Il Cerusico, sono anni che da queste pagine denuncia lo scempio perpetrato ai danni dei cittadini contribuenti. Sono passati i Testa, i Bottino, i Danzi, i Menduni, i De Biasio, ed oggi i Russo, ma nessuno di questi “Manager” (dall’inglese un dirigente d’azienda, nell’ambito dell’organizzazione aziendale in economia aziendale, è una persona che nell’azienda o in un ente (sia pubblico o privato) ha la responsabilità del processo di definizione e del perseguimento di determinati obiettivi, anche detto management) ha saputo (o non voluto?) raggiungere gli obiettivi di economicità, altrimenti detti spending review, nella gestione dell’Ente Asl Caserta. A cosa si riferisce Il Cerusico? In particolare, e solo in particolare, allo scandalo dei fitti passivi! Veniamo al tema. È solo dell’11 gennaio c.a., la pubblicazione dell’ennesima Determina (n. 76/2021) con la quale si liquidano i canoni trimestrali per i fitti passivi contratti e rinnovati ormai da 20 anni dai vari “Manager” dell’Asl che si sono succeduti. La Determina in questione, quindi, liquida la bellezza di Euro 503.138,00 per il primo trimestre 2021. Ovvero 503.138,00, moltiplicato per 4 trimestri si raggiunge la ragguardevole cifra di Euro 2.012.552 (2 milioni!!!) solo per il 2021. Ovvero, moltiplicando per 20 anni tale cifra, raggiungiamo la bellezza di circa 40 milioni, o poco meno!!! Roba da far accapponare la pelle! E se si pensa che per questa cifra, la fa da padrone il contratto di fitto per il Palazzo della Salute sito nell’ex Saint Gobain con il suo milione di fitto annuo più le spese condominiali, ci troviamo di fronte al disastro più scandaloso che possa realizzare un “manager” con i soldi pubblici! Ripetiamo che Il Cerusico, sono anni ormai che va denunciando tale indicibile situazione. Al punto tale, che il Direttore Generale, Mario De Biasio, probabilmente allarmato da tali denunce, accennò ad una patetica pubblicazione di una “manifestazione di interesse per l’acquisto di un immobile”. Ma l’accennò soltanto senza darne dovuta e formale pubblicità. E i Revisori dei Conti che si sono succeduti in questi anni cosa hanno “revisionato”? E la Corte dei Conti? Eppure non da ultimo “La Struttura Commissariale con nota n. 719/2016 ha chiesto conto alle Aziende sanitarie delle problematiche che hanno rallentato il processo di ricognizione del patrimonio immobiliare e l’attuazione della DGRC n. 712/2014, chiedendo di specificare inoltre ulteriori informazioni in ordine agli immobili in locazione passiva ed agli immobili in proprietà e ha dato mandato alla Direzione Generale della Tutela della Salute di monitorare e compulsare le Aziende Sanitarie a proseguire l’iter di alienazione quanto più celermente possibile”. Quanto più celermente possibile? Sono passati 20 anni!!! E con 20 milioni di Euro, quanti Palazzi della Salute si sarebbero potuti costruire? E questo è il management? O questi “manager” altro non sono che “costruttori di debiti”? E pensare che alcuni di essi, a fine mandato, hanno percepito persino fino a 30.000,00 Euro aggiuntivi quale indennità premiante per aver raggiunto gli obiettivi!!! Ora, Il Cerusico si chiede: ma chi sono questi Revisori dei conti? “Il comma 3, dell’articolo 3-ter, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 stabilisce che nelle Aziende sanitarie locali e nelle Aziende ospedaliere, Il Collegio sindacale dura in carica tre anni ed è composto da tre membri, di cui uno designato dal presidente della giunta regionale, uno dal Ministro dell’economia e delle finanze e uno dal Ministro della salute. I componenti del Collegio sindacale sono scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili istituito presso il Ministero di grazia e giustizia, ovvero tra i funzionari del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica che abbiano esercitato per almeno tre anni le funzioni di revisori dei conti o di componenti dei collegi sindacali”. E che devono fare? Tra le altre: “il Collegio sindacale è tenuto a verificare l’amministrazione dell’Azienda sanitaria anche sotto il profilo economico, finanziario e patrimoniale. Quindi, lo stesso non deve limitare la sua attività al controllo di legittimità degli atti, ma deve anche esprimere una valutazione complessiva sull’andamento della gestione, sotto il profilo dell’efficienza, dell’economicità e dei risultati conseguiti”. Tutto chiaro? Ma neanche per sogno se è vero come è vero, che la Corte dei Conti con Delibera 113/2020/PRSP invitava l’Asl di Caserta a relazionare su: b) mancata inventariazione dei beni mobili, con conseguente incertezza sul valore contabilizzato nelle immobilizzazioni dello stato patrimoniale. Come è noto, infatti, l’inventario è una scrittura obbligatoria della contabilità economico-patrimoniale (art. 2214 c.c.), necessaria per l’elaborazione del bilancio d’esercizio; c) mancanza di contabilità analitica e obbligatoria in grado di mappare il fenomeno del contenzioso e di prevenire il fenomeno dei “doppi pagamenti” con i privati accreditati, specie in sede di esecuzione. Ora, di grazia, nessuna richiesta di relazione e nessun “deferimento in adunanza pubblica” per i decennali e scandalosi buchi per i fitti passivi? Nessun deferimento per i “costruttori” di debiti?
mi scusi è un errore
xxx
???
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