Con modalità disordinate e talvolta irrituali, è stato comunicato ai medici in servizio presso l’emergenza territoriale 118 convenzionata la incredibile informazione, secondo la quale sarebbe loro operata una pesante decurtazione stipendiale di oltre 800 euro mensili, con richieste di restituzioni di somme arretrate ammontanti ad oltre 90.000 euro. – spiega il Sindacato Generale di Base (SGB) – Ciò avviene proprio in un periodo in cui, anche a questi lavoratori, viene chiesto uno sforzo spesso definito eroico, ma che va sicuramente ben oltre i propri impegni contrattuali, il tutto in un sistema di garanzie e tutele per la salute e la sicurezza di tali lavoratori, che gli stessi ambienti scientifici non esitano a definire insufficiente e lacunoso.
Per questo il Sindacato Generale di Base ha convocato lo stato di agitazione dei medici in servizio presso l’emergenza territoriale 118 convenzionata.
Ricordiamo che l’intera vicenda è stata segnata nel corso di decenni da scelte opinabili, spesso da errori materiali, in ogni caso mai implicabili danni verso la Pubblica Amministrazione, semmai facendo derivare danni per i lavoratori, in quanto la Regione Campania nel lontanissimo 1999 (DGRC 6872/1999) sollecitava ed accettava di concertare con tali lavoratori, in un accordo colpevole con le loro OO.SS. di categoria, il loro passaggio dal servizio di guardia medica ordinaria al nascente sistema di emergenza sanitaria territoriale, in applicazione tardiva ad obblighi di legge nazionale, servizio di cui tutta la popolazione e tutti gli operatori, in tutte le strutture sanitarie, hanno dovuto valutare la centralità e fondamentale funzione.
Ciò avveniva in luogo della auspicabile, per certi versi obbligatoria e necessitata attivazione di assunzione di nuove unità di servizio, per un totale di quasi il doppio di quanto ottenuto dal ricollocamento del personale medico in questione, realizzando con ciò un rilevante risparmio contingente e strutturale per il bilancio regionale, ciò avvenendo nella colpevole acquiescenza e collaborazione delle OOSS all’epoca sottoscrittori di tale accordo.
Quell’accordo infausto prevedeva, infatti, che una parte dei medici già in servizio nella continuità assistenziale (ex guardia medica) accettasse di essere trasferita alla nuova funzione di emergenza sanitaria territoriale – 118, ciò dovendo prevedere un adeguamento stipendiale che assorbisse un incentivo economico (5,16 euro all’ora) a parziale riconoscimento delle maggiori responsabilità, maggiori rischi per sé e per gli assistiti, disagi logistici e di modalità, più acuti stress lavorativi correlati, anche relativi ai ben noti fattori ambientali e contestuali.
Dal lontano 1999 in poi la Regione Campania è stata attrice fondamentale se non esclusiva di atti di governo, legislativi, amministrativi, pattizi, sempre e comunque rafforzativi di quell’accordo sindacale e del derivante ordinamento sanitario regionale nel settore 118, in ogni caso e mai mettendone in discussione la valenza formale e sostanziale.
Dopo più di venti anni, negli ultimi mesi viene più volte e dalle diverse sedi istituzionali e gestionali della Regione Campania richiamato un intervento della Corte dei Conti, che pare comunque di carattere interlocutorio e tendente ad ottenere ulteriori chiarimenti sulla vicenda; si può pensare che la Regione Campania abbia commesso degli errori materiali nel non sapere confutare un preteso danno all’erario derivante dal perdurante ed in ogni caso legittimo riconoscimento dell’incentivo economico, danno che invece si può facilmente dimostrare essere rovesciato in un vantaggio permanente per i bilanci regionali.
Per altro il valore di tale incentivo si è andato depauperando in ragione delle gravi e aumentate carenze di personale e mezzi, con continui tagli alle spese sanitarie che hanno indotto una progressivo e pericoloso incremento della già strutturale insufficienza degli organici dei pronto soccorso:
- in regime ordinario la riduzione degli interventi sul territorio con ambulanze con medico a bordo e la rarefazione dei posti fissi di Primo Soccorso (PSAUT) hanno determinato un allarme pubblico costante per la stessa qualità del fondamentale servizio erogato (restano a dimostrarlo le casistiche offerte dai media tutti);
- in regime straordinario di emergenza pandemica COVID-19 tutto ciò si amplifica e si somma alle palesi insufficienze dell’intero sistema sanitario campano, sostanzialmente affidato al sottosistema privato;
E’ del tutto evidente che, se si dovesse proseguire con questo atteggiamento vessatorio nei riguardi della categoria in questione, sarebbe difficile affrontare l’emergenza sanitaria in atto, ma addirittura impossibile avviare una fase di effettivo rilancio della Sanità Pubblica, favorendo fenomeni di abbandono e/o deresponsabilizzazione del personale.
DIFENDIAMO TUTTI I LAVORATORI DELLA SANITA’ PUBBLICA