LE COSE CHE NON VORREMMO MAI VEDERE AL “FAMIGERATO” P.O. SAN ROCCO DI SESSA AURUNCA
– di Salvatore Zinno –
E ci risiamo, sempre il solito Presidio Ospedaliero San Rocco…quello per intenderci, elevato a DEA di primo livello; quindi un gradino di assistenza superiore ad un normale ospedale di presidio che fa presupporre l’applicazione di protocolli rigidi.
Di “protocolli rigidi”, in tempi di pandemia, noi normali cittadini ne abbiamo visti a bizzeffe e presupponiamo che i dirigenti sanitari di ogni grado e livello appositamente pagati e “forse” anche selezionati allo scopo, dovrebbero essere abbastanza allenati alla loro applicazione ed all’analisi del rischio nelle attività che in periodi “normali” sarebbero state considerate routinarie.
Quale è l’attività routinaria in tempo di pandemia che prenderemo in esame oggi?
Semplice, quella che è sotto gli occhi e le attenzioni di tutti: la campagna di vaccinazione massiva contro il covid-19.
Sessa Aurunca, proprio per la presenza dell’ospedale San Rocco, è stata scelta dall’ASL di Caserta quale centro vaccinale, infatti leggendo il Paino Vaccinale dell’ASL, il P.O. di Sessa figura tra i cinque “vaccination point” della provincia assieme a: Maddaloni, Aversa, Marcianise e Piedimonte Matese; il Piano Vaccinale dell’ASL riporta anche una bella piantina dell’area del San Rocco adibita a tale nobile scopo, con tutti i bei colori, percorsi, indicazioni, frizzi e lazzi.
Bene!
No, male, anzi malissimo!!!
Perché la piantina, ovviamente redatta dall’ufficio tecnico dell’ASL di Caserta, non riporta una informazione esiziale in questa fase pandemica della nostra vita; ovvero che il corridoio a servizio dell’area vaccinazione è condiviso dal reparto oncologico.
Ma vi pare, che un reparto che offre prestazioni oncologiche e chemioterapiche a persone già di per se immunodepresse dalla perfida malattia che li affligge oltre alla debilitazione che la violenza delle terapie a loro necessarie gli riserva, debbano condividere i loro spazi ospedalieri con una fiumana di persone che giungono lì tranquillamente e beatamente dalle loro normali abitudini sociali senza alcun controllo sanitario?
A noi sembra una bestialità di portata enorme, una di quelle da far rotolare le teste (pensanti?) per tutte le scale del San Rocco e per tutta Sessa fino giù giù al rio San Sevile…(proprio nel luogo dove dovrebbe sorgere il nuovo ospedale sui terreni degli amici).
Le persone che accedono al “vaccination point” del P.O. San Rocco, in questa fase anziani ultra ottantenni, lo fanno solamente a seguito della compilazione di una normale scheda anamnestica, dove dichiarano di avere o non avere i sintomi classici da infezione covid (allegato 2 del piano vaccinale ASL-Caserta). Un anziano che la mattina del giorno X, che si alza, si veste ed esce per recarsi al P.O. San Rocco per il suo appuntamento con il vaccino, potrebbe essere quindi, un “normalissimo” ed inconsapevole paziente asintomatico che potrebbe mettere in seria difficoltà sanitaria il contiguo reparto oncologico ed i fragili pazienti che lo frequentano. Senza contare poi che i vaccinandi, per la loro condizione di persone anziane, spesso hanno bisogno di avere un accompagnatore: un figlio, un nipote, un vicino di casa…un congiunto insomma che non viene neanche censito dalla scheda “allegato2” di cui sopra – nella foto da noi proposta, si nota per l’appunto un’anziana in attesa di vaccino, giunta in sedia a rotelle sospinta da un congiunto.
Ecco quindi che il “vaccination point” del vecchio San Rocco: l’ingresso, il corridoio, l’ascensore, le panche per l’attesa, i servizi igienici, ecce cc, vengono presi d’assalto da decine e decine di persone ogni giorno che dovrebbero, per i motivi sopra detti, restare a distanza di sicurezza dai pazienti oncologici che sono soggetti a rischio di un livello più elevato degli altri soggetti a rischio che sono gli anziani.
Ci riferisce radio San Rocco, che nei giorni passati vi siano stati robusti confronti tra alcuni medici, preoccupati della incosciente commistione di persone, con i tecnici dell’ASL-Caserta autori della dislocazione logistica del “vaccination point”. In particolare, sembra che l’indice sia puntato su uno dei big dell’ufficio tecnico dell’azienda sanitaria, che manco a farlo apposta è sessano e abitante a pochi passi dal San Rocco, l’Ing. Raffaele Aceti.
Sarebbe infatti lui – sempre secondo radio San Rocco – il regista dell’operazione “vaccination point”, come del resto è regista di tutto ciò che si muove nella sfera manutentiva, progettistica e realizzativa dell’ASL…dal posizionamento di un chiodo per appendere un quadro fino alla progettazione di un nuovo nosocomio da svariati (e mai quantificabili) milioni di euro.
Se avrà un esito questa nostra denuncia, nell’ASL delle meraviglie e del “famigerato” (ahinoi) P.O. San Rocco all’interno dell’ancor più assurdo Distretto 14 – oggi retto guarda caso dall’ex D.S. del San Rocco – non lo sapremo mai; resterà agli atti della cialtroneria di certi apparati pubblici questa ennesima figuraccia sulla pelle della popolazione.
“Sic transit gloria mundi”!