepatitis Vaccination Evaluation of a short-interval dosing schedule in low weight newborns” . Sarebbe interessante comprendere i motivi per i quali in un curriculum, sarebbero citati importanti lavori scientifici, che dal momento che appaiono, nel curriculum in questo caso di un medico, dovrebbero essere attribuiti allo stesso, se non lo fossero?  Per quale motivo altrimenti si dovrebbero citare?, sempre per la stessa ragione ipotizzata in precedenza?, perché si è avuta la compiacenza di considerarle letture interessanti? Ma…non sarebbe il caso di essere chiari?, e magari, via facendo… crearsi anche il problema… se non sia il caso, qualche volta, di essere seri? Hasta la vista!

5 Commenti

  1. chi mi conosce sa che io amo dire la verità e se mi sono “mossa dalla Toscana” è proprio perché mi sembra che stia diventando solo una lotta personale e non altro …. lo so che la verità brucia sempre, infatti ricevo da lei come risposta solo parolacce e commenti sboccati e poco attinenti ( anche da parte dei suoi sostenitori). Per risponderle nel merito, all’epoca davvero pochi erano i “ volontari” , il venditore di albicocche probabilmente non frequentava la Divisione di Malattie infettive , probabilmente perché nn ne aveva voglia , tempo ma possibilità ne avrebbe avuto anche lui ….per essere ancora più chiara sul motivo per cui sono intervenuta e che constato che non ha capito, io l’ho fatto perché citava dei MIEI lavori e li USAVA per affermare cose non vere, quindi mi sarei mossa anche dal Polo Nord per sconfessare una notizia falsa e anche tendenziosa. Mi spiace nuovamente per lei e le suggerisco di cambiare tono e argomento, viaggia sul limite della querela per offese ….non è professionale quello che fa

    • Gentile signora, innanzitutto, la invito ad elencare le “parolacce”, i “commenti sboccati” e le notizie “false e tendenziose” che lei sostiene io le avrei riservato e pubblicato, dal momento che se lei non si decide a leggere con attenzione il mio articolo e a trarne le dovute conclusioni, dopo essersi concentrata per comprenderne a fondo il senso, sarò costretta “io” a considerare l’ipotesi di querelarla per calunnia. E corre l’obbligo di avvertirla che sono sempre conseguenziale. E’ appena il caso di sottolineare quindi, che non sono stata io a citare i “suoi” lavori dal momento che li ha citati Alfredo Matano nel suo curriculum e non avrei potuto usare nulla per affermare cose non vere, dal momento che non ho affermato nulla, ma mi sono limitata a porre alcuni interrogativi che ritengo di avere il diritto di porre, chiaro? Pertanto, la invito a scendere dalla cattedra e soprattutto invito io lei ad essere professionale, perché mi creda, fino a questo momento ho assistito soltanto ad una scoordinata difesa d’ufficio non richiesta e perfettamente inutile, che il buon gusto e la “memoria” soprattutto, avrebbero dovuto impedirle di porre in essere. Sono certa che anche lei come me del resto, conosca a fondo, fatti e vicende del passato di questo simpatico Ospedale, pertanto converrà che non vi sia alcun bisogno di continuare questa uggiosa conversazione, che a lungo andare io potrei considerare addirittura provocatoria. Per adeso mi dedicherò alla ricerca dei figli dei venditori di albicocche che non avevano alcuna voglia di frequentare il reparto di Malattie Infettive che invece pullulava di figli di primari ansiosi di bruciare le tappe e laurearsi in quattro anni e una sessione. Considero chiusa la vicenda. Buona giornata

  2. Niente di meno tutti quanti schifano la Nardi e il suo giornaletto in line e poi lo leggono finanche in toscana? Certo che siete strani voi colletti bianchi. Dignità dello stesso livello delle competenze. Cioè ZERO. Dottore caro, vi siete laureato a 40 anni solo perché figlio del professore, avete la nomea di un Ominicchio che fa solo pettegolezzi specie contro l’altro figlio di papà, non avete mai fatto veramente nulla di concreto alla vostra età vedendo già come funziona il cup….almeno statevi zitta che fate più bella figura o meglio…fate una figura di merda in meno.

  3. Per la verità se lei fosse mai stata in un gruppo di lavoro ( ma dato ciò che riferisce ne dubito) saprebbe che il ruolo dei vari Autori non è solo quello di ideare e portare avanti lo studio ma anche quello di andare per biblioteche a raccogliere lavori scientifici per la bibliografia , scrivere a macchina le varie stesure, raccogliere manualmente i dati e correggere la lingua ( inglese, se uno la sa!) , ecc . Cosa che a quei tempi ( non come ora che su Internet si fa di tutto e di possono anche prendere lauree e Master , anche in Giornalismo ) si dovevano fare “ pedibus calcantibus” : perciò, allora, ci si affidava a giovani volenterosi che poi, GIUSTAMENTE, venivano messi nel lavoro al quale si erano dedicati . Quindi il citato Alfredo Matano, ovviamente più a portata di mano proprio perché era il figlio dell’allora primario , ci offri’ la sua collaborazione e , nonostante lui per primo non voleva, fummo noi tutti a volerlo “ premiare” così. Certo , chi vuole vedere il losco in tutto ciò che accade lo può anche interpretare a modo suo; ma io, cara signora, che allora ero in Malattie Infettive e che figuro nei lavori che lei ha citato, le ho voluto dire la semplice verità di come sono andati i fatti e che “ una tantum” , l’aver avuto un ruolo nella stesura di un lavoro, era stato premiato. Noi, dovrebbe citarci ad esempio di giustizia e trasparenza … un pochino di informazione in più le avrebbe risparmiato questa magra figura . Dispiace ma è così; tanti saluti

    • Gentile dottoressa, innanzitutto buongiorno…lei comprenderà bene quanto io sia impressionata dalle sue puntualizzazioni, che aprono dinanzi al mio sguardo attonito, orizzonti di tale vastità da restarne addirittura soggiogata…purtroppo la discutibile eleganza, con cui lei ha deciso fosse il caso di aprire uno squarcio nella mia ignoranza dei fatti e del sistema, non riesce ad affascinarmi come, forse, lei avrebbe desiderato, ma potrebbe, volendo, riprovarci e non è detto che la prossima volta non sia più fortunata, magari attingendo alla vastissima gamma di opportunità dialettiche che la mia bellissima Toscana le offre. Detto questo cara signora, mi stia bene a sentire…le sembrerà strano ma so esattamente come funziona e non sarà la supplica giunta a segno del dottor Matano e la sua relativa risposta “imparata” a farmi spostare di un millimetro, da quello che ritengo essere un mio preciso dovere…quello di evidenziare come siano agevolate le carriere di chi, non ha visto di striscio neppure la coda di un letto di ospedale. Chiaro il concetto?, e le dirò di più…dall’alto della sua illuminata professionalità, mi sarei aspettata una parola sul figlio del venditore di albicocche, al quale non sarà mai offerta la possibilità di appartenere ad un gruppo di lavoro scelto…ma che resterà sempre e soltanto ìl figlio del venditore di albicocche, per il quale non si scomoderà nessuno, tantomeno la dottoressa Rosaria Ferreri che vorrebbe addirittura essere citata come esempio di giustizia e trasparenza…A questo punto mi chiedo e le chiedo se la “magra figura” l’abbia fatta io o qualcun altro. Hasta la suerte companera!

Comments are closed.